Sanatoria Inps: nel maxi emendamento alla manovra, che il governo si appresta a presentare al Senato, trova posto una sorta di condono contributivo con l’Istituto di previdenza. E pare ormai in arrivo anche un meccanismo che faciliterà il riscatto degli anni di laurea, che però dovrebbe essere inserito nella successiva riforma delle pensioni.
Inps: i paletti della sanatoria
Innanzitutto per il lavoratore è prevista la possibilità di sanare con l’Inps buchi contributivi di qualsiasi tipo. Ma con due paletti: il primo è relativo al lasso di tempo. Al massimo si potrà riscattare un periodo di 5 anni, che esclude però il lavoro nero, visto che la norma non contempla l’assenza di un regolare rapporto di lavoro.
Il secondo paletto è sulla platea che potrà accedere al meccanismo di “riscatto”. Il provvedimento riguarderà solo chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 e che si trova quindi in regime contributivo. Se però al lavoratore in questione venissero accreditati in seguito dei contributi precedenti al 1996, perderà il diritto di accesso alla procedura in sanatoria.
Rate e imprese
I pagamenti all’Inps si potranno fare a rate, con un massimo di 60 versamenti mensili. La rata minima consentita sarà di 30 euro a cui in ogni caso non sarà applicato alcun interesse. In più viene prevista un’agevolazione fiscale. L’importo delle rate, come spiega anche Il Messaggero, sarà detraibile, ma non è ancora stato deciso se il massimale arriverà al 50 o al 65%. Nessuna possibilità di pagamento dilazionato invece nel caso in cui la copertura del buco contributivo portasse direttamente il lavoratore alla pensione.
La norma prevede anche vantaggi fiscali per il datore di lavoro. Se per esempio deciderà di utilizzare i premi di produzione per il versamento all’Inps dei contributi in sanatoria dei suoi dipendenti, li potrà dedurre dal reddito d’impresa. E il lavoratore avrà così a disposizione una somma maggiore per chiudere il buco o per recuperare anche il periodo dell’università.
Il riscatto della laurea
Le agevolazioni per il riscatto degli anni di laurea, che naturalmente non riguardano solo l’Inps, dovrebbero essere inserite nel decreto legge sulla riforma delle pensioni, successivo all’approvazione della legge di Bilancio.
Il governo qui punta a cambiare i meccanismi di calcolo per rendere più conveniente il recupero del periodo universitario. In che modo? Indicizzando i contributi al momento del pagamento e non partendo dagli anni accademici come accade oggi. Il tutto renderebbe i versamenti meno vantaggiosi nel calcolo della futura pensione; ma il lavoratore potrebbe aggiungere a un costo minore gli anni di laurea a quelli di lavoro, avvicinando i tempi della pensione.
Il Mio Giornale.net ha solo un obiettivo: fare informazione indipendente e con spirito di servizio. Per aiutare i lettori a capire e scegliere, tenendo i fatti separati dalle opinioni.