Ecotassa: il semaforo è diventato giallo se non rosso. L’emendamento che introduce imposte e incentivi basati sulle emissioni di anidride carbonica (CO2) per l’acquisto di nuove auto è già bloccato. Inserito nel disegno di legge di Bilancio, prevede una tassa progressiva (da 150 a 3.000 euro) a seconda delle emissioni di C02 dell’auto nuova che si acquisterà nei prossimi tre anni.
All’imposta si accompagna una serie di incentivi (da 1.500 a 6.000 euro), sempre in base alle emissioni di C02, per chi comprerà i modelli più virtuosi. Lo stanziamento è di 300 milioni all’anno dal 2019 al 2021, coperto sostanzialmente dalle previsioni di gettito generate dall’ecotassa (tra 350 e 370 milioni).
Ecotassa, Lega e 5 Stelle
Risultato di questo meccanismo: soldi pubblici per l’acquisto dei modelli più cari del mercato (auto elettriche e lussuose ibride) e una sovrattassa per chi invece acquista un’auto “normale”. Così dopo le proteste di consumatori, produttori, concessionari e sindacati è arrivata la repentina marcia indietro della Lega. Salvini si è detto assolutamente contrario a tassare gli automobilisti, già tartassati in tutti i modi. Quindi il Carroccio non voterà a favore dell’ecotassa.
Poi anche Di Maio ha gettato acqua sul fuoco: “La norma si può migliorare in Senato”. E ha annunciato un incontro con le parti interessate. Mentre il viceministro dell’economia dei 5 Stelle, Laura Castelli, ha tenuto il punto, sostenendo che l’ecotassa è nel contratto di governo. Infine, il premier Conte: “C’è tempo per riflettere”.
Smog, il nodo da sciogliere
Insomma, anche su questo fronte nel governo giallo-verde regna il caos a pochi giorni dalla chiusura dell’iter della legge di Bilancio. Vedremo come andrà a finire. Ma comunque, magari in modo meno maldestro, il problema dello smog, dell’inquinamento che soffoca la Pianura Padana e le città di tutt’Italia va affrontato alla svelta. Anche perché sulla qualità dell’aria siamo da tempo nel mirino di Bruxelles.
Parco circolante ai raggi x
E allora proviamo a ragionare sullo smog partendo dal parco circolante italiano. Nel nostro Paese ci sono oltre 37 milioni di autovetture (dati 2017 elaborati dall’Unrae). Quelle ante Euro 3 sono quasi 7,6 milioni (20% diesel) e l’anzianità media è di 10,9 anni.
I veicoli commerciali sono più di 3,7 milioni, con gli ante Euro 3 al 33%. I veicoli industriali sono 653.000, con gli ante Euro 3 al 39% e un’anzianità media di 12,9 anni. Per finire, gli autobus: sono 61.000, con gli ante Euro 4 al 59,3% del totale, mentre l’anzianità media è di 12 anni.
Rottamazione e colonnine
Ce n’è abbastanza per capire che il parco circolante italiano ha bisogno di un drastico rinnovamento anche sotto il profilo della sicurezza stradale. Serve quindi una nuova stagione di rottamazioni, che guardi prima di tutto ai proprietari degli automezzi più vecchi (compresi almeno i veicoli commerciali). Gli incentivi vanno dati partendo da loro per l’acquisto di modelli più sicuri e meno inquinanti, sia per la CO2 sia per le altre emissioni che causano lo smog. Senza dimenticare un altro tipo di agevolazione: quella per il passaggio all’alimentazione a metano e gpl per i veicoli già immatricolati.
Giusto puntare anche sulle auto elettriche. In grande evoluzione tecnologica, avranno sempre più autonomia e prezzi sempre più accessibili. Ma parallelamente bisogna pensare alle infrastrutture per la ricarica delle batterie. Per ora le colonnine latitano e servono investimenti che in breve tempo portino a risultati concreti, coinvolgendo Regioni, enti locali ed operatori del settore.
Chi inquina paga
In questo quadro di agevolazioni allora si può anche pensare a un aumento progressivo del bollo in base all’età del veicolo: più inquini più paghi. Sarebbe un ulteriore “incentivo” a cambiare auto. Ma senza una penalizzazione troppo pesante, perché molti automobilisti non si possono permettere di acquistare un nuovo modello. E magari la macchina è l’unico mezzo che hanno a disposizione per andare al lavoro.
Infine sono necessari investimenti su tutte le alternative di mobilità che facciano lasciare l’auto in garage. Come dimostrano i continui blocchi del traffico, anche sotto il profilo sanitario non si può più aspettare. E allora speriamo che dal caos dell’ecotassa esca qualcosa di meglio, non solo per il nostro portafogli ma anche per i nostri polmoni.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.