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Giardini Margherita: dai fondi mancati al no della Fondazione, chi li salverà?

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Giardini Margherita: un tempo erano un luogo molto gradevole e frequentato di Piacenza, ma poi le cose sono cambiate. Da anni sono fonte di polemiche per problemi di sicurezza e una discussa manutenzione, e nell’ultimo periodo sono tornati al centro della cronaca per altre ragioni sempre negative.

Niente fondi dal Pnrr

Si aspettavano i fondi per rimetterli a nuovo. Circa 1,6 milioni di euro via Pnrr, richiesti in aprile, alle soglie delle elezioni comunali dalla giunta uscente di centrodestra del sindaco Patrizia Barbieri. Ma il progetto sui Giardini Margherita, pur ritenuto ammissibile, non è entrato nella graduatoria degli interventi finanziabili; e quindi i fondi non arriveranno da Roma. Così addio alla speranza di rivedere a breve questo polmone verde della città tornare all’onor del mondo. Oltretutto in una zona urbana tra le più difficili anche sul piano sociale, visto che i Giardini Margherita si trovano tra piazzale Marconi, dove c’è la stazione ferroviaria, e il quartiere Roma, negli anni diventato sempre più multietnico e problematico.

Dopo la bocciatura del Pnrr, il sindaco Katia Tarasconi ha promesso un’attenta manutenzione dell’area verde e di cercare nuovi bandi per finanziare il progetto. Sul tema si sono mossi anche i due consiglieri comunali di Alternativa per Piacenza. Stefano Cugini e Luigi Rabuffi hanno presentato una mozione da discutere a palazzo Mercanti per impegnare il sindaco e la sua giunta di centrosinistra nella riqualificazione dei Giardini Margherita con fondi del bilancio comunale o con nuovi finanziamenti esterni; coinvolgendo scuole e cittadini per la loro fruizione, manutenzione e valorizzazione, oltre che per riportare nell’area verde un parco giochi e un chiosco. Cose normali verrebbe da dire, ma che comunque non sarà facile veder realizzate, come dimostrano i fatti che vi abbiamo appena raccontato.

Niente Musica ai Giardini

Dopo la delusione per i fondi mancati, a calare la scure sui Giardini Margherita, stavolta sul piano culturale, ci ha pensato la Fondazione di Piacenza e Vigevano. Niente risorse per Musica ai Giardini, la storica kermesse che si teneva nell’area verde durante l’estate. Una manifestazione che con il suo cartellone per vent’anni ha allietato le serate dei tanti piacentini rimasti in città, grazie alle risorse fornite anche dal Comune e dalla Regione Emilia-Romagna.

L’annuncio è arrivato sulle pagine di Libertà da Luca Garlaschelli, lo storico patron dell’iniziativa organizzata dall’Arci. Per Musica ai Giardini quest’anno servivano 20mila euro. I fondi regionali non bastavano e non c’erano bandi per ottenere quelli comunali. Quindi dopo il no arrivato dall’Ente di via Sant’Eufemia, Garlaschelli ha gettato la spugna. “Un epilogo così lascia l’amaro in bocca”, ha dichiarato al quotidiano locale. “In vent’anni abbiamo sempre cercato di fare non solo degli eventi, ma della cultura; purtroppo quando si confonde la cultura con il fatto di proporre solo iniziative isolate il rischio è quello di una desertificazione culturale. La prova sta nella scelta di non dare una mano a una rassegna che faceva del welfare culturale”.

La risposta della Fondazione

L’amarezza di Garlaschelli, protagonista negli anni di tante iniziative musicali non solo ai Giardini Margherita, ha provocato la reazione dei vertici della Fondazione. A rispondere è stato il coordinatore della commissione arte e cultura, il professor Mario Magnelli, tra l’altro nuovo vicepresidente di palazzo Rota Pisaroni “eletto per acclamazione dal Consiglio generale”, dopo l’addio di Nicoletta Corvi entrata nella Giunta Tarasconi come assessore ai Servizi sociali.

Magnelli, sempre dalle pagine di Libertà, non è andato tanto per il sottile. “Spiace per chi non è riuscito ad ottenere un finanziamento, ma la commissione ritiene di aver fatto un lavoro di valutazione attento e rispettoso”, ha detto. E dopo aver specificato che erano stati richiesti 10mila euro sui 16mila complessivi, non ha mancato di segnalare i limiti innovativi di Musica ai Giardini per come è stata riproposta quest’anno alla Fondazione; ricordando che proprio l’innovazione è diventata uno dei punti chiave per finanziare le iniziative culturali, insieme con la capacità dei progetti di fare rete e di autosostenersi.

Poi il vicepresidente della Fondazione ha parlato di “dichiarazioni ingenerose” in merito alla desertificazione culturale citata da Garlaschelli; soprattutto per il grande apporto anche da sponsor principale offerto dell’Ente di via Sant’Eufemia alle tante iniziative vecchie e nuove dell’estate piacentina, tra le quali Magnelli ha citato ad esempio il Festival del teatro antico di Veleia, diretto da Paola Pedrazzini.

Critici al lavoro

Ferma restando l’esiguità delle cifre in gioco rispetto a quelle spese per altre iniziative da palazzo Rota Pisaroni, restano da capire alcune cose messe in evidenza da chi ha criticato anche aspramente la scelta della Fondazione di negare i finanziamenti per Musica ai Giardini.

Più che una mancanza di sensibilità culturale, per molti c’è stata una mancanza di sensibilità sociale. Questa kermesse musicale gratuita era una boccata d’ossigeno importante per il quartiere Roma e le zone limitrofe; attirava l’attenzione di tanti piacentini su un’area problematica della città, rendendola protagonista in positivo da vent’anni con un’iniziativa diventata una tradizione, e partita proprio quando il sindaco di Piacenza era quel Roberto Reggi oggi presidente della Fondazione.

Poi, come ha fatto su Facebook l’ex consigliere comunale di centrodestra Francesco Rabboni, c’è chi ricorda la concomitanza di Musica ai Giardini con le iniziative organizzate nell’ex convento di Santa Chiara per i trent’anni della Fondazione. Evitare la concorrenza poteva essere una scelta comprensibile, ma stavolta ha colpito al cuore un anello debole della città. Senza dimenticare chi ironizza sui nuovi criteri selettivi applicati da Palazzo Rota Pisaroni per dare il suo contributo economico.

Un caffè con Katia?

Resta il fatto che i Giardini Margherita per un motivo o per l’altro oggi vivono una crisi profonda. Sono lo specchio di una zona nevralgica della città, da Piazzale Marconi a via Roma, che merita di più, tanto di più; se non altro perché rappresentano anche la porta d’accesso al centro per chi arriva in treno a Piacenza. Vedremo se uno dei prossimi “Caffè con Katia”, l’iniziativa del sindaco Tarasconi istituita per incontrare periodicamente i cittadini, sarà organizzato da quelle parti. E chissà che nel caso, Fondazione o no, diventi davvero il primo passo per cambiare musica.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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