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Elezioni: la candidata a statuto speciale specchio dei tempi

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Elezioni: i giochi sono fatti. Nomi e liste territoriali sono pronti per il voto del 4 marzo. Com’è andata? Male. D’altra parte con questa legge elettorale non c’era da aspettarsi altro. Una sciagura per il Paese, l’ha definita Romano Prodi. E una volta tanto siamo d’accordo con lui.

Tutti gli uomini (e le donne) del capo

Come mai il Rosatellum è una sciagura? Perché ha spinto tutti i capi partito (per non dire bastone) a fare la stessa identica cosa. Difficile che con questa legge una coalizione vinca nettamente le elezioni e soprattutto conquisti la maggioranza in Parlamento. Quindi voglio solo i miei fedelissimi alla Camera e al Senato. Perché, se ci sarà da fare un accordo per un governo di larghe intese, non voglio discussioni e men che meno scherzi. Certo, ci mettiamo anche qualche anima bella, ma il minimo indispensabile per fare un po’ di scena. Per il resto, truppe compatte e obbedienti. Alla faccia di chi pensa ai programmi, alle idee, al confronto che arricchisce, nell’interesse non solo del partito, ma magari anche del Paese.

Elezioni: dal Pd ai 5 Stelle

Prendiamo il Pd. Renzi ha schiacciato la minoranza interna e ha imposto i suoi fedelissimi in numero ben superiore alla percentuale della sua maggioranza nel partito. Berlusconi ha privilegiato ancora una volta i fedelissimi aziendali e non. Salvini si è ben guardato dal candidare uomini o donne che non fossero di comprovata fedeltà solo alla “sua” Lega. E Di Maio? Per i 5 Stelle meno peones e più personaggi da classe di governo. Ma è sotto gli occhi di tutti l’ennesimo pasticcio delle parlamentarie online, tra candidati spariti e ricorsi annunciati.

Elezioni: dalle Dolomiti all’Etna

E dai nomi passiamo all’altra faccia della medaglia, cioè a quella del “dove li candido”, tra collegi uninominali e listini proporzionali bloccati. Anche qui molto spesso siamo alla farsa. Con personaggi paracadutati in zone d’Italia che magari non hanno mai visto una volta nella vita, se non di passaggio o in vacanza. Collegi sicuri, che i futuri deputati e senatori dovranno “rappresentare” in Parlamento. Gli esempi si sprecano, da destra a sinistra. Ne facciamo uno per tutti. Non ce ne voglia Maria Elena Boschi, ma dalla sua Arezzo, la città di Banca Etruria che tutti ben ricordiamo, eccola candidata in Trentino-Alto Adige (Bolzano) e in Sicilia (Taormina). Due Regioni a statuto speciale agli antipodi del Paese che di più non si può. Vi basta? A noi sì, per sentirci elettori “commissariati” da una politica che guarda il suo ombelico e non i problemi degli italiani.

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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