Legittima difesa: finalmente si conosce il testo del disegno di legge di una riforma attesa e controversa. Se ne discuterà al Senato da martedì 23 ottobre. Il Ddl porta la firma di Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama e dei sottosegretari alla Giustizia Jacopo Morrone e all’Interno Nicola Molteni, tutti leghisti doc.
Forza Italia all’attacco
Intanto iniziano subito le polemiche. Prima tra tutti Forza Italia che boccia il provvedimento. “Il testo base sulla legittima difesa è lontano anni luce da quanto i cittadini attendevano. Il peso imbarazzante e determinante del Movimento 5 Stelle ha prevalso, schiacciando i diritti di chi si difende dopo essere stato aggredito e continuerà ad essere ingiustamente trascinato in Tribunale”.
Legittima difesa: com’è oggi
Ma vediamo prima di tutto com’è strutturata oggi la norma. La legittima difesa per la legge è una causa di giustificazione. Cioè non si è puniti, secondo l’articolo 52 del codice penale, se “si è commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio o altrui contro il pericolo attuale di un’offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa”.
Questa seconda parte dell’articolo è quella che finora ha fatto “cascare l’asino”. Perché la proporzione è stabilita dal giudice durante un processo. Finora i giudici hanno ritenuto proporzionata la difesa, e così assolto l’imputato, quando ha reagito al momento dell’aggressione. Invece hanno condannato quando l’imputato ha sparato contro il ladro in fuga.
Legittima difesa: come sarà
Il nuovo Ddl introduce una modifica significativa: la parola “sempre”. Nei casi di violazione di domicilio o intrusione in un luogo di lavoro, infatti, la nuova legge prevede che agisca “sempre” in stato di legittima difesa colui che “compie un atto per respingere l’intrusione con violenza, minaccia di uso di armi e di altri mezzi di coazione fisica, da parte di una o più persone”.
Se la legittima difesa è “presunta” il giudice quindi non dovrà più investigare sulle modalità nelle quali è avvenuto il fatto? Solo nelle intenzioni dei legislatori. Perché a fronte di un omicidio, comunque commesso, si dovrà sempre e comunque aprire un’inchiesta. Magari anche solo per accertare se le armi usate erano legittimamente detenute. E le obiezioni di Forza Italia sul continuare ad essere ingiustamente trascinati in Tribunale sembrano più un maldestro tentativo di dar voce a un’opposizione a qualunque costo che una critica fondata al Ddl governativo.
L’intervento della magistratura
Ricordiamo che la procura (e cioè la magistratura) interviene anche in casi di suicidio. Dunque che sia escluso il suo intervento quando il “morto” o il ferito grave si trova in casa mia sarebbe sovvertire le regole minime del nostro Stato di diritto.
Proviamo a pensarci, condividendo per un momento l’opinione di Forza Italia. Attiro in casa mia il mio peggior nemico con una scusa, lo uccido e affermo che stava rubando. A quel punto “tana liberi tutti”? Un po’ troppo puerile, non trovate?
Va precisato poi che non tutti gli interventi della magistratura inquirente finiscono in Tribunale. Se il pm riterrà plausibile la ricostruzione dei fatti, potrà chiedere l’immediata archiviazione del caso, anche a distanza di pochi giorni dall’evento.
E l’eccesso colposo?
Il testo base del disegno di legge prevede anche una modifica dell’articolo 55 del codice penale che regola l’eccesso colposo di legittima difesa: “La punibilità è esclusa se chi ha commesso il fatto per la salvaguardia della propria o altrui incolumità ha agito” contro chi approfitta delle “circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa”. Oppure se è in stato “di grave turbamento”, derivante “dalla situazione di pericolo in atto”.
Verranno poi inasprite le pene (fino a 7 anni) e le spese legali dell’eventuale imputato saranno a carico dello Stato.
Domanda di sicurezza
Ad oggi, a parte Forza Italia e la voce isolata di Pippo Civati (“arriva il diritto di sparare alla cieca”), in prima battuta il disegno di legge sembra ricevere molti riscontri favorevoli. Del resto la nuova norma va incontro a una domanda di sicurezza che, come emerge anche dagli ultimi sondaggi, è sempre più diffusa nella popolazione italiana.
Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.