“Siamo europei, che le devo dire”. La battuta accompagnata da un mezzo sorriso arriva davanti a un caffè in un bar di provincia. Cinica, se vogliamo, sia nei confronti delle notizie drammatiche sugli ennesimi morti in Mediterraneo, sia guardando al nuovo vessillo della sinistra italiana, che appunto sta lanciando la lista “Siamo Europei” per le prossime elezioni di maggio.
Ministro d’Europa
Partiamo dai migranti. Per il barista che s’informa sbirciando la tv da dietro il bancone, Salvini oggi è molto europeo, altro che sovranista. Perlomeno come tutti gli altri ministri della Ue che hanno chiuso le loro frontiere ai migranti. Poi ha il vantaggio di mandare un messaggio chiaro: la porta è chiusa e va tenuta chiusa. Basta uno spiffero, qualche nave delle ong che incrocia davanti alla Libia, e ricominciano le traversate della morte, che arricchiscono gli scafisti. Potrebbe aver torto, ma accusare solo Salvini di essere disumano è come guardare la crema in superficie e non il caffè che c’è sotto: milioni di italiani che oggi la pensano come lui.
Povera intolleranza
Non c’è niente da fare, l’Italia vista da un bar di provincia fatica a digerire l’integrazione. Non è più il Paese accogliente e tollerante di un tempo. Ha paura della sua ombra, perché si è impoverito. E quando c’è meno da condividere, si diventa meno generosi. Così basta un “prima gli italiani” qualunque per attirare consensi impensabili anche tra i cattolici, che sembravano impermeabili a messaggi del genere fino a qualche tempo fa.
L’animale politico
E poi bisogna fare i conti con l’animale politico. Anche per il nostro barista Salvini è uno furbo: sempre in divisa, fa la voce grossa sui porti chiusi, mentre il vero problema è gestire la massa di clandestini che circola nelle periferie sociali anche della provincia italiana. Questa è la prova del nove per il ministro dell’Interno. Su questo dovrebbero incalzarlo i suoi avversari, perché la legge-sicurezza, pensando ai rimpatri, non convince nemmeno tra un cappuccino e un prosecco.
Pd sulla luna
Così veniamo all’opposizione, che invece resta lunare. Nonostante tutte le legnate elettorali che ha preso negli ultimi anni, il Pd non ha ancora capito qual è il Paese reale e quanto è sensibile. Il barista sogghigna pensando ai commenti dei clienti sull’ultimo video postato da Matteo Renzi. L’ex premier disserta su reddito di cittadinanza e quota 100 da un bel motoscafo lungo i canali di Venezia. Non c’è che dire, un’ambientazione perfetta per arringare gli italiani che faticano ad arrivare a fine mese.
Il carrozzone delle élite
Adesso però arriveranno anche le faville della lista “Siamo Europei”. L’omonimo manifesto, lanciato dall’ex ministro Carlo Calenda, vola alto nei principi e sta ottenendo entusiastiche adesioni a partire dal Pd. Magari il barista si sbaglia, ma a sentir lui fa pensare a un carrozzone che imbarcherà di tutto per guadagnare qualche consenso. L’ennesimo regalo a Salvini e ai suoi sodali, che già si fregano le mani pensando alle elezioni davanti a un caffè.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.