Sui migranti e le operazioni di salvataggio delle Ong è arrivata una posizione netta da parte della Commissione Difesa del Senato. No all’autonomia delle Organizzazioni non governative nelle acque del Mediterraneo. Le imbarcazioni delle Ong dovranno essere coordinate dalla nostra Guardia costiera. Non solo, per poter agire anche sotto questo cappello, le Ong dovranno essere certificate. In modo da evitare qualsiasi dubbio sul loro operato. Anche se al momento, afferma il documento finale della Commissione, “non vi sarebbero indagini in corso a carico di organizzazioni non governative in quanto tali; né emergerebbero elementi tali da far supporre rapporti tra queste e i trafficanti di esseri umani”. La relazione, votata all’unanimità, è stata redatta dopo una serie di audizioni con i responsabili delle missioni, i magistrati e con le stesse Organizzazioni non governative.
No a Corridoi umanitari “privati”
Le Ong hanno svolto un lavoro importantissimo. Basti pensare che quest’anno hanno già tratto in salvo più di 12mila migranti. Ma secondo la relazione dei senatori, “In nessun modo può ritenersi consentita dal diritto interno e internazionale, né peraltro desiderabile, la creazione di corridoi umanitari da parte di soggetti privati“. Si tratta di un compito che compete a Stati, organizzazioni internazionali o sovranazionali. “Viceversa, i privati, se opportunamente inseriti in un contesto saldamente coordinato dalle autorità pubbliche, possono fornire un apporto significativo e costruttivo”.
Migranti, regole chiare per le Ong
Quindi, prima di tutto, le Ong che partecipano al soccorso nazionale dovranno avere una certificazione. Questo per evitare “alla radice ogni sospetto di scarsa trasparenza organizzativa ed operativa”. Concetto che va a braccetto con il rendere pubbliche le loro fonti di finanziamento. In secondo luogo, le Ong dovranno attenersi alle indicazioni delle autorità italiane, in questo caso la Guardia costiera, “anche su tempi e modalità di svolgimento del servizio, oltre che sull’area nella quale posizionarsi”. Infine, hanno il dovere di collaborare, perché non si perdano “preziosi elementi di prova”. Come? In parallelo al salvataggio sulle navi delle Ong, va consentito “l’intervento tempestivo della polizia giudiziaria”.
Numeri sempre più drammatici
Intanto l’Oim, l’Organizzazione mondiale per le migrazioni, aggiorna i dati di questa tragedia. I migranti e rifugiati arrivati in Europa via mare dall’inizio dell’anno al 14 maggio sono stati 53.912. Gli arrivi in Italia ammontano a 45.118, pari a circa l’84% del totale. Rispetto allo stesso periodo del 2016, nel nostro Paese sono giunti 12.826 migranti in più, con un aumento che sfiora il 40%. E non poteva essere che così, dopo la chiusura del passaggio attraverso i Balcani, che consentiva ai migranti di arrivare in Europa via terra. Una situazione che sta mietendo un numero spaventoso di vittime. I morti in mare nel 2017 sono già stati 1.316.
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