Farini per un giorno capitale dei prodotti De.Co piacentini. Così si è presentato il Comune dell’alta Val Nure lo scorso primo maggio, riunendo in un’unica piazza numerosi prodotti a Denominazione Comunale dell’intera provincia. Quelli promossi e in un certo senso celebrati con questa prima edizione de “La piazza del gusto – De.Co. in festa” sono i prodotti agroalimentari di ogni territorio piacentino, ma anche i saperi artigianali e la cultura che vi ruota attorno.
Cos’è la Denominazione Comunale e perché conta
De.Co., abbreviazione di Denominazione Comunale, è una sigla di distinzione per quei prodotti che i singoli Comuni hanno deciso di iscrivere nell’apposito registro dopo averne redatto il disciplinare di produzione; il marchio può essere sfruttato solamente dai produttori iscritti nel relativo albo.
Attraverso tale Denominazione, si punta a tutelare e valorizzare saperi, attività e produzioni tipiche e tradizionali caratterizzate anche dai tanti e diversi modi del fare. Spesso si tratta produzioni tanto piccole quanto prelibate, che nel mondo contemporaneo della grande distribuzione organizzata non possono esistere non raggiungendo i volumi necessari. Produzioni dunque che rischiano, se non tutelate, di andare perse assieme alla preziosissima memoria dei più anziani.
Debutto nel solco della tradizione
Questa prima manifestazione si è inserita nel solco della tradizione scegliendo la data che fino allo scorso anno era dedicata alla festa della torta di patate, prodotto appunto a De.Co. di Farini. Onore al merito – è proprio il caso di dirlo – per l’Amministrazione comunale, dallo scorso giugno guidata dal sindaco Marco Paganelli, che non solo ha saputo dare una nuova e ulteriore veste a questo momento di riferimento per il suo paese. L’ha fatto nella consapevolezza che lavorare in squadra quantomeno a livello provinciale, soprattutto se si tratta di far conoscere e valorizzare le eccellenze gastronomiche, è un passaggio indispensabile: solo uniti ci si fa conoscere e si può arrivare lontano!
Il valore del fare assieme
Il lavoro portato avanti, infatti, è stato corale. Con una rete stesa tra i Comuni piacentini che hanno inteso aderire e che, a seguito di diversi incontri preparatori coordinati appunto da Farini, è stata organizzata coinvolgendo le singole realtà locali, proloco, associazioni e diversi produttori.
Ben otto Comuni presenti a questo debutto: hanno proposto, e anche venduto, i rispettivi prodotti. Soprattutto hanno attirato l’attenzione e arricchito di contenuti la giornata, mettendo in scena una serie di dimostrazioni culinarie e spiegando ingredienti, storia, aneddoti e segreti di ogni prodotto. Ottima anche l’idea di coinvolgere professionisti della comunicazione legata al settore food per portare le eccellenze esposte ben al di la dei soliti orizzonti localistici.
Prelibatezze da tutta la provincia
Qualche passo tra i gazebo per fare un tour gastronomico della provincia, saltando da uno dei prodotti iconici dell’intero piacentino, i tortelli con la coda registrati De.Co. a Vigolzone, alla farina di castagne, De.Co. di Ferriere, base per diversi prodotti presentati, come l’ottima polenta di farina di castagne o la patona.
Sempre dalla Val Nure anche la Bortellina di Bettola, baluardo della cucina piacentina di ispirazione popolare: un “gonfiotto” dorato e croccante preparato con farina, acqua e lievito e cotto in padella con lo strutto. Ottima sia mangiata da sola che per accompagnare salumi o formaggi morbidi.
Rottofreno si è presentata con un poker d’assi De.Co.: i Busslanei (le ciambelline diffuse fin dal 1300 quando erano offerti dai monaci di San Savino ai canonici della Cattedrale), lo Stracotto di San Nicolò, la crostata della nonna Nina e la Puleinta e grasei (polenta e ciccioli).
Ziano Piacentino ha colpito i tanti curiosi con gustosissime Fave di San Colombano (non sole fave, ci mancherebbe! Il piatto prevede l’aggiunta di saporite cotiche di maiale). Borgonovo Val Tidone ha portato la sua Chisöla – andata a ruba – alla quale è dedicata anche una festa ufficialmente riconosciuta come “Sagra di Qualità”.
Non poteva mancare un vessillo di Alta Val Tidone: il Tartufo Nero di Pecorara, registrato dal 2014 e alla base di innumerevoli prodotti. Mentre i padroni di casa, in questa gustosa disputa tra prelibatezze, si sono ben difesi con la loro torta di patate e gli gnocchi, anch’essi di patate, entrambi a Denominazione Comunale.
Ad excelsa tendo
Una piazza del gusto che a Farini vedeva sullo sfondo il monumento – significativo e di grande valore morale – con un fante alpino bronzeo ai cui piedi è riportato il motto “ad excelsa tendo”: sempre più in alto! Così, sempre più in alto, devono giungere i prodotti figli della nostra storia, di durissimi sacrifici ma anche simbolo di momenti di festa.
Iniziative positive come queste vanno certamente nella giusta direzione. E come ha ricordato prima della benedizione solenne Don Claudio Carbeni, vicario della Val Nure, non si consideri la montagna come un territorio da sfruttare, vittima del turismo toccata e fuga: sia bensì luogo da amare, valorizzare e del quale prendersi cura – questo lo aggiungiamo noi – promuovendone le eccellenze che ne rappresentano l’anima.
