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Salvini e Di Maio: nasce un’alleanza per tornare al voto e vincere insieme le elezioni?

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Salvini e Di Maio vogliono fare questo governo o hanno già in mente qualcosa d’altro? A guardare le spinose trattative col Quirinale il dubbio ci sta tutto. E si può solo pensare che i leader di Lega e 5 Stelle si preparino a nuove elezioni. Ma questa volta non da avversari.

D’altra parte perché gettare alle ortiche quasi tre mesi di lavoro? Prima passati ad annusarsi, a scontrarsi, a conoscersi. E poi a cucire il contratto di governo giallo-verde. Con tutti gli uomini più fidati dei due leader che hanno fatto squadra per trovare soluzioni di compromesso sui temi più spinosi. Di Maio per esempio ha digerito la flat tax e Salvini il reddito di cittadinanza.
E allora basta cambiare l’intestazione da contratto di governo a programma elettorale e il gioco è fatto. Oltretutto la base si è già espressa. Il contratto è stato approvato con maggioranze bulgare sia dai 5 Stelle sul web, sia dai leghisti nei gazebo.

Da Arcore al San Paolo

Ma c’è un altro elemento chiave della vicenda. Oggi più che mai Salvini e Di Maio hanno bisogno l’uno dell’altro, perché i ponti bruciano alle spalle di entrambi.
Dopo la fuga in avanti coi 5 Stelle, il leader leghista ha sempre meno in comune con Berlusconi e la Meloni. Altro che ritorno da figliol prodigo a capo della coalizione. Berlusconi, ringalluzzito dalla riabilitazione, pensa di potersi riprendere la leadership del centrodestra, strizzando l’occhio anche ai maggiorenti di Salvini.

Di Maio è in una situazione più precaria. Se fallisce l’accordo con la Lega non ha grandi alternative da proporre al Movimento. E all’interno dei 5 Stelle Grillo e suoi nemici affilano le armi, sognando di rimandarlo a fare lo steward sugli spalti del San Paolo.
Quindi, l’unica soluzione per entrambi è proseguire da alleati anche verso nuove elezioni. Chiedendo agli italiani di votarli per attuare quel contratto di governo “populista” che non piace né all’Europa né ai poteri forti.

Salvini e Di Maio: il governo di Pirro

E se l’esecutivo giallo-verde alla fine ottenesse il via libera di Mattarella? Poco cambia. Ormai è considerato come una vittoria di Pirro. Perché il governo nasce debole: al Senato conta solo su 7 voti a favore. Troppo pochi per non cadere al primo stormir di fronde.
Quindi, il ritornello non cambia: fra qualche mese i seggi al Senato si vanno a chiedere agli italiani in una nuova consultazione elettorale. Gli ultimi sondaggi (in calo) parlano di una Lega al 24,5% e dei 5 Stelle sopra il 31. Sempre più del 55% delle intenzioni di voto, altro che premio di maggioranza.

Le sirene e le elezioni

Fantapolitica? Forse sì. Ma di certo, come racconta anche ItaliaOggi.it, tra gli avversari di Lega e 5 Stelle c’è molta preoccupazione per la nascita di questa alleanza elettorale. I più raffinati pensano comunque sia meglio lasciar partire Salvini e Di Maio con un governo fragile. Obiettivo: logorarli fino alla rottura, che rimetterebbe in gioco chi è tagliato fuori dal loro idillio, Berlusconi in primis.

Reggeranno? Il primo step per capire quanto sia solido il loro rapporto sarà la risposta di Di Maio alle sirene che lo vogliono a palazzo Chigi, preferito da Mattarella al professor Conte, comunque già convocato al Colle. Ma il leader di Pomigliano difficilmente forzerà la mano a Salvini per sostituire Conte e governare da re travicello.
Ancora una volta meglio puntare risoluti alle urne. E chi prenderà più voti tra Salvini e Di Maio farà il premier. Prima, però, bisogna chiudere quella che si prospetta come la più breve legislatura della storia repubblicana. E fissare la data d’inizio della successiva, che potrebbe davvero cambiare tutto.

 

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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