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Giustizia, il Governo Meloni lancia la riforma: separazione delle carriere, doppio Csm e…

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Carlo Nordio, ministro della Giustizia

Giustizia: il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il disegno di legge costituzionale per la riforma della magistratura. Prevede la separazione delle carriere, distinte fin dall’inizio per giudici e pubblici ministeri; il doppio Consiglio superiore della magistratura (Csm) per le due categorie, e l’Alta Corte di giustizia disciplinare.

Sorteggio per tutti

La riforma della giustizia prevede per prima cosa che i due Csm siano presieduti dal capo dello Stato e che ne facciano parte di diritto, il primo presidente (per i giudici) e il procuratore generale (per i pm) della Corte di cassazione.

Tra le novità previste dal ddl costituzionale, il fatto che “i membri togati e laici che siederanno nel Csm giudicante e in quello requirente saranno scelti tramite sorteggio”, ha spiegato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. I membri dureranno in carica quattro anni e non potranno partecipare alla procedura di sorteggio successiva, ricorda l’Agenzia Dire. Mentre saranno nei Csm, non potranno essere iscritti negli albi professionali, né far parte del Parlamento o di un Consiglio regionale.

Ai margini correnti e politica

“Con il sorteggio interrompiamo una serie di anomalie”, ha aggiunto Nordio, che ha citato ad esempio la degenerazione correntizia tra le toghe e lo scandalo Palamara. “Le correnti dei magistrati escono dalle nomine del Csm; ma resta ai margini pure la politica: anche la componente laica del Csm sarà interamente nominata sottoponendosi al principio di casualità”. Una scelta che non avverrà selezionando “tra passanti di strada inesperti di diritto, ma tra persone estremamente qualificate”, ha sottolineato il guardasigilli.

L’Alta Corte disciplinare

La riforma prevede poi l’istituzione dell’Alta corte di giustizia disciplinare, composta da 15 membri (12 estratti a sorte, 3 nominati dal presidente della Repubblica); mentre come evidenza l’Ansa, salta l’ipotesi, sempre sostenuta da Nordio, di introdurre la discrezionalità dell’azione penale.

“Non abbiamo operato modifiche in quel senso perché abbiamo accolto le osservazioni dell’Associazione nazionale dei magistrati”, ha sottolineato il Guardasigilli, riferendosi al sindacato delle toghe, l’Associazione nazionale magistrati (Anm), fortemente contrario alla riforma, e che sta valutando “una mobilitazione importante” senza escludere lo sciopero dopo una riunione convocata nelle ultime ore.

Pm indipendenti come i giudici

Per Nordio, che ha citato Giovanni Falcone e Giuliano Vassalli, “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, ed è composta dalla magistratura della carriera giudicante e da quella della carriera requirente. La magistratura è unica, ma vi è, come direbbe Benedetto Croce, un’unità nella diversità o una diversità nell’unità. Sono due funzioni separate, però entrambe sono autonome e indipendenti”. Con questa riforma della giustizia, “abbiamo dato rilevanza costituzionale anche al fatto che la magistratura requirente è, dev’essere e resterà, indipendente da qualsiasi interferenza del potere esecutivo, da qualsiasi pressione di altri organismi, gode e godrà delle stesse garanzie d’indipendenza della magistratura giudicante”.

Da Meloni a Forza Italia

In un video la premier Giorgia Meloni ha detto che è stato “rispettato un altro impegno preso con gli italiani. In molti hanno detto e scritto in questi mesi che non avremmo mai avuto il coraggio di presentare questa riforma attesa da trent’anni”. Concetto ribadito da Forza Italia, nel nome di Silvio Berlusconi. “La riforma arriva a coronare trent’anni di impegno in prima linea”, ha commentato il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto.

Il rischio referendum

Adesso si entra nella fase più lunga e complicata, che dovrebbe portare a importanti modifiche della Costituzione. E la sola maggioranza alla Camera e al Senato non basta. In mancanza del consenso dei due terzi per ogni ramo del Parlamento, servirebbe il referendum. Sul tema, il sottosegretario Alfredo Mantovano ha espresso un cauto ottimismo: “Il testo non è blindato ma aperto al contributo dell’intero Parlamento, non è così certo che si arrivi al referendum”.

Dall’opposizione intanto l’unica sponda arriva da Azione: “Valuteremo con attenzione il testo del Governo e se sarà in linea la nostra proposta voteremo a favore”. Per il Pd invece questa proposta di riforma della giustizia è “un duro colpo all’autonomia e all’indipendenza della magistratura. La Costituzione viene sfregiata e sacrificata per un patto di potere con Forza Italia per la tenuta del Governo”. Scettica anche Italia Viva: “È una riforma costituzionale quasi a metà legislatura che non completerà il suo iter. Di epocale c’è solo la presa in giro”.

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