Cultura

Magnaschi: perché “46 comuni, una provincia, Piacenza” è un libro prezioso

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Da sinistra, Elena Barbieri, Pieluigi Magnaschi, Gianmarco Maiavacca, Sergio Efosi

Pierluigi Magnaschi: «46 comuni, una provincia, Piacenza è un libro prezioso». Il direttore di ItaliaOggi, ha definito così questa sorta di atlante del territorio piacentino a cui hanno lavorato più di 70 volontari, coordinati da Elena Barbieri, Renato Passerini e Sergio Efosi. Il famoso giornalista, già direttore dell’Ansa, ieri è stato infatti il protagonista della presentazione del volume al PalabancaEventi (in Sala Panini, con Sala Verdi videocollegata).

Cinque perché

I motivi indicati da Magnaschi – introdotto da Gianmarco Maiavacca, della segreteria del Comitato esecutivo della Banca di Piacenzaper considerare 46 comuni, una provincia, Piacenza un’opera di grande interesse sono cinque. «Perché un libro di questo genere mancava; perché pur essendo pieno di notizie storiche e dati statistici è stato costruito per essere letto in scioltezza ed allegria».

Ancora, ha aggiunto il direttore di ItaliaOggi «in quanto, per la prima volta, in modo così originale, parla di tutti i 46 comuni della provincia. E rende bene la complessità di un territorio tutt’altro che omogeneo, visto che va dalla sponda del Po alle cime più alte dell’Appennino emiliano. Da ultimo, perché è una pubblicazione piena di foto (più di 1.300), spesso fatte molto bene, che ti inducono a fare scoperte e a stilare dei meritevoli propositi di visita». Magnaschi ha poi sottolineato come questo libro salti fuori da un volontariato culturale «nuovo come declinazione ma antico, dalle nostre parti, come disponibilità a favore degli altri»; e come non sia un’opera provinciale, «perché parla a tutti coloro che non solo ci vivono ma anche vogliono conoscerla».

Dal cassetto dei ricordi

Nel citare alcuni centri della provincia raccontati nel volume sostenuto dall’Istituto di credito di via Mazzini, il giornalista piacentino si è poi soffermato su Bettola. «Un paese dove mi sento a casa perché lì è stato a lungo prevosto monsignor Luigi Bottazzi, mio zio materno, che d’estate andavo spesso a visitare partendo con il mio biciclettino da Carpaneto per andare a Pontedellolio, dove prendevo la littorina. Uno dei motivi che mi spingeva a raggiungere Bettola, era che lì potevo vedere al lavoro il pittore Luciano Ricchetti, di cui ero semplicemente innamorato (e lo sono ancora), che mi tollerava accanto a sé mentre borbottava frasi spesso sconnesse in dialetto, durante la realizzazione dei suoi affreschi nella Basilica della Madonna della Quercia. La sera, si univa alla combriccola Ferdinando Arisi, che era un affabulatore straordinario», ha concluso Magnaschi.

Conoscere il territorio

Elena Barbieri – che si è occupata del progetto grafico di 46 comuni, una provincia, Piacenza (Edizioni L.I.R., stampa, Tipografia La Grafica) – ha quindi raccontato come è nata l’idea del libro («grazie a Renato Passerini, nell’aprile dello scorso anno, appena iniziato il lockdown, per rendere proficuo il tempo del confino casalingo»). Un volume che «non è una guida turistica, ma un invito alla conoscenza del territorio che è stato possibile – da edizione online dell’iniziale progetto – trasformare in pubblicazione cartacea grazie al sostegno della Banca di Piacenza».

Dopo la proiezione di un video con il quale il fotografo Alessandro Bersani ha presentato una carrellata di immagini che compaiono nel volume, Sergio Efosi ha accennato alle numerose curiosità disseminate nelle sue pagine (11 comuni della nostra provincia, ad esempio, hanno dovuto aggiungere al nome elementi distintivi, perché altrimenti omonimi con altri in altre parte d’Italia).

Nel corso dell’incontro è stato letto un intervento di Valeria Poli (curatrice di alcuni testi del libro, impossibilitata ad intervenire di persona), nel quale viene spiegato che il volume «è l’ultima tappa di un lungo percorso che parte dai dizionari corografici»; ed è «un importante contributo a quello che Lucio Gambi definisce “geografia”, intesa come scienza interdisciplinare che può e deve concorrere ad una più razionale impostazione dei tanti problemi odierni: le condizioni del popolamento, il fenomeno urbano, le relazioni fra uomo e ambiente».

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