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Covid, parla Canepari (Snami): i medici incalzano l’Ausl di Piacenza sull’ondata autunnale

L'ospedale di Piacenza e il dottor Davide Canepari

Il dottor Davide Canepari lo dice con chiarezza: “Non c’è tempo da perdere. L’Ausl di Piacenza deve accelerare per prepararsi alla seconda ondata di Covid, quella autunnale, che ormai viene annunciata da più parti”. Canepari è il presidente provinciale del Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani (Snami). Specialista in medicina interna, lavora come medico di famiglia a Pontenure.

In qualità di presidente Snami, il dottor Canepari è uno dei professionisti che siedono al tavolo con l’Ausl di Piacenza per decidere come affrontare un ritorno massiccio dell’epidemia sul piano della medicina territoriale.

L’Ausl ha annunciato nuovi posti di terapia intensiva; utili per carità, ma di certo è meglio evitare che i pazienti arrivino in quel reparto dell’ospedale di Piacenza… Dottore, a che punto siamo nella medicina territoriale per non farsi trovare impreparati al possibile ritorno del Covid in autunno?

“Siamo impegnati in diversi tavoli tecnici. L’idea è che i medici di famiglia siano coinvolti da subito nell’analisi precoce, anche se ci fosse solo il sospetto che un paziente abbia contratto il Covid-19. L’obiettivo del direttore generale dell’Ausl Luca Baldino è che a tutti i pazienti febbrili venga fatto un tampone entro 48 ore dalla manifestazione dei sintomi. Ma il tempo stringe e le cose da decidere al meglio sono tante”.

Un bell’impegno, anche sul piano organizzativo…

“Proprio così. Per ottenere questo risultato si sta lavorando a un nuova piattaforma digitale per gestire i pazienti in modo informatico. I medici di famiglia che decideranno di aderire in via volontaria al programma avranno apposite credenziali per accedere ai servizi offerti da questa piattaforma che prevedono non solo la segnalazione dei casi sospetti”.

Qual è il vantaggio?

“Prima di tutto non dovremo più compilare la montagna di carte che ci ha letteralmente sommerso durante l’epidemia. La segnalazione infatti andava compilata su un modulo cartaceo, scannerizzata, e poi inviata via mail; ma il messaggio spessissimo ritornava al mittente, perché le mail dell’Ausl erano sempre piene. E non parliamo delle ore passate al telefono, sempre occupato, per contattare chi di dovere”.

Come funzionerà questa piattaforma?

“Ogni paziente segnalato avrà la sua scheda informatica. Oltre all’indicazione del sospetto Covid sarà riportata la sua storia clinica. Il medico di famiglia potrà scegliere se andare direttamente a fare il tampone al paziente, oppure far intervenire le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale); o ancora, se i sintomi fossero minori, gli infermieri dell’Adi (Assistenza domiciliare integrata). Una flessibilità d’intervento fondamentale”.

Perché dottor Canepari? 

“Su questo punto mi sono battuto molto. L’Ausl all’inizio era categorica: pretendeva che i medici di famiglia facessero tutti i tamponi necessari ai loro pazienti. Se si tratta di pochi casi, d’accordo; ma se dovessero aumentare a dismisura, di nuovo con decine di segnalazioni al giorno? Non si otterrebbe più l’obiettivo della velocità d’intervento diagnostico entro le 48 ore, con il rischio del proliferare dell’epidemia. E poi non dimentichiamo che il tampone va consegnato entro le 24 ore successive al laboratorio di analisi. Cosa fattibile per i medici della città, ma ben più complicata per quelli che operano in provincia. Insomma, alla fine l’Ausl ha capito ed ha accettato l’idea di una ripartizione dei casi da affrontare”.

Ci fa un esempio?

“Se tra i miei pazienti avessi 20 casi, alcuni tamponi li potrei fare direttamente; poi, a seconda della gravità della segnalazione, distribuirò gli altri sulla piattaforma informatica chiedendo via via l’intervento delle Usca o degli infermieri dell’Adi. Ma bisogna prepararsi bene, anche perché la situazione si potrebbe complicare per la sovrapposizione con l’arrivo dell’influenza”.

Che problemi potremmo avere dal mix tra Covid e influenza, che hanno sintomi simili?

“Intanto quest’anno la campagna vaccinale inizierà un mese prima, e cioè dal 1° ottobre. Poi si sta ragionando in Regione se abbassare l’età della vaccinazione volontaria da 65 a 60 anni. Il vaccino è utile e lo consiglierò a tutti i miei pazienti, perché se dovesse arrivare una manifestazione febbrile, sul paziente vaccinato i sintomi saranno di minor impatto. Ma la grande novità è un’altra”.

Di che cosa si tratta?

“Quando verrà fatto il tampone, si effettuerà una ricerca plurima e non solo relativa al Covid-19. Si andrà a identificare la presenza anche di altri virus, influenzali, parainfluenziali e sinciziali. Avremo un report molto utile, che riguarderà cinque virus diversi, con una diagnosi precoce”.

Un altro punto del piano dovrebbe essere quello della sorveglianza dei pazienti che hanno contratto il Covid, giusto dottor Canepari?

“Sì, la sorveglianza durerà 14 giorni. Prima il monitoraggio veniva svolto solo dal servizio di Igiene pubblica. Adesso, sempre su base volontaria, il medico curante potrà decidere se farsene carico direttamente. Quindi ogni giorno, compresi i festivi, dovrà telefonare a casa del paziente per accertarsi delle sue condizioni e dell’evoluzione della sintomatologia. Anche qui, credo che la preferenza andrà decisa a seconda della gravità dei casi”.

Diciamo che per affrontare questa campagna d’autunno con l’Ausl state approntando una macchina complessa; per sostenerla c’è chi pensa che servano altre risorse, non solo mediche, ma anche infermieristiche…

“Sull’assistenza domiciliare infermieristica nella nostra regione da anni siamo già a ottimi livelli. Certo, si può migliorare ancora, integrando le attività anche sul piano del Covid, ma sempre nel rispetto dei ruoli e delle competenze mediche”.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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