Giovanni Toti: si avvia al termine la vicenda giudiziaria dell’ex governatore della Liguria. Toti ha trovato un accordo con la Procura di Genova per patteggiare due anni e un mese. I reati patteggiati sono corruzione impropria e finanziamento illecito, spiega l’Ansa. Adesso la decisione spetterà al Gup che dovrà fissare una udienza per la decisione finale.
La pena che Toti patteggia con la Procura, spiega l’Ansa, verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Nell’accordo tra i Pubblici ministeri e l’avvocato Stefano Savi prevista anche l’interdizione temporanea dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con le Pubbliche amministrazioni per la durata della pena e la confisca di 84.100 euro.
Le parole di Toti
“Un patteggiamento non vuol dire essere colpevoli, un accordo con la Procura vuol dire trovare una mediazione tra le loro accuse: quattro anni di inchiesta, intercettazioni e pedinamenti, si risolvono in qualcosa di molto derubricato rispetto a ciò di cui venivo accusato. Si dice che la montagna ha partorito il topolino, mi sembra che sia questo il caso”, ha commentato Toti in una serie di dichiarazioni rilanciate anche dall’Agenzia Dire.
“Un accordo che riconosce moltissime delle nostre ragioni nessun atto illecito è stato compiuto, tutte le pratiche sono legittime, tutti i soldi donati al mio comitato sono stati usati per la politica e non per arricchimento personale”, ha sostenuto l’ex governatore ligure. “Resta, ad avviso dei Pm, l’accusa di corruzione ambientale, ma se parlare con le imprese e portarle a investire quando le stesse sono finanziatrice della politici significa commettere un reato il problema non è di Toti, ma della politica. Non ho ammesso nessuna colpa e vedermi riconoscere dalla Procura tutto questo è già un successo”.
L’ex governatore ha poi precisato: “Mi prendo io un piccolo pezzo di responsabilità rispetto al collegamento tra quegli atti e i finanziamenti ricevuti dal Comitato Toti, per me del tutto legittimo e che non ha discriminato né aiutato nessuno. Ma qualsiasi accordo prevede che ci si incontri a metà strada: in questo caso, ero accusato di corruzione propria, impropria, traffico di influenze, falso… una serie di accuse che alla fine anche i Pm hanno deciso che potevano essere derubricate in molto meno”.
I commenti degli avversari
A stretto giro sono arrivate le reazioni al patteggiamento degli avversari politici di Toti. “E meno male che era tranquillo al punto da dichiarare: ‘Dimostrerò la mia innocenza, affronto il processo a testa alta, era tutto regolare'”, è il commento del Movimento 5 Stelle ripreso da Genova Today. “Ma la verità evidentemente la sapeva anche lui; eppure, ha avuto la faccia tosta di accusare i magistrati. Il patteggiamento lancia egregiamente la campagna elettorale di Bucci, (il sindaco di Genova, candidato alla presidenza della Liguria per il centrodestra, ndr) che aveva detto di voler ripartire proprio da Toti”.
Per Carla Nattero di Sinistra Italiana e Simona Simonetti di Europa Verde, “in sostanza è una ammissione di colpevolezza che segue quella di Signorini e molto probabilmente sarà seguita per ultimo da Spinelli. Bucci così può fare la campagna elettorale senza il condizionamento del processo dove forse avrebbe dovuto spiegare, visto che molti dei reati contestati riguardano Genova, se non se ne è accorto o se si è girato dall’ altra parte”.
Patteggia anche Signorini
Pure per l’ex presidente dell’Autorità portuale di Genova ed ex amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini è stato infatti concordato un patteggiamento con la Procura. I suoi legali Mario ed Enrico Scopesi, hanno concordato con i Pm una pena di tre anni e cinque mesi e una confisca di poco più di 100 mila euro, oltre all’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Anche in questo caso, conclude l’Ansa, sarà il Giudice per l’udienza preliminare decidere sulla richiesta.
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