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Ora solare e ora legale: ma serve davvero spostare le lancette?

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Ora solare: domenica prossima, 29 ottobre, torna l’ora solare. Alle 3 del mattino, le lancette andranno spostate indietro di un’ora, sulle 2. L’ora solare così ripristinata resterà in vigore fino al prossimo 25 marzo. Sin qui, una semplice informazione di servizio, utile soprattutto per qualche persona sbadata. È intuitivo, però, come una modifica della misurazione convenzionale del tempo non si esaurisca in un adempimento meccanico. Questo spiega l’interesse suscitato, due volte l’anno, dal cambiamento dell’ora. Vediamo un po’ da quando si fa, per quale motivo e quali sono i termini del dibattito circa la sua utilità.

Una regola dal 1916

Torneremo all’ora solare, quella del fuso orario del meridiano di riferimento, perché ci congediamo dall’ora legale. Quest’ultima è stata introdotta, per la prima volta in epoca contemporanea, nel 1916 in Gran Bretagna. Le esigenze connesse allo sforzo bellico fecero infine accogliere la proposta dell’imprenditore inglese William Willett (1856-1915), strenuo sostenitore dell’espediente. In realtà, prima del rimedio legale, per secoli la società rurale ha sortito lo stesso scopo. Si regolavano i bioritmi con quelli della natura, della quale (e non solo nella quale) si viveva. Così, anticipi e ritardi venivano osservati spontaneamente. Agli albori della civiltà industriale, è stato il celeberrimo inventore e politico statunitense Benjamin Franklin (1706-1790) a porsi per primo il problema.

L’ora legale in Italia

Anche da noi, l’ora legale è stata introdotta per la prima volta come misura di guerra, nel 1916. Dal 1921, non è stata rinnovata. È stata ripresa e dismessa più volte fra il 1940 e il 1948, causa soprattutto il secondo conflitto mondiale. Qualche curiosità? Fra il giugno 1940 e il novembre 1942, è stata impiegata ininterrottamente. Mentre, dopo il 1943, la frattura del Paese in due tronconi ha comportato talvolta una sfasatura anche nella sua applicazione.

Legge ad hoc

Abbandonata come detto nel 1949, l’ora legale è stata reintrodotta con legge nel 1966, in tempo di crisi energetica. Inizialmente, la sua durata era più breve: quattro mesi, da maggio a settembre. Tra il 1980 e il 1996, il suo periodo di vigore è stato ampliato, all’inizio e alla fine. Dal 1996, ci conformiamo alla prassi europea. La direttiva 2000/84/CE, recepita con Legge n. 96/2010, ha definitivamente fissato i due estremi di applicazione. Dall’ultima domenica di marzo all’ultima domenica di ottobre.

Il resto del mondo

In Africa, l’ora legale è scarsamente impiegata, specie nell’area equatoriale, dove i benefici sarebbero minimi. In Oceania e in genere nei Paesi dell’emisfero boreale si applica, ma a stagioni invertite rispetto a noi. Anche in Asia è di rara applicazione. Caso a parte la Russia: tra il 2011 e il 2014 ha utilizzato solo l’ora legale; dal 2015, adopera solo l’ora solare. In Nord America è normalmente usata, salvo eccezioni. Ad esempio, negli Stati Uniti non è praticata in Arizona e alle Hawaii.

Ora legale: quanto vale

Lo scopo principale del cambio d’ora è realizzare un risparmio energetico, riducendo il consumo d’illuminazione elettrica. Con l’ora legale, infatti, cerchiamo di sfruttare il più possibile la luce solare. Secondo i dati di Terna, tra il 2004 e il 2012 il risparmio, in termini economici, è stato pari a 900 milioni di euro. Quantificandolo in chilowattora, i dati del 2012 lo stimano però pari solo allo 0,19 % del fabbisogno nazionale. Basterebbe a eguagliarlo, per dire, dormire tra le 20 e le 4, anziché tra le 23 e le 7: circostanza, però, normalmente irrealizzabile.

I pro e i contro

Quanto ai benefici e agli svantaggi in termini di qualità della vita, le opinioni sono alquanto variegate. Si va da chi intravede miglioramenti per la sicurezza stradale, a studi australiani che imputano allo spostamento delle lancette l’aumento dei suicidi. Le maggiori critiche si appuntano sull’alterazione del ritmo sonno-veglia, per quanto la tempistica dell’adattamento cambi molto da persona a persona. E gli Italiani, che ne pensano? A sentire il Codacons, sono esattamente spaccati a metà: 50% favorevoli al cambio d’ora, 50% contrari. L’associazione presieduta da Carlo Rienzi, peraltro, propone d’impiegare solo l’ora legale. In conclusione: è più difficile regolarsi sulle opinioni, che sugli orologi.

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Corrado Cavallotti è laureato con lode in Giurisprudenza all’Università Cattolica. Ha vinto il Premio Gemelli 2012 per il miglior laureato 2010 della Facoltà di Giurisprudenza di Piacenza. Ama la storia, la politica ed è appassionato di Chiesa. Scrive brevi saggi e collabora con il periodico Vita Nostra.

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