Quota 100 a tempo e ritorno prepotente sulla scena di quota 41. Sulle pensioni si cambia ancora, ma stavolta la scelta del governo giallo-verde per riformare la legge Fornero sembra in dirittura d’arrivo. E allora vediamo in concreto che cosa potrebbe prevedere il testo dell’emendamento da inserire nella Finanziaria.
Quota 100 solo 3 anni
Il primo punto prevede quota 100 come soluzione ponte per un triennio a partire da aprile 2019. Solo per questo periodo ci sarà la possibilità di andare in pensione a 62 anni con 38 anni di contributi. L’uscita anticipata dal lavoro dovrebbe coinvolgere “solo” 350mila persone a causa dei disincentivi messi in atto con penalizzazioni superiori al 22%. Confermate le finestre d’uscita. Così come il divieto di cumulo per 5 anni con redditi da lavoro superiori ai 5mila euro annui, in riduzione fino all’azzeramento dai 62 ai 67 anni d’uscita. Poi, dal 2022 tutto cambierà.
Vince quota 41
Dopo tre anni, entrerà in gioco solo quota 41 per tutti i lavoratori. E cioè saranno 41 gli anni di contributi necessari per andare in pensione anticipata indipendentemente dall’età anagrafica. La scelta della tempistica al 2022-2023, come spiega anche Il Sole-24 Ore, non è casuale. Perché nel giro di 4-5 anni oltre il 65% dei potenziali pensionati dovrà fare i conti con un peso maggiore nel calcolo misto dei versamenti conteggiati su base contributiva rispetto a quelli su base retributiva. E l’uscita anticipata a 62 anni attraverso il coefficiente di trasformazione diventerà più gravoso, disincentivando i ritiri anticipati.
Le altre misure
Nell’emendamento oltre a quota 100 e quota 41 dovrebbero trovare spazio anche altri provvedimenti. Prima di tutto dal 2019 scatterà il requisito dei 67 anni (20 di contributi) per la pensione di vecchiaia. Poi ci sarà la conferma del mancato adeguamento alle speranze di vita dei requisiti per la pensione di anzianità. Gli anni richiesti dovrebbero così rimanere 41 e 10 mesi per le donne e 42 e 10 mesi per gli uomini sempre fino al 2022-23. Prevista anche una proroga ma per un solo anno (con l’impegno di un possibie rinnovo nella prossima Finanziaria) per Ape sociale e opzione donna. Quindi per le lavoratrici resterà possibile il ritiro a 57-58 anni d’età con 35 anni di versamenti. Ma il calcolo della pensione per le donne che faranno questa scelta sarà effettuato con il metodo contributivo.
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