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Comunali di Piacenza: centrosinistra diviso tra i big di Tarasconi e la spinta di Cugini

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Stefano Cugini, Giuseppe Sala e Katia Tarasconi

Comunali di Piacenza: il centrosinistra vive gli ultimi giorni della campagna elettorale sulle barricate. Ma non sono rivolte solo verso gli avversari del centrodestra. Gli spigoli già evidenti tra la coalizione a guida Pd, che candida a sindaco Katia Tarasconi, e Alternativa per Piacenza, che propone l’ex dem Stefano Cugini, oggi sono ancor più taglienti e acuminati.

L’impressione è che la gara interna tenga banco più di tutto il resto. E sia ritenuta una vera prova di forza. Si sa che difficilmente qualcuno vincerà al primo turno. Ma dalle percentuali di voto del 12 giugno si capirà molto, se non tutto, della lotta aperta nel centrosinistra piacentino. Se Cugini passerà le due cifre dei consensi e sarà determinate per il ballottaggio, allora giocoforza si aprirà (o continuerà) una trattativa dagli esiti comunque incerti. Se invece non sarà così, il Pd potrà giocare subito un’altra partita, provando ad andare direttamente sugli elettori di ApP e spingendo sul voto utile per battere il centrodestra diviso tra Patrizia Barbieri e Corrado Sforza Fogliani.

Sfilata di guest star

La tensione è palpabile e trapelano anche le prime critiche. In area Tarasconi per esempio non tutti sono soddisfatti di come sia stata impostata la campagna elettorale. Troppi big venuti da fuori a sostenere la candidata. A dire ai piacentini come devono votare. Troppe benedizioni arrivate dall’establishment di quella politica spesso ritenuta lontana dai cittadini. Benedizioni arrivate dai vari Bonaccini, Letta, Delrio, Richetti. E finanche gli interventi pro Tarasconi dall’ala sinistra della coalizione, quelli dell’onorevole piacentino Bersani o della vicepresidente della Regione Elly Schlein hanno fatto storcere il naso a più di un simpatizzante.

L’ultima guest star calata in città per dire (a pochi intimi) quanto stima la candidata è stato Sala. Dopo il sindaco di Milano, che ha promesso più attenzione per la Piacenza a guida Tarasconi, arriverà Calenda. E si chiuderà ancora col presidente della Regione Bonaccini nella festa con l’Orchestra Bagutti, per dare un tocco pop al gran finale in stile festival dell’Unità.

Insomma, a conti fatti per qualcuno si è esagerato un po’ a far sostenere dall’esterno che Katia Tarasconi sia il sindaco giusto per guidare Piacenza. E forse non c’era tanto bisogno di tutti questi testimonial per sancire la sua credibilità, col rischio di allontanare l’elettorato invece di avvicinarlo.

Palmo a palmo

D’altro canto è indubbio che Katia Tarasconi non si sia risparmiata. La consigliera regionale, piena di entusiasmo, ce la sta mettendo tutta per incontrare cittadini e associazioni ai ritmi della macchina organizzativa del Partito democratico. Ma rispondere al tour di Cugini, con l’ex capogruppo del Pd che da settimane batte Piacenza palmo a palmo, dalle frazioni al centro storico, non è facile.

La battaglia per conquistare consensi infatti continua febbrile. Anche le telefonate, i whatsapp e i messaggi sui social si susseguono senza sosta. Si contano e si commentano i partecipanti alle varie iniziative. Perché se qualcuno pensava di appiattire Cugini a sinistra forse ha fatto male i suoi conti. A ben guardare ApP si presenta infatti come uno schieramento molto più trasversale del previsto. E via via ha allargato i confini della caccia al voto.

Da Rabuffi a Fiazza

Vediamo i contorni del perimetro. Se Luigi Rabuffi, consigliere comunale uscente di Piacenza in Comune, presidia lo schieramento a sinistra, i 5 Stelle capitanati dal collega Sergio Dagnino non hanno i tratti dei fan di Di Battista, e si giocano la partita sul fronte più moderato. In ApP c’è l’area ambientalista rappresentata dai big locali di Legambiente, Laura Chiappa e Giuseppe Castelnuovo; e poi una frangia non irrilevante di radical chic, che dai salotti piacentini spara le sue bordate. Qui nel mirino c’è soprattutto la nouvelle vague alla presidenza della Fondazione di Piacenza e Vigevano rappresentata da Roberto Reggi, che da via Sant’Eufemia ha ampliato notevolmente la sua sfera d’influenza a favore di Tarasconi.

Certo, la candidata del Pd ha altri sostegni importanti e ben radicati tra gli elettori. In lista per lei ci sono ad esempio l’onorevole Paola De Micheli e l’ex assessore regionale e leader della minoranza locale del partito Paola Gazzolo. C’è il consigliere comunale uscente Christian Fiazza. Ma saranno sufficienti per garantire un’affermazione perentoria dei dem piacentini sulla diaspora di Cugini e soci?

Corsa agli assenti

La vera partita, sostiene più di un osservatore, si giocherà però su quella fetta di elettorato che da anni ha abbandonato il voto anche alle Comunali. Quell’astensionismo che pure in città s’è attestato sul 40% e che in buona parte gravita nell’area di centrosinistra. Senza riportare al voto qualche migliaio di elettori il 12 giugno difficile vincere per chiunque. Sia per determinare i prossimi equilibri nel centrosinistra piacentino che per conquistare palazzo Mercanti in caso di ballottaggio.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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