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Libertà di Piacenza: finisce l’era Visconti e inizia quella Rocco (con alcuni consigli non richiesti)

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Libertà cambia direttore. Come avevamo annunciato un mese fa, dopo sei anni alla guida del quotidiano piacentino, lascia Pietro Visconti e prende il timone il suo vice e direttore editoriale del Gruppo, Gian Luca Rocco.

A dare la notizia in prima pagina sono i vertici dell’Editoriale Libertà. E cioè la presidente Donatella Ronconi e il suo vice Alessandro Miglioli. Nel box intitolato “Ai lettori” si legge che domani uscirà l’ultimo numero del quotidiano firmato da Visconti. Un addio “per scelta condivisa”, condito dai ringraziamenti di rito. A Visconti, scrive l’editore, “va la nostra gratitudine per l’eccellente lavoro svolto in tutti questi anni e il sentito ringraziamento per l’equilibrio e la correttezza con i quali ha diretto il giornale, nel rigoroso rispetto del dovere di informazione”.

Come si suol dire, un addio con l’onore delle armi, che non è così scontato al cambio dei direttori nei giornali. Infatti, quando questo avviene, salvo che chi va via non passi al comando di un’altra testata (cosa che auguriamo a Visconti), l’addio è motivato perlomeno da uno sfilacciamento dei rapporti fiduciari che legano editore e direttore. Non vogliamo sottendere che questo sia il caso, ma è inutile negarlo. Per esperienza personale possiamo garantire che succede da sempre nella storia dei giornali.

Rocco firmerà il suo primo numero di Libertà il 1° ottobre. Oltre agli auguri di buon lavoro, l’editore detta la linea: “Editoriale Libertà riconferma, in questo importante passaggio di responsabilità, il suo impegno al servizio dell’informazione indipendente per la comunità civile piacentina, nel solco di una storia che sta per raggiungere i 142 anni”.

Non sarà una sfida facile per Rocco. Libertà non fa eccezione nel panorama editoriale italiano. Perde copie e utili, come tanti altri quotidiani per l’andamento del mercato, che vede la crisi della stampa su carta sempre più profonda. Quindi i lettori come riferimento delle entrate perdono peso. E questo va a favore degli investitori pubblicitari. Così, mantenere l’equilibrio tra informazione oggettiva e soggettiva è sempre più complicato. Insomma, l’argine che deve separare i fatti dalle opinioni, in particolare quelle gradite a chi fa pubblicità e alimenta il bilancio, diventa sempre più sottile.

Il primo errore in una situazione del genere è fare il don Abbondio. Il secondo però è sposare l’opinione di una parte a spada tratta. Quindi? La soluzione, banale che sia, è la schiena dritta. Facile a dirsi e difficile a farsi, anche nel mondo dell’informazione. La ricetta è cercare di dare alle notizie il peso che meritano, senza enfasi e soprattutto senza usarle a tesi per condizionare l’opinione pubblica. Tesi che hanno un assoluto diritto di tribuna. Ma questo deve essere messo in chiaro fin da subito agli occhi di chi legge. E non nascosto o inserito tra le righe di articoli e commenti che magari poco c’entrano con l’argomento.

Il tutto in un dibattito aperto e trasparente. Poi anche il direttore e naturalmente l’editore di Libertà possono, anzi devono, avere le loro opinioni. Ma quel che conta per il successo di un giornale è che metta i suoi lettori nelle condizioni di farsene una. Fidandosi di chi gli racconta quello che sta succedendo, perché appunto tiene i fatti separati dalle opinioni. Si chiama autorevolezza, di cui ha bisogno anche un giornale dal nome Libertà.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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