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Grillo e i 5 Stelle: anatomia di un lungo addio

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Grillo e i 5 Stelle separano i rispettivi blog. Ma sarà un’evoluzione fisiologica dei loro rapporti, oppure c’è aria di vero divorzio politico fra il fondatore e la sua creatura? Il dubbio è aggravato dalla campagna elettorale, in pieno svolgimento. E non ci si può fermare al “Devo riposare” detto da Grillo.

Scelta tardiva

La decisione di separare i canali di comunicazione è logica e probabilmente anche tardiva. Infatti, se inizialmente avere come trascinatore un comico fa guadagnare in popolarità il movimento, alla lunga la situazione diventa problematica. Per tutti. Un artista non è detto cresca nel gradimento schierandosi politicamente. Figuriamoci facendo direttamente il capo di un partito.
D’altra parte, una forza politica non può radicarsi e proporsi di guidare il Paese solo sulla base della verve contestatrice. Un minimo di gravità s’impone, nella comunicazione e nelle prassi politiche. Ma andiamo con ordine e partiamo da che cos’è accaduto sul web

Grillo: restyling completo

Da qualche giorno (23 gennaio) il blog di Beppe Grillo è formalmente separato da quello del Movimento (Blog delle Stelle). Restyling completo curato dalla HappyGrafic: layout, colori (dal giallo/nero al bianco/rosso), cancellazione dei vecchi post. Niente pubblicità. E nemmeno più titoli sguaiati, o polemiche a mezzo stampa. Unici riferimenti alla forza politica, i due link del movimento e della piattaforma Rousseau, in testa alla home page.

Nel post inaugurale, trascrizione del video accluso, Grillo parla di inizio di un’avventura di liberazione. Che poi dovrebbe essere una sorta di ritorno al futuro. I primi articoli pubblicati tengono fede all’ideale originario del progetto editoriale, condiviso nel 2009 con lo scomparso Gianroberto Casaleggio. Focus su innovazione e tecnologia, smart city e blockchain. E poi, ancora: interviste a Premi Nobel e reportage dalle fiere dell’hi-tech.

Probabilmente, l’innovazione più significativa della struttura del blog dell’artista genovese è il bando alle opinioni. Per ora non c’è più spazio per i commenti degli internauti. Un tempo erano il termometro della base degli iscritti alla forza politica: ora devono traslocare, accasandosi in proprio.

E Davide Casaleggio?

L’altra distanza presa in qualche modo da Grillo è quella dalla Casaleggio Associati, oggi guidata dal figlio dello scomparso guru. A darne conto, sul Corriere della Sera, Luca Eleuteri, braccio destro di Davide Casaleggio. Con Grillo i rapporti restano ottimi, ha dichiarato. Solo, era sua intenzione riprendersi la propria autonomia. Eleuteri ha però aggiunto che anche la Casaleggio Associati intende prendere le distanze dal Movimento. Quest’ultimo avrà una sua sede e il simbolo dovrebbe essere finalmente registrato a suo nome.

L’azienda milanese intende riconvertire la sua linea editoriale dal digitale all’intelligenza artificiale e all’internet delle cose. Naturalmente, il figlio di Gianroberto Casaleggio continuerà a prestare collaborazione alla piattaforma Rousseau, ma a titolo personale. Dunque, nessun rapporto professionale tra il team digitale e la forza politica. Così, almeno, Eleuteri si augura che si creda, a onta delle accuse di auto-direzione che piovono da sempre sui 5 Stelle.

Grillo, il visionario…

È improbabile che Beppe Grillo possa recidere del tutto il legame con il movimento che ha contribuito a fondare. Non per niente, mantiene tuttora formalmente una carica statutaria, quella del Garante, provvista di poteri rilevanti, per non dire assoluti. Certo, approssimandosi le elezioni, una strategia come quella di un certo distanziamento è una mossa ambivalente. Può essere, cioè, sia un tentativo di far camminare i 5 Stelle sulle loro gambe, sia una dissociazione preventiva in caso d’insuccesso.

Riteniamo comunque più probabile la prima ipotesi. Grillo si presenta come un maître à penser visionario. La sua ottica non è pragmatica. Quindi, la prospettiva dell’opposizione, per la forza politica che si richiama a lui, gli sembra del tutto naturale. Di qui, il suo ostentato e aprioristico rifiuto di alleanze e trattative con gli altri partiti.

… e Di Maio il realista

A quest’impostazione, si affianca quella realistica di Luigi Di Maio. Non è una contrapposizione, perché è stato Grillo a volere capo politico il giovane vicepresidente della Camera. Affinché facesse quanto non era nelle sue corde. E Di Maio lo sta facendo. Si guarda attorno, in vista del dopo elezioni. E lascia intendere che, benché Liberi e Uguali sia forse in assoluto più affine, al Movimento conviene pensare alla Lega. Perché avrà più seggi e meno condizionamenti ideologici.

Paradossalmente, il favore più grosso ai 5 Stelle l’hanno fatto i loro avversari: una legge elettorale per non lasciarli vincere. Sperando che, passata un’altra legislatura, il loro consenso si sgonfi. Staremo a vedere se accadrà così.

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Corrado Cavallotti è laureato con lode in Giurisprudenza all’Università Cattolica. Ha vinto il Premio Gemelli 2012 per il miglior laureato 2010 della Facoltà di Giurisprudenza di Piacenza. Ama la storia, la politica ed è appassionato di Chiesa. Scrive brevi saggi e collabora con il periodico Vita Nostra.

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