Vespa samurai: via libera alla nemica giurata della cimice asiatica. Un’alleata fondamentale per debellare l’invasione di questo insetto nocivo che sta mettendo in ginocchio le produzioni ortofrutticole italiane.
Il passo determinante per l’immissione della vespa samurai sul nostro territorio è arrivato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Presidente della Repubblica n.102/2019. In vigore dal 20 settembre, predispone le condizioni normative per l’inserimento di specie e di popolazioni non autoctone in Italia. Servirà poi l’ok del ministero dell’Ambiente, sentiti quelli di Politiche agricole e Salute. A questo punto, su richiesta delle Regioni, si potrà procedere alla diffusione della Trissolcus japonicus (questo il nome scientifico della vespa samurai) nelle zone coltivate.
Nord in crisi
In attesa della vespa samurai, e per questo bisogna fare presto, la situazione è sempre più drammatica. Soprattutto nelle regioni del Nord, dove con le sue punture la cimice asiatica rovina non solo frutta e verdura ma anche altri prodotti agricoli.
In Veneto i danni alle produzioni di mele, pere, pesche e kiwi hanno raggiunto i 100 milioni di euro, di cui quasi 80 nella sola provincia di Verona. Ma situazioni gravissime, sottolinea sempre la Coldiretti, si registrano un po’ ovunque. In alcune zone del Friuli-Venezia Giulia si è perso addirittura il 100% del raccolto di pere e mele; in Piemonte, la provincia di Alessandria è tra le più colpite. Problemi drammatici si registrano in Lombardia, dove la cimice asiatica ha attaccato le coltivazioni di soia e mais nel Bresciano e di frutta nel Mantovano. Senza dimenticare che pure in Emilia-Romagna la situazione è molto pesante. E sciami di cimici iniziano ad essere segnalati in altre regioni.
Nemiche naturali
La massiccia diffusione della cimice marmorata asiatica (Halyomorpha halys), originaria di Cina e Corea, è stata favorita negli anni scorsi da diversi fattori: l’assenza di nemici naturali; l’aumento delle temperature; la sua polifagia, e cioè la predisposizione a cibarsi indifferentemente di diversi tipi di prodotti vegetali.
Nel frattempo, i trattamenti chimici e la copertura delle colture con le reti non hanno dato risultati efficaci. Così l’unica strada per battere le cimici asiatiche adesso resta quella della lotta biologica. E l’inserimento della vespa samurai ne rappresenta un caso classico, come ha spiegato all’Agi il parassitologo del Crea, Pio Federico Roversi. Per l’esperto, il suo utilizzo come fattore di controllo per contenere la proliferazione della cimice è “uno strumento ecologicamente corretto ed efficace”.
Originaria anch’essa della Cina, la vespa samurai, poco più grande di un millimetro, è infatti un’antagonista naturale della cimice asiatica. Negli ecosistemi in cui è presente, questa vespa accorpa semplicemente le sue uova a quelle della cimice. E così ne riduce la prolifica riproduzione, visto che quest’ultima arriva a deporre anche 600 uova all’anno. Altro vantaggio: la vespa samurai non è pericolosa per l’uomo e non crea problemi agli altri insetti autoctoni, come le api.
Europa colabrodo
Ma al di là della guerra alle cimici asiatiche, che adesso si spera di vincere con la vespa samurai, sotto accusa è finito il sistema di controllo dell’Unione europea. “Con frontiere colabrodo, ha lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari”, denuncia il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
Si tratta di “una politica europea troppo permissiva, che consente l’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nella Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati, con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta”. Per affrontare cambiamenti climatici e globalizzazione, conclude Prandini, “serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello europeo che nazionale, anche con l’avvio di un’apposita task force”.
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