Liceo del Made in Italy bloccato. Il Consiglio di Stato ha sospeso il suo parere vincolante, dopo aver esaminato il Regolamento e la documentazione richiesta al ministero dell’Istruzione e del Merito. Stiamo parlando del settimo liceo italiano, indirizzato al sostegno “della creatività dell’industria e dell’artigianato nostrano”, come spiega l’Agenzia Dire, che prende il posto del Liceo economico sociale (tra le polemiche e le proteste di studenti e corpo insegnanti).
Il Consiglio ha solo fermato l’iter del suo parere; ma il rallentamento burocratico potrebbe far slittare il varo del nuovo liceo per l’anno prossimo, a ridosso delle iscrizioni all’anno 2025/2026. Secondo il Consiglio nel Regolamento manca “il preventivo parere della Conferenza unificata Stato-regioni. Una mancanza di “rilievo essenziale” perché si tratta di un “ineludibile passaggio procedimentale”, rendendo così “impossibile a questa sezione esprimere il proprio parere sulla base di una piena conoscenza del complesso degli elementi valutativi relativi al proposto intervento normativo”.
Costi e didattica
Alla base ci sarebbero delle criticità relative ai costi ma anche alla didattica: dal terzo anno è previsto che una materia non linguistica venga insegnata in lingua straniera, ma sarebbe necessario formare appositamente i docenti, con evidenti problemi di copertura finanziaria. “Si evidenzia, di conseguenza, l’opportunità di chiarire se questa oggettiva esigenza formativa che dovrà essere realizzata a favore del corpo docente non sia tale da tradursi in un’eventuale vulnus della prospettata neutralità finanziaria”, si legge nel documento del Consiglio.
La nota del ministero
Tuttavia, il dicastero dell’Istruzione e del Merito, guidato dal ministro Giuseppe Valditara, puntualizza in una nota: “La realtà non è questa. Il parere del Consiglio di Stato è interlocutorio e non definitivo. Nella giornata di oggi è pervenuto il parere della Conferenza Stato-Regioni, che è pienamente favorevole. Peraltro, nel parere del Consiglio di Stato non vengono poste osservazioni rilevanti e, dunque, non ci sarà alcuno ‘stop’. Nell’interesse stesso della scuola italiana sarebbe sempre utile, prima di diffondere notizie allarmistiche, verificarne il fondamento”.
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