Berlusconi torna a ruggire come la tigre della Malesia? Prima di chiarire il perché di questo paragone Salgariano, vediamo cos’è successo. Il tribunale di Sorveglianza di Milano, in un tempo davvero record ha riabilitato l’ex cavaliere. E ormai è inutile attendere le lungaggini della corte di Strasburgo (la stessa che ci bacchetta ogni giorno per l’eccessiva durata dei nostri processi). Così, pulito come un’educanda il leader di Forza Italia ora può tornare in Parlamento.
Il ricorso per la riabilitazione di Berlusconi era stato presentato lo scorso 12 marzo dai suoi storici avvocati Niccolò Ghedini e Franco Coppi, passati tre anni dall’affidamento ai servizi sociali di Cesano Boscone. E si basava sugli articoli 178 e 179 del codice penale che prevedono quanto segue. Il condannato, decorsi appunto tre anni dal giorno in cui la pena è stata eseguita, se ha adempiuto alle obbligazioni civili derivanti dal reato e nel caso “abbia dato prove effettive e costanti di buona condotta”, può ottenere l’estinzione della pena ed essere riammesso ai pubblici uffici.
Cassazione e candidatura
Fino a non molto tempo fa la pendenza di altri procedimenti a carico del richiedente impediva la concessione della riabilitazione. Ma alcune recenti sentenze della Cassazione hanno cambiato orientamento. E hanno aperto uno spiraglio nel quale si è infilato il tribunale ambrosiano. Così, anche se la sentenza potrebbe essere ricorsa in Cassazione dalla Procura Generale, ad oggi è effettiva. E Berlusconi potrebbe ricandidarsi in caso di una nuova chiamata alle urne. Non solo, anche in caso di elezioni in un collegio uninominale per le dimissioni di un parlamentare, potrebbe candidarsi e riprendersi un seggio di Camera o Senato già in questa legislatura.
Berlusconi a tutto campo
Al di là dell’esultanza dei sui fidi, da Mariastella Gelmini a Renato Schifani, nessuno ha ancora considerato fino in fondo l’autostrada che si apre davanti al tycoon di Arcore. Poniamo un caso: il governo prossimo venturo di Salvini e Di Maio ha in agenda una legge sul conflitto d’interessi. Una norma dell’esecutivo “giallo-verde” che potrebbe colpire per primo proprio Berlusconi. Ma il governo si basa su una risicata maggioranza di soli 7 voti a palazzo Madama.
Un numero difficile da incrementare. A maggior ragione dopo che Di Maio ha escluso, non senza una certa alterigia, l’appoggio dei 18 senatori di Giorgia Meloni. Se qualcuno di quei 7 parlamentari ha un mal di pancia, i numeri per il governo diventano ancora più ballerini. E sappiamo bene che Berlusconi sa essere molto convincente. Così come sappiamo altrettanto bene che l’asse Renzi-Berlusconi è sempre in agguato.
Così, oltre ad esercitare un’ipoteca sulla nuova maggioranza fino a ieri impensabile, l’ex cavaliere da oggi ha meno paura di tornare alle urne. Perché potrebbe cavalcare una Forza Italia di tutt’altro appeal rispetto al 4 marzo. Ma a settembre Berlusconi compirà 82 anni, dirà qualcuno. Bene. E qui veniamo a Salgari.
La tigre della Malesia
Sapete cos’è successo in Malesia e non in un romanzo d’avventura ma nella realtà? Lo scorso 10 maggio le urne del Paese del Sudest asiatico hanno incoronato l’ex presidente Mahathir Mohamad con una vittoria schiacciante che gli ha consentito di diventare primo ministro. L’esponente politico malese, già premier per 22 anni consecutivi, intervistato dalla Cnn aveva dichiarato che il suo ritorno in campo “È un lavoro che devo fare”. Ma è l’ultimo dettaglio su questa “tigre politica” a non essere trascurabile e se vogliamo illuminante: Mahathir Mohamad ha appena compiuto 92 anni.
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.