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Il caso AstraZeneca e quei dubbi sulla battaglia dei vaccini

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AstraZeneca: calma e gesso. Ma non è facile soprattutto per chi ha già fatto la prima dose ed è in preda a mille dubbi per le notizie contraddittorie che arrivano da più parti.

Non è colpa dei giornalisti, però, se prima viene vietata la vaccinazione su un lotto di dosi AstraZeneca per alcune morti sospette. E poi, quattro giorni dopo, mentre si prosegue la copertura del personale scolastico con l’AstraZeneca, questo vaccino viene bloccato su tutto il territorio nazionale dall’Aifa in via precauzionale. Cosa avvenuta anche in Francia, Spagna e Germania. In attesa che l’Ema, l’Agenzia del farmaco europea, giovedì ci dia lumi, dopo una riunione straordinaria su quello che sta succedendo con questo vaccino.

Anche se nell’epoca del digitale la corsa all’ultimo click magari esaspera i toni, chi fa informazione seriamente cerca comunque di raccontare la verità sostanziale dei fatti. Quindi facciamo il punto sulle contraddizioni originate dalle fonti, prendendo l’esempio dell’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco e dei suoi comunicati stampa.

Rischi e benefici 

L’11 marzo Aifa annuncia il blocco in via precauzionale del lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca, vietandone la somministrazioni. Sempre lo stesso giorno, un altro comunicato dell’Agenzia annuncia che il Comitato per la Valutazione dei Rischi per la Farmacovigilanza (Prac) dell’Ema sta investigando casi di eventi tromboembolici. Assicurando però che i benefici del vaccino attualmente superano ancora i rischi.

Il 12 marzo, a causa di una versione falsa del comunicato del giorno precedente che circola sui social, con altri numeri dei lotti bloccati, ribadisce che l’unico vietato è il lotto ABV2856.

Il 14 marzo Aifa parla di allarme ingiustificato sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca. “I casi di decesso verificatisi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno un legame solo temporale. Nessuna causalità è stata dimostrata tra i due eventi. L’allarme legato alla sicurezza del vaccino AstraZeneca non è giustificato. Aifa sottolinea che le attività di farmacovigilanza proseguono sia a livello nazionale che europeo in collaborazione con Ema, monitorando con attenzione possibili effetti avversi legati alla vaccinazione. Aifa rassicura fortemente i cittadini sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca per una ottimale adesione alla campagna vaccinale in corso”.

E ieri? Nuova inversione di rotta. Anche se nel sito dell’Aifa non ancora c’è traccia del comunicato, arriva la notizia che l’Agenzia ha deciso di estendere in via precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell’Ema, il divieto di utilizzo del vaccino AstraZeneca su tutto il territorio nazionale. Una decisone che “è stata assunta in linea con analoghi provvedimenti adottati da altri Paese europei. Ulteriori approfondimenti sono attualmente in corso”. L’Agenzia “in coordinamento con Ema e gli altri Paesi europei, valuterà congiuntamente tutti gli eventi che sono stati segnalati a seguito della vaccinazione”. Infine, l’Aifa “renderà nota tempestivamente ogni ulteriore informazione che dovesse rendersi disponibile, incluse le ulteriori modalità di completamento del ciclo vaccinale per coloro che hanno già ricevuto la prima dose”.

Oltre AstraZeneca 

Oggi, mentre aspettiamo altre novità, non possiamo che registrare le molte perplessità e i dubbi che nascono da questa vicenda. In generale, tutti i vaccini anti Covid sul mercato sono stati studiati e sperimentati a tempo di record per non dire in fretta e furia. E questo, non c’è niente da fare, espone a rischi maggiori. C’è poi altrettanta fretta per riuscire a raggiungere al più presto l’immunità di gregge. Il che comporta la necessità di accelerare sulle somministrazioni dei vaccini.

Quindi, delle due l’una: o rallentiamo e verifichiamo meglio le caratteristiche di questi vaccini; oppure ci prendiamo la responsabilità di andare avanti consapevoli del fatto che per sconfiggere il Covid potremmo dover affrontare altri problemi di questa natura, con nuovi stop and go di verifica sui casi sospetti.

L’opinione dell’esperto

Nel merito del caso AstraZeneca, ci rifacciamo invece ai dubbi espressi dal dottor Marzio Sisti, noto medico piacentino, specialista in malattie infettive, igiene, epidemiologia e sanità pubblica. In un lungo post sulla sua pagina Facebook, Sisti mette a confronto i vaccini AstraZeneca e Pfizer. Come? Utilizzando i dati della MHRA (Ente inglese per il farmaco), fa i conti dei decessi e delle relative percentuali sulle somministrazioni: “Al 28 febbraio, data dell’ultimo report, sono stati segnalati 227 decessi dopo aver effettuato Pfizer e 275 dopo aver effettuato AstraZeneca”.

Sisti poi spiega che “le dosi dei vaccini somministrate (come prima dose) sono, sempre al 28 febbraio 2021, 10,7 milioni di dosi di vaccino Pfizer e 9,8 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca. Quindi sono decedute lo 0,0021% delle persone dopo esser state vaccinate con Pfizer e lo 0,0028% delle persone vaccinate con AstraZeneca. Numeri che sono assolutamente nella norma rispetto alla media inglese per strati di popolazione. Nella società normalmente le persone muoiono per le ragioni più disparate, e la percentuale di morti tra i vaccinati non è superiore a quella della popolazione generale”. Poi il medico evidenzia: “Faccio anche osservare che la quota di decessi dei due vaccini (Pfizer e AstraZeneca) è praticamente uguale. È difficile da capire questo accanimento mediatico contro il vaccino AstraZeneca”.

L’arena farmaceutica

Di mediatico, inteso come accanimento giornalistico, qui però c’è poco; e infatti Sisti l’ha segnalato in senso più generale, prendendo in considerazione il flusso delle informazioni arrivate dalla stessa azienda anglo-olandese e dalle agenzie regolatorie; perché il vaccino di AstraZeneca prima ha ottenuto in modo discutibile l’ampliamento del suo range di applicazione oltre i 55 anni, e adesso è entrato nel mirino da Aifa ed Ema; e il vaccino, come abbiamo visto, è stato sospeso sempre in via precauzionale non solo in Italia.

Più che altro, senza mettere in dubbio il lavoro degli organi di controllo, l’impressione di fondo è che la battaglia senza esclusione di colpi sia soprattutto tra i colossi farmaceutici. E con l’arrivo del vaccino di Johnson&Johnson di certo l’arena si farà ancor più infuocata.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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