Cultura

Negri: il bel convegno per Del Boca e la Piacenza che non ci piace

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«Il convegno di studi in memoria di Angelo Del Boca organizzato dall’Isrec e concluso ieri dopo tre giorni di relazioni impone alcune considerazioni». Inizia così la lettera aperta che ci ha inviato Ippolito Negri, direttore del periodico L’urtiga, e che vi riproponiamo integralmente.

«Il tema “La lunga aggressione coloniale”, affrontato con analisi storiche su base scientifica, ma proiettato verso una miglior lettura dell’attualità, ha visto alternarsi ventun relatori, tra cui storici del peso di Marcello Flores, Mimmo Franzinelli, Nicola Labanca, Michela Ponzani. Mica pizza e fichi: cinque sessioni tre giorni di confronto introdotti dal presidente dell’Isrec, Pierluigi Bersani, che sarà pur bettolese, ma rimane una figura di primo piano nella politica nazionale.

Insomma, un bel convegno, molto partecipato, che era stato presentato con adeguato rilievo anche dal Corriere della Sera (e non per compiacenti rapporti amicali tra piacentini).
E veniamo alle considerazioni:

1) Copertura mediatica. Avete presente la paginate di autoerotismo dedicate al Festival del pensare contemporaneo? Ecco, giusto l’opposto: un paio di presentazioni appena dignitose e un resoconto di taglio basso alla fine. La sagra del tortello con la coda viene trattata meglio. Questo fa sì che quelle turbe di affetti da piaggeria acuta che solitamente inondano plaudenti il web per ogni sospiro dell’attuale Amministrazione o della Fondazione non abbiano battuto ciglio.

2) Pare che nella scuole superiori si studi storia, arrivando persino al XX secolo (ma con qualche difficoltà, dicono i docenti) classi presenti al convegno: due. Occasione sprecata. In quattro ore venerdì mattina – ad esempio – gli studenti avrebbero potuto apprendere dalla voce di Marcello Flores, Simona Berhe (università di Firenze), Giuseppe Spagnuolo (Università di Bari Aldo Moro), Marina Cardozo (Università de la Repubblica, Uruguay) l’intero percorso coloniale italiano e le nuove forme di colonialismo. Diciamo che con opportuni appunti avrebbero potuto svolgere un ottimo tema di maturità, se non una delle mitiche tesine (che non si capisce se ancora ci siano o meno). Corollario, pochi studenti; e docenti? Ma fatemi il piacere sono a scuola a svolgere il programma e al pomeriggio o di sabato sarebbe rischioso avventurarsi in percorsi di approfondimento culturale.

3) Nell’acronimo Isrec compare la parola “Resistenza”. Ci si aspetterebbe dunque di vedere nella platea ampie rappresentanze delle associazioni resistenziali, Anpi o Partigiani cattolici che siano. Nessuno, invece, né presidenti in carica, provinciali o cittadini che siano, non un ex presidente (provinciale o cittadino che sia), non uno degli habitué della narrazione (anche colta) resistenziale; non so quali fossero le antipatie, presumo reciproche, tra l’ex partigiano Angelo Del Boca, storico che ha lasciato il segno nella storiografia internazionale, e associazioni nonché scriventi locali, ma che si manifestino ancora nei confronti del celebrato è ridicolo, a voler essere gentili.

4) Corollario del convegno una mostra dal titolo “BOT l’affricano”; l’artista piacentino stiracchiato fra politica e arte ha attirato per il vernissage un pubblico mai visto – dicono – in occasioni analoghe presso gli Amici dell’Arte. E qui è il punto: gli orari della mostra che rimarrà aperta sino al 15 dicembre certificano l’inadeguatezza dell’Associazione; apertura venerdì, sabato, domenica dalle 16,30 alle 18,30. Come dire due weekend e un venerdì: totale 14 ore di apertura. Roba per pochi intimi. Non certo per eventuali visitatori forestieri che semmai alle 16,30 lasciano la città, soprattutto in stagione invernale. Quello spazio gelosamente conservato dall’Associazione è quindi ancora una volta sprecato. E se l’Associazione, per il restringersi delle adesioni (problema di tutto l’associazionismo e del volontarismo) non è in grado di garantire ben altre coperture dovrebbe pensare seriamente al passare la mano a strutture professionali o pubbliche come la contigua Galleria Ricci Oddi. Ed in proposito c’è un particolare apparentemente insignificante ma che dà la misura dello scarso interesse che si riserva alla Galleria: di fronte all’ingresso per XNL sono stati ricavati spazi delimitati da parigine (le catenelle rimosse servono anche per il carico e scarico eventuale) che ne rendono agevole l’accesso al pubblico; di fronte alla Galleria sono state rimosse le fioriere che segnavano ed agevolavano l’accesso. Un segnale? Pare proprio di sì.

Insomma, se quel convegno era all’insegna, oltre che della commemorazione di Angelo Del Boca, del “conosci il passato per capire il presente”, be’ ha raggiunto lo scopo, mettendo in grado chi lo ha seguito di leggere la grande Storia e l’attualità, ma anche di capire la pochezza e la banalità provinciale che limita questa città».

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2 Commenti

  1. Ottimo convegno! Ho potuto purtroppo partecipare solo alla giornata conclusiva per ragioni familiari, ma ho ‘sentito’ aria di ‘Cultura’ alta per proposta in una sede molto bella e adeguata all’evento di cui. Sono stato Presidente di ANPI Castel S. G. e Sarmato e iscritto all’Isrec… Su Piacenza città nulla da aggiungere a quanto evidenziato. Dobbiamo correre per recuperare posizioni che assolutamente ancora Non abbiamo.

  2. Mi sarebbe piaciuto partecipare al convegno in onore di Del Boca – partigiano in alta val Trebbia con Londei – se solo lo avessi saputo. Forse il convegno avrebbe dovuto essere pubblicizzato meglio.

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