Cultura

Antonello da Messina: l’incanto del Quattrocento a Palazzo Reale

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Antonello da Messina: da sinistra, Ecce Homo, Annunciata, Ritratto d'uomo (particolari)

Antonello da Messina: la mostra di Palazzo Reale aperta a Milano fino al 2 giugno ha tutte le carte in regola per lasciare il segno. Un successo annunciato e un’occasione da non perdere, perché sono esposte ben 19 delle 35 opere di Antonello arrivate fino a noi; 19 capolavori del grande artista del ‘400 che offrono un ventaglio ineguagliabile della sua sublime maestria, raccontati tra l’altro dagli appunti di Giovan Battista Cavalcaselle (1810-1897), lo storico dell’arte che per primo riscopre Antonello e ricostruisce un catalogo delle sue opere.

Meraviglie italiane

Nelle sale al pian terreno di Palazzo Reale sono arrivati capolavori come la straordinaria Annunciata, Sant’Agostino, San Girolamo e San Gregorio Magno. Tutti dipinti da Antonello tra il 1470 e il 1475 e provenienti dalla Galleria palermitana di Palazzo Abatellis. Poi ecco l’indecifrabile sorriso del famoso Ritratto d’uomo (1465-1476), conosciuto anche come Ritratto d’ignoto pescatore. Più volte restaurato, è arrivato dalla Fondazione Mandralisca di Cefalù.

Prestigioso anche il contributo degli altri prestiti italiani per celebrare l’arte di Antonello De Antonio (1430-1479) che si firmava Antonellus Messaneus.
Nella rassegna curata da Giovanni Carlo Federico Villa, godibile ed equilibrata, si può ammirare un gioiello come l’Ecce Homo del Collegio Alberoni di Piacenza (1473-76). O il trittico fiorentino degli Uffizi che raffigura la Madonna con Bambino, il San Giovanni Battista e il San Benedetto (1470-75).

La capitolina Galleria Borghese ha contribuito invece con il suo Ritratto d’uomo (1475-1476). Mentre La Pinacoteca Malaspina di Pavia ha concesso il Ritratto di giovane gentiluomo  (1468-1470). A lungo ritenuto il vero volto di Antonello, il dipinto era stato trafugato dalla galleria pavese nel 1970 e poi recuperato dal Nucleo di tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri 7 anni dopo.

E non è finita: i prestiti italiani proseguono con il Cristo in pietà sorretto da tre angeli (1474-1476 circa) del Museo Correr di Venezia e con il Ritratto Trivulzio (1476) del Museo torinese di Palazzo Madama. Senza dimenticare la Madonna con il bambino (1480) dell’Accademia Carrara di Bergamo che chiude la rassegna. Dipinta da Jacobello l’anno successivo alla morte del padre, è firmata dal figlio di Antonello con la celebre iscrizione “mi dipinse Giacomo, figlio di un pittore non umano”, alludendo al genio del genitore.

I capolavori stranieri

Ma forse è il contributo offerto dall’estero che rende davvero unica la mostra milanese “Antonello da Messina. Dentro la pittura”. La National Gallery di Londra ha concesso infatti un capolavoro assoluto del grande pittore siciliano. Stiamo parlando del San Girolamo nello studio (1474-1475), considerato una sintesi perfetta tra la pittura italiana e quella fiamminga.

Straordinaria anche la presenza della famosa Crocifissione (1460) prestata dal Museo romeno di Sibiu. Così come dei dipinti giunti dagli Stati Uniti: il Ritratto di giovane (1474) del Philadelphia Museum of Art e la Madonna col Bambino (1475 circa) della National Gallery di Washington. Per finire con il berlinese Ritratto di giovane uomo (1478), arrivato dal Museo statale della capitale tedesca. Altri volti e altri sguardi di Antonello che resteranno a lungo nella memoria del visitatore.

 

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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