Fiorenzuola: non si spengono gli echi del Consiglio comunale di mercoledì scorso. La seduta fiume in videoconferenza e in diretta Facebook è finita a tarda notte, dopo l’approvazione della variante sull’area della Barabasca. Favorevole l’intera maggioranza di centrodestra, contrari tutti i consiglieri dell’opposizione.
La nuova classificazione consentirà la costruzione di una grande piattaforma logistica legata alla catena del freddo lungo la Provinciale 462 nelle vicinanze del casello autostradale. A questa scelta si è opposto il Comitato Barabasca. Nel comunicato che riportiamo integralmente, il Comitato contesta l’iter con cui si è arrivati alla variante, l’andamento del Consiglio e ribadisce la sua contrarietà all’insediamento deciso dall’Amministrazione comunale del capoluogo della Val d’Arda, guidata dal sindaco Romeo Gandolfi.
«Comitato Barabasca esprime una sua valutazione rispetto al Consiglio Comunale del Comune di Fiorenzuola che ha deliberato le varianti di pianificazione territoriale per permettere a due importanti società di attuare un progetto di piattaforma logistica nell’area Barabasca. Una decisione sbagliata a cui si è arrivati senza tenere in nessuna considerazione le preoccupazioni espresse dai cittadini e le 500 firme raccolte con la petizione del Comitato.
Nell’intervento iniziale il sindaco ha annunciato di aver invitato responsabili della NewCold (colosso statunitense che in Olanda ha solo la sede – per evidenti motivi fiscali? – ma nessun impianto) e della Engineering 2K per spiegare l’iniziativa, mentre il presidente del Consiglio legittimava la cosa dicendo che alle sedute possono infatti essere invitati dei “consulenti”. Ma se NewCold e Engineering 2K sono i beneficiari ultimi e unici delle varianti approvate dal consiglio, possono esserne anche i consulenti? Varianti scritte ad hoc, certo, ma non ci si aspettava che la tracotanza della giunta arrivasse a tal punto.
La tal giunta, comunque, non ha fornito delucidazioni circa l’opportunità di quasi triplicare la potenzialità volumetrica dell’area in discussione (attraverso una variante che consente di elevare i fabbricati dagli originari 15 metri a oltre 40) ad acquisto già avvenuto da parte della Engineering 2K, all’interno della procedura fallimentare ex Soprip. Il valore di un terreno è anche funzione della volumetria edificabile: quello in discussione è stato acquistato all’asta con una valutazione basata su una volumetria derivante dai 15 metri di altezza, e ora si trova un valore in volumetria derivante invece da 40 e oltre metri di altezza. Se la variazione fosse stata fatta prima della vendita ci sarebbero stati forse più concorrenti per l’acquisto? E i creditori fallimentari di Soprip avrebbero ottenuto maggior ristoro? La giunta evidentemente ritiene queste riflessioni solo ostacoli fastidiosi al “fare”.
Riteniamo che il modo con il quale si è arrivati alla decisione di variante sia del tutto insoddisfacente: ad esempio nessuno ha spiegato quali analisi siano state fatte su impatto ambientale, polveri, rumore, acque, calore, e secondo quali parametri; ci sono poi affermazioni contrarie all’evidenza, come quando si parla dell’area come del tutto interclusa entro altri lotti industriali; inoltre la giunta è all’oscuro di quale altra azienda si insedierà su una metà dell’area: quindi quale sarà l’impatto totale non lo si sa.
L’amministrazione rivendica il fatto che il progetto sia stato reso pubblico nel giugno 2020 e che quindi le critiche del comitato siano mera campagna elettorale. Ma non è vero: i cittadini si sono immediatamente attivati a giugno, producendo atti formali – cioè presentando 3 diverse richieste di chiarimento alla amministrazione – depositati a inizio agosto; da quel momento in avanti ha poi sostenuto la propria iniziativa sui social e con comunicati stampa.
L’amministrazione ha lavorato per mesi per preparare la strada al mega frigo, in silenzio e senza dare alcuna notizia sull’entità e l’impatto dell’intervento. Sono questa fretta e l’aggressività verso chi dissente che hanno il sapore campagna elettorale.
Il sindaco ha dichiarato in una intervista che vuole fare qualcosa di memorabile. Crediamo che abbia scelto la strada giusta. Sarà ricordato. Per un deposito mega frigo alto 40 metri e lungo 140 alle porte della città (con, accanto, chissà cos’altro), vicino al corso dell’Arda, affacciato sulla strada di comunicazione fra la bassa pianura e la collina, venduto alla cittadinanza come unico mezzo per portare lavoro e un poco di benessere… Un bel biglietto da visita, davvero: quello di un territorio che non è amato».
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