Piacenza: eletto il nuovo Consiglio provinciale che affiancherà nei prossimi due anni la presidente Monica Patelli. E le sorprese ieri non sono mancate. A partire dalla notevole affluenza nel seggio aperto all’Istituto Isii Marconi dalle 8 alle 20. A votare infatti sono andati in 479 tra sindaci e consiglieri. L’82,16% dei 583 amministratori dei 46 Comuni del territorio piacentino.
Il cinque a cinque
Sui dieci consiglieri eletti in Provincia, cinque sono andati al centrosinistra e altrettanti al centrodestra. Iniziamo dal Pd e dintorni, che nel complesso ha totalizzato 45.247 voti ponderati, con quelli degli amministratori dei Comuni maggiori che via via pesano di più, secondo il sistema di calcolo stabilito dalla legge Delrio. La lista “Piacenza Unita” ha visto l’elezione, in ordine di preferenze, di Sergio Ferri (7.202 voti, consigliere Pd a Piacenza), Nadia Pompini (6.819, consigliera a Vernasca), Gabriele Scagnelli (6.639, vicesindaco di Rivergaro); Patrizia Calza (6.312, sindaco di Gragnano) e Roberta Valla (6.230, sindaco Pd di Travo).
La lista “Centrodestra Piacentino”, ha conquistato in complesso 44.447 voti; i cinque seggi sono stati assegnati a Franco Albertini (10.179 voti, sindaco dell’Alta Val Tidone di Fratelli d’Italia); Paola Galvani (9.335, sindaco di Rottofreno di Forza Italia); Massimiliano Morganti (9.291, assessore a Fiorenzuola d’Arda di FdI); Jonathan Papamarenghi (7.751, consigliere a Piacenza della lista civica Barbieri-Liberi); Federico Bonini (7.262, consigliere a Bobbio della Lega).
Successo di Calza
Il centrosinistra esce da queste elezioni con un risultato un po’ deludente, visto che aveva a disposizione i pesantissimi voti ponderati dei 21 consiglieri di maggioranza di Piacenza, sindaco compreso. Tanto che in molti scommettevano almeno sulla conquista di sei seggi. Ma c’è chi ha ottenuto comunque un risultato personale da incorniciare. Stiamo parlando della riconferma di Patrizia Calza, vicepresidente uscente della Provincia. Una candidatura cara alla presidente Patelli e osteggiata dal sindaco di Piacenza Katia Tarasconi. Alla fine però c’è stata l’uscita di due voti dalla sua maggioranza a palazzo Mercanti che invece hanno consentito l’elezione di Calza. In più, altro smacco per la prima cittadina del capoluogo emiliano: non è entrata in Consiglio provinciale proprio la candidata della sua lista civica, Sibilla Brusamonti.
Patelli al centro dei giochi
Almeno per il momento sarebbe fallito così l’intento attribuito a Tarasconi di voler “commissariare” la presidente Patelli (sindaco di centrosinistra a Borgonovo); e questo anche se è rimasta fuori dal Consiglio per un pugno di voti Claudia Ferrari, consigliera uscente e prima cittadina di Sarmato, sostenuta sempre da Patelli e si dice anche lei nel mirino di Tarasconi. Anzi, nonostante l’assenza di Ferrari, la presidente della Provincia esce comunque rafforzata da questo risultato elettorale; e non solo perché formalmente non è più in minoranza come in passato, con solo tre consiglieri su dieci al suo fianco. Adesso infatti potrebbe diventare l’ago della bilancia, destreggiandosi all’occorrenza con il suo voto determinante tra il cinque a cinque di centrosinistra e centrodestra.
Albertini sugli allori
Veniamo al centrodestra, apparentemente sconfitto, perché ha due consiglieri provinciali in meno dei sette precedenti. Va ricordato però che nella scorsa tornata elettorale aveva dalla sua tutto il peso della maggioranza del Comune di Piacenza. E quindi il risultato di ieri non è da buttare. Un risultato ottenuto anche grazie all’alta affluenza alle urne, che ha permesso di concentrare sui cinque nuovi consiglieri ben più preferenze rispetto a quelle del centrosinistra, spalmate invece su più candidati. Tanto che il leghista Bonini, ultimo eletto di “Centrodestra Piacentino”, ha superato le preferenze di Ferri, il Pd più votato di “Piacenza Unita”. Da segnalare poi la new entry civica di Papamarenghi, ottenuta senza l’appoggio dei partiti. E infine l’exploit di Albertini, con l’esponente di FdI unico consigliere provinciale a superare i 10mila consensi ponderati.
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