Economia

Maxi frigo a Fiorenzuola: il sindaco Gandolfi ribatte al Comitato Barabasca

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Il progetto della piattaforma logistica alla Barabasca e, nel riquadro, il sindaco di Fiorenzuola Romeo Gandolfi

Maxi frigo a Fiorenzuola: arriva la replica dell’Amministrazione guidata dal sindaco Romeo Gandolfi all’attacco del Comitato Barabasca, contrario all’insediamento del maxi frigo di NewCold approvato in Consiglio comunale lo scorso 27 ottobre.
Dalla classificazione dell’area logistica all’accusa di aver favorito la nuova proprietà, fino al tema degli oneri, ecco le risposte della maggioranza di centrodestra del capoluogo della Val d’Arda che riportiamo integralmente.

«Come Amministrazione Comunale, riteniamo doverose alcune precisazioni, soprattutto per dovere di verità e chiarezza verso la cittadinanza, in merito a quanto espresso dal Comitato Barabasca sugli organi di stampa e diffuso attraverso alcuni social media, sul prossimo insediamento della Società Newcold nell’area della Barabasca e su quanto si è discusso in merito nel Consiglio Comunale dello scorso 27 ottobre.

Il primo punto da chiarire è che l’area in questione, sita nel comparto Barabasca, è stata classificata e destinata urbanisticamente a sviluppo industriale nell’anno 2000 e quindi è assolutamente improprio e fuorviante parlare oggi di “consumo di suolo” per un’area che da 20 anni aspetta di essere attuata. È perfettamente logico e soprattutto coerente con la nuova Legge Regionale partire proprio da queste aree, già classificate da tempo per i nuovi insediamenti. La scelta oggi non è quindi se lasciare questi terreni ad uso agricolo o destinarli ad uno sviluppo della logistica. Questa scelta è stata fatta 20 anni fa dalla amministrazione di allora. Per questo alcune critiche mosse da un comitato che chiaramente appare più volto a finalità elettorali piuttosto che ambientali, ci appaiono strumentali, se non apertamente espresse in mala fede. Un comitato di questo tipo avrebbe avuto senso 20 anni fa, quando si fece la classificazione dell’area ad uso industriale. Oggi appare francamente esprimersi fuori tempo massimo, almeno per le aree in questione.

Le altre aree della lottizzazione esistente che, secondo il comitato, dovevano essere attuate con precedenza, sono invece oggi difficilmente raggiungibili proprio a causa di una viabilità mai completata che avrebbe dovuto trovare sfogo nell’urbanizzazione dell’area oggetto di critiche. La sua attuazione consentirà molto probabilmente anche agli altri lotti invenduti di diventare più appetibili.

In merito poi alle accuse di aver favorito l’attuale proprietà, la Società 2k Engineering, le stesse sono assolutamente infondate: detta azienda ha acquisito la proprietà nel 2019, attraverso un’asta pubblica indetta dal curatore fallimentare della Società Soprip spa, che aveva, nel 2010, a sua volta acquistato l’Area dall’Istituto Gazzola di Piacenza, una Fondazione Agricola. Il terreno era stato messo all’asta già altre volte prima del 2019 e le aste erano sempre andate deserte. Il fatto di aver concesso una deroga all’altezza massima su una porzione di area, è stata una scelta non prevedibile, legata alla tipologia di intervento e non certamente al proponente ed i rilievi del comitato sono totalmente privi di fondamento.

Forse la domanda più legittima sarebbe a nostro avviso questa: è stato opportuno che una società pubblica, già abbondantemente indebitata con gli istituti di credito, abbia investito quasi 3.500.000 euro di soldi pubblici nel 2010, in piena crisi immobiliare, per acquistare un terreno con pesanti vincoli urbanistici voluti dalle amministrazioni di centrosinistra. La risposta per noi è ovvia… Noi crediamo che questo sia stato il colpo di grazia per la Soprip, che, dopo soli 5 anni dall’acquisto del terreno venne messa in liquidazione e non riuscì mai a finalizzare nessun tipo di destinazione e sviluppo di detta Area.

La Soprip spa era infatti una società partecipata da 27 Enti Pubblici della Provincia di Parma e Piacenza (la sola Provincia di Parma ne deteneva ben il 30%), che fallì nel 2014 con un debito di quasi 28 milioni di euro, di cui 23 solo di esposizione verso le banche (debito interamente a carico di cittadini di Parma e Piacenza quindi). Ricordiamo solo che detta Società, stanti gli Enti che la componevano, fin dalla sua costituzione avvenuta nel 1980, era sempre stata in capo di fatto alla sinistra ed alle sue articolazioni, tanto che l’ultimo Amministratore Delegato fu addirittura Segretario Provinciale di Parma del Partito Democratico. Dopo il fallimento della Soprip, diventata una s.r.l. in liquidazione, lo stesso, dal 2015 al 2020, divenne anche Consigliere Regionale del PD.

Questo, quindi, lo stato delle cose a cui si è oggettivamente trovata di fronte questa Amministrazione. Anni di possibile sviluppo dell’Area, persi per incapacità gestionale e tante possibili occasioni mancate, mentre Comuni vicini, approfittando anche dell’inerzia Fiorenzuolana, acceleravano su insediamenti commerciali e industriali (come a Fidenza o nella vicina Cortemaggiore dove negli ultimi anni ben 23 imprese Fiorenzuolane hanno deciso di trasferirsi, non trovando evidentemente nel proprio Comune le condizioni per continuarvi ad operare).

In questo contesto, è bene sottolinearlo, di diritti acquisiti, davanti alla proposta di una Ditta leader mondiale nella logistica del freddo, disposta ad investire nel territorio fiorenzuolano nel breve periodo ben 80 milioni di euro per il proprio Centro di insediamento del Nord Italia e di portare in prospettiva, nel prossimo futuro, più di 100 posti di lavoro qualificato, di risorse tecniche laureate e diplomate, (sono anche allo studio corsi specifici di formazione d’Intesa con Tutor scarl, l’Ente formativo dei Comuni di Fiorenzuola e Piacenza e si avrà inoltre la possibilità di fare tornare vicino a casa ed alle proprie famiglie, i tanti fiorenzuolani oggi impiegati negli insediamenti logistici della Provincia e anche di fuori Provincia perché molti hanno già maturato un alto profilo di specializzazione). L’Amministrazione, nel pieno rispetto delle norme, ha deciso di pervenire ad una deroga degli indici urbanistici dell’Area. Deroga che, ricordiamo, riguarda un solo fabbricato dei 2 attualmente previsti, che potrà realizzarsi fino a 41 metri di altezza contro i 15 attualmente previsti dalle norme, scelta giustificata con una maggiore ottimizzazione energetica dell’impianto.

Il percorso di deroga, giova ricordarlo, è stato condiviso con altri 14 Enti Istituzionali che, sostanzialmente, nulla hanno avuto ad eccepire su detta soluzione, soprattutto in merito ai dettami paesaggistici ed ambientali.

Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione poi, sono comunque maggiori, a volte anche del doppio, rispetto a quanto applicato in situazioni analoghe da altri Comuni della Provincia».

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