Attualità

Riina, quando la pietà si scontra con il rispetto

Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto

Parlare di Totò Riina oggi non è facile. Da un certo punto di vista è come sparare sulla Croce rossa. Sta vivendo gli ultimi giorni della sua vita. È malato, molto malato, dicono. E in quanto essere umano ha diritto a una morte dignitosa, ha sentenziato in sostanza la Cassazione. Non so come la penseranno i cattolici più ferventi o i buonisti a tutti i costi. Ma credo che Riina debba restare dietro le sbarre. Curato e accudito nel modo dovuto a una persona che versa nel suo stato di salute. Ma fuori dal carcere no. Anche la pietà in questo caso ha un limite. E si chiama rispetto. E non è solo il rispetto verso le vittime che hanno pagato con la vita il suo odio mafioso e la sua brama di potere. È il rispetto anche per chi è rimasto senza le persone più care. E oggi piange ancora per questa violenza.

La pietà si è fermata a Capaci e in via D’Amelio

Non serve fare tanti nomi e cognomi. Qualche giorno fa è stato il 25º anniversario della strage di Capaci. E il mese prossimo sarà la volta di via D’Amelio. Di nomi, anzi di cognomi, ne bastano due: Falcone e Borsellino. I primi di una lunga lista, che non sappiamo nemmeno dove finisce. Ecco, lo Stato, se c’è, deve avere la forza di dire no. No alla pietà a tutti i costi. No alla pietà senza pentimento. Un pentimento vero e non di facciata. Chi del togliere la vita ha fatto il suo stile di vita – e scusate il gioco di parole – non può chiedere di concludere la sua esistenza in una pace che non merita.
Chi siamo per giudicare, si chiederà qualcuno. Nessuno giudica. L’ha già fatto lo Stato con le sue sentenze, che vanno rispettate. Anche per sostenere in pieno le donne e gli uomini che tutti i giorni, nelle forze dell’ordine e nella magistratura, continuano a combattere la mafia. Che non è morta e non morirà con Riina.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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