Banfi: nonno Libero all’Unesco. No, non è l’incipit di una barzelletta né l’inizio di una nuova commedia all’italiana. È la realtà di un Paese a 5 Stelle, dove ormai vale tutto e il contrario di tutto. Dal boom economico in arrivo al reddito di cittadinanza che adesso serve per affrontare la recessione.
Non siamo bacchettoni o parrucconi. Non è spocchia culturale. Lino Banfi ci è simpatico, fa parte della storia del cinema italiano. E ogni tanto ci fermiamo davanti alla tv quando scorrono i suoi film con la mitica Edwige Fenech.
Nel suo campo, quello dello spettacolo, Banfi è di certo un’autorità, ed è amatissimo dal pubblico grazie a serie come Un medico in famiglia. Ma all’Unesco per favore no. Tanto per dire, vi basti sapere che prima di lui in quel posto nella commissione italiana c’era un certo Folco Quilici.
Di Maio, al quale spettava la nomina per competenza ministeriale, però ha tirato dritto, trasformando Banfi in una nuova icona a 5 Stelle. Voglia di stemperare le tensioni degli ultimi tempi sull’operato dell’esecutivo e di strappare un sorriso ai meridionali delusi dalle promesse elettorali mancate?
Forse un po’ di tutto questo. E a vedere la risposta di Salvini, l’altra metà del governo giallo-verde, il leader leghista questa nomina non l’ha presa benissimo. Prima di fare gli auguri a Banfi, ha proposto con ironia nuovi ruoli anche per Jerry Calà, Renato Pozzetto e Umberto Smaila. Tra l’altro, guarda caso, tutti nordisti in confronto all’ottantenne pugliese.
Sui social naturalmente la notizia impazza. Dai commenti che la valutano come una becera mossa elettorale verso le europee agli appelli per non dimenticare il sodale Alvaro Vitali al fianco di Banfi in tanti film.
Ma il sale sulla nomina del comico all’Unesco lo versa soprattutto chi ricorda un appuntamento che quest’anno sarà al centro delle manifestazioni culturali italiane: le celebrazioni per il cinquecentenario della morte di Leonardo. E allora, chi meglio di Lino Banfi come testimonial del Genio di Vinci?
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.