Economia

Bollo auto: niente revisione per chi non l’ha pagato

Bollo auto: per gli evasori le cose si complicano. Dal 1° gennaio del prossimo anno potrebbe arrivare la stretta che collega la revisione del veicolo al controllo del pagamento della tassa. Se il proprietario del mezzo non sarà in regola, il veicolo non verrà revisionato. E quindi non potrà circolare. Ma andiamo con ordine e vediamo che cosa sta succedendo.

L’emendamento Ribaudo

La norma per ora è in fase di proposta. Si tratta di un emendamento del Partito democratico, primo firmatario il deputato Francesco Ribaudo. L’emendamento è relativo al decreto legge di correzione dei conti pubblici, la cosiddetta manovra bis. La proposta di modifica è stata presentata in Commissione Bilancio alla Camera dei Deputati. E propone che gli uffici competenti del Dipartimento dei Trasporti e le imprese autorizzate alla revisione dei veicoli abbiano il compito di controllare l’avvenuto pagamento del bollo. Prima di effettuare il controllo sul mezzo, si legge nel testo dell’emendamento, “devono verificare l’avvenuto pagamento, dell’anno in corso e degli anni precedenti, della tassa di proprietà, della tassa di circolazione e della situazione di fermo amministrativo”.

Senza bollo auto non si circola

Il testo prosegue spiegando che “Nel caso che la verifica dia esito negativo, non è possibile procedere con la revisione del veicolo. Ed il suo proprietario è obbligato ad effettuare i pagamenti mancanti e presentare una nuova richiesta di revisione per poter circolare”. Quindi, se non si è in regola con il pagamento del bollo, l’auto resta in garage.

A volte ritornano

Lo stesso emendamento per contrastare l’evasione del bollo auto – valutato indicativamente in almeno 500 milioni di euro l’anno – era stato presentato sempre da Ribaudo nel dicembre scorso. Ma poi era stato accantonato. Il motivo? L’emendamento avrebbe innescato una serie di complicazioni burocratiche e normative difficili da dipanare. Di fatto la sua approvazione farebbe tornare il bollo auto ad essere una tassa di circolazione. E non più una tassa di proprietà com’è oggi. E che tra l’altro, dopo 3 anni dal mancato pagamento, cade in prescrizione. In più, le officine autorizzate alla revisione dei veicoli di fatto si trasformerebbero in agenti del Fisco. O in qualcosa di molto simile. E poi c’è un ulteriore nodo da sciogliere: quale sarebbe il ruolo delle regioni, oggi responsabili della riscossione e gestione del bollo auto?

La direttiva Ue 2014/45 e la nuova carta di circolazione

Tra l’altro, in Parlamento sembrano essersi scordati che entro il 20 maggio l’Italia dovrebbe applicare le nuove norme europee sui controlli dei veicoli, previste dalla direttiva Ue 2014/45. Un quadro normativo che da un lato prevede maggiori oneri per il proprietario, responsabile dello stato di salute del mezzo. E dall’altro richiede personale più preparato nei centri di revisione. Senza dimenticare un’ulteriore cambiamento. Dal luglio 2018 arriverà infatti la nuova carta di circolazione, che manderà in pensione il vecchio libretto e il certificato di proprietà. Insomma, aspettando il nuovo Codice della strada, per gli automobilisti italiani novità e grattacapi non finiscono mai.

 

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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