Economia

Patuanelli: ecco il piano shock del governo per rilanciare il Pil

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Patuanelli: il ministro dello Sviluppo economico fa nomi e cognomi, svelando le direttrici di spesa, investimento e semplificazione su cui sta lavorando il governo per rilanciare il Pil italiano. D’altra parte non c’è tempo da perdere. Le stime 2020 e non solo parlano di una caduta recessiva che potrebbe attestarsi tra l’1 e il 3%, soprattutto a causa del coronavirus. Urge quindi mettere in campo una serie di interventi che ridiano subito fiato all’economia e alle imprese. Perché di certo non bastano i 3,6 miliardi di euro messi sul piatto finora.

I punti chiave di Patuanelli

Il responsabile del Mise e senatore del Movimento 5 Stelle, ne ha parlato in un’intervista a ilsole24ore.com firmata da Carmine Fotina, entrando nel merito delle diverse misure allo studio del governo: ecobonus dal 65 al 100%; nuova rottamazione auto; una legge speciale sul modello Genova, per cantierizzare subito tutti gli investimenti. Non solo, Stefano Patuanelli ha aggiunto che in esame ci sono anche le ipotesi di ampliare gli incentivi all’industria 4.0, di facilitare il repowering degli impianti a energia rinnovabile e di agire sugli sconti diretti alle imprese danneggiate, con anticipi di liquidità.

“Già i dati macroeconomici di un mese fa evidenziavano la necessità di intervenire a sostegno dell’economia reale”, ha detto il ministro. “Ora, con gli effetti del coronavirus, si impone uno sforzo ben maggiore; e tutte le risorse che stanzieremo in modo diretto o negoziando con la Commissione vanno messe su questa emergenza”.

Evitare le sovrapposizioni

Di certo bisogna fare in fretta, ma anche fare le cose per bene. E quello che va evitato, ha spiegato Patuanelli, sono “le sovrapposizioni, potenziando ove necessario le misure che già esistono. Penso ad esempio a Transizione 4.0, il piano che ha aggiornato Impresa 4.0. Valutiamo se aumentare le soglie di investimenti incentivabili con il credito di imposta o le percentuali di beneficio fiscale. Inoltre questa crisi può essere l’occasione per stanziare definitivamente le risorse per rendere gli incentivi triennali, dopo che la manovra aveva stabilito un primo impegno su questo punto”.

Ecobonus per l’edilizia

Altro capitolo strategico, il sostegno all’edilizia. “È fondamentale il potenziamento dell’ecobonus, una misura che con la detrazione al 65%  ha incrementato enormemente gli investimenti nell’edilizia che è uno dei nostri pilastri produttivi”, ha sottolineato il ministro. “Un settore fortemente in crisi da tanti anni che, da un lato, si può rivitalizzare semplificando le opere pubbliche;  dall’altro si può spingere portando anche al 100% la detrazione per l’efficienza energetica e accompagnandola con lo sconto in fattura. Forse proprio questa è la misura di shock economico più importante che possiamo mettere in campo. Nel contempo, dovremmo calibrare con attenzione dei meccanismi di salvaguardia per le piccole imprese per garantire che lo sconto in fattura non incida sulla loro liquidità”.

Auto ed energia

Passando al settore automobilistico il ministro ha evidenziato come sia “al centro di una transizione complessa che va supportata. Bisogna pensare a degli strumenti di rottamazione anche per l’acquisto di auto non elettriche. Dobbiamo partire da un dato: abbiamo un parco auto fatto per il 62% di auto da Euro 4 in giù, macchine che hanno almeno 10 anni. E il 32% sono Euro 3. Abbiamo bisogno di una nuova rottamazione per migliorare i livelli di emissioni e per dare un po’ di ossigeno al settore”. Questo vale anche per il comparto delle due ruote. “Dopodiché, per quanto riguarda l’auto elettrica, dobbiamo incentivare la realizzazione delle infrastrutture e le colonnine di ricarica, con una sburocratizzazione profonda”.

Stesso discorso per l’energia rinnovabile. “serve una forte semplificazione per il repowering degli impianti eolici”, ha affermato Putuanelli. “Un comparto da migliaia di posti di lavoro. Se ho già un parco eolico autorizzato e faccio il repowering non posso aspettare anni per avere l’autorizzazione di impatto ambientale”.

Le aziende che rientrano

Sul piano industriale serve anche il progetto che incentivi il rientro di aziende che avevano delocalizzato all’estero, il cosiddetto “back reshoring”. Incentivi che devono andare in parallelo all’impegno di mantenere gli investimenti in Italia. Nello stesso tempo però, ha proseguito Patuanelli, “dobbiamo guardare anche a chi vuole investire qui e non l’aveva mai fatto e a chi oggi è ancora in Italia ma prospetta di andare via”.

Le armi da utilizzare? “Possono essere da un lato il potenziamento di Transizione 4.0; dall’altro la riduzione Ires e il taglio del costo del lavoro agendo sugli oneri previdenziali”. E qui serve una mano dal ministero dell’Economia (Mef). “So che c’è un tema di aiuti di Stato, ma la situazione ci impone d’intervenire in modo scioccante, pensando anche ‘out of the box’, cioè rompendo un po’ gli schemi. Del resto anche a livello europeo sta crescendo la consapevolezza di rivedere le regole su questo fronte e sulle politiche della concorrenza. Ho ricevuto segnali importanti sia nell’incontro a Bruxelles di dieci giorni fa sia con il bilaterale con il ministro francese Le Maire“.

Credito d’imposta più veloce

C’è poi sul piatto anche il credito d’imposta, che Patuanelli vede bene per alcuni settori. “Sicuramente turismo, trasporti e logistica, e grande distribuzione organizzata che sono quelli più colpiti. Anche se è presto per fare cifre sulla ripartizione dei fondi per comparti. Quanto allo strumento di indennizzo per le aziende, stiamo collaborando con il Mef. Ci sono danni diretti ed indiretti. Il meccanismo del credito di imposta ti consente di risarcire ma spalmando su più anni il beneficio. E io credo non sia sufficiente, dovremmo pensare a un sistema per cui chi ha il credito lo possa esigere immediatamente”.

Un meccanismo che potrebbe coinvolgere anche gli anticipi bancari. E qui il ministro ha spiegato: “Sappiamo bene che il tema è delicato. Diciamo che c’è bisogno di una formula in base alla quale chi ha il credito, derivante da un danno, possa trasferirlo magari su macrosoggetti che non hanno bisogno di quella liquidità immediata”.

Semplificazioni in stile Genova

Ultimo capitolo, quello delle semplificazioni. “Penso sia utile velocizzare sulla legge speciale a cui stiamo lavorando come Movimento 5 Stelle, per cantierizzare immediatamente tutti gli investimenti. Dobbiamo procedere velocemente e in modo semplificato, sul modello Genova”.

Infine, il passaggio sullo strumento normativo che dovrebbe contenere questa cura da cavallo per rilanciare il Pil italiano. “Stiamo valutando. C’è l’ipotesi di uno o anche due nuovi decreti legge per l’economia. Ma a mio parere – ha concluso Patuanelli – il modo più rapido potrebbe essere intervenire direttamente alle Camere in sede di conversione parlamentare del decreto”.

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