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Ius soli: non è una legge da elefanti in cristalleria

Ius soli: serve chiarezza. E per farla, che si sia d’accordo o meno con questa legge, partiamo da due considerazioni che appaiono ovvie (ma non lo sono affatto). Primo: non c’è nessuna correlazione tra lo Ius soli e la recente ondata di immigrati che sta esasperando gli italiani. Secondo: ha una sua logica che chi nasce in Italia sia dichiarato cittadino italianoQueste due considerazioni, scontate in altri periodi e contesti, sono oggi fortemente dibattute e dividono la classe politica e l’intero Paese.

Lo Ius soli temperato

Perché sta succedendo tutto questo? Per rispondere concentriamoci prima di tutto sulla legge in discussione in questi giorni al Senato. E già approvata dalla Camera nel 2015 senza particolari problemi o dibattiti. A riprova che “tempus regit actum” e cioè il tempo regola l’azione. Si tratta di uno Ius soli temperato. In estrema sintesi stabilisce che può diventare cittadino italiano il figlio di due genitori stranieri nato in Italia, purché almeno uno di loro sia regolare nel nostro Paese da almeno 5 anni. O il figlio nato all’estero e arrivato entro il 12° anno di età che abbia compiuto positivamente un ciclo quinquennale di studi in Italia (ius culturae).
La legge, per uno studio della Fondazione Leone Moressa su dati Istat, coinvolgerebbe circa un milione di minori stranieri già residenti in Italia. E quindi è chiaro che non riguarda nessuno dei migranti, richiedenti asilo e profughi che intasano i nostri centri di prima accoglienza.

Favorevoli e contrari

Però la legge è diventata un vero casus belli tra i partiti. Vediamo come sono gli schieramenti: favorevoli Pd e tutti i piccoli partiti che si collocano alla sua sinistra. Per l’astensione i 5 stelle (come si erano astenuti alla Camera). Contrari Lega, che ha presentato 4.500 emendamenti, e Fratelli d’Italia.
Formalmente sarebbe contraria anche Forza Italia. Ma Berlusconi sembra voler evitare scossoni al governo Gentiloni. Ed eventualmente farà uscire dall’aula i suoi senatori per non scontentare i suoi elettori e nello stesso tempo scongiurare una crisi di governo. Perché questa mossa? Al Senato, se si resta in aula durante una votazione e ci si astiene, i presenti vengono conteggiati. E quindi favoriscono il voto contrario.
Ma la vera sorpresa sono i “cespugli” centristi. Da Verdini ad Alfano ai sudtirolesi, passando per il ministro centrista Costa, tutti dicono che sono contrari alla legge in discussione al Senato. E ricordiamo che la maggioranza, al Senato, conta su pochi voti di scarto. 

Le mosse di Renzi

Perché Renzi vuole a tutti i costi la votazione della legge? Come mai sta premendo “a singhiozzo” su Gentiloni perché ponga la fiducia sul provvedimento? Renzi è reduce da una serie di sconfitte che neanche l’Inter ricorda nei suoi annali. Dopo l’exploit iniziale delle europee ha collezionato solo batoste. Ricordate le amministrative dello scorso anno con la perdita di Roma e Torino? Il buco nero del referendum costituzionale di dicembre? E 20 giorni fa una nuova sconfitta rovinosa alle amministrative? Bene, il 5 novembre si vota in Sicilia. E Renzi teme (con ragione) una nuova débâcle.

Il no degli italiani

A questo punto, davanti a sé, il segretario del Pd ha solo questa strada. Se lo Ius soli passa con la fiducia gli fa riconquistare un po’ di voti a sinistra. E se la bocciatura della legge apre la crisi del governo Gentiloni? Meglio! Gli permetterebbe di mandare il Paese alle urne nel prossimo autunno, scongiurando le elezioni siciliane. A Renzi questo doppio salto mortale potrebbe anche riuscire, se non si tenesse conto di un dettaglio recente. Un sondaggio ha rivelato che 53,1% degli italiani non vuole lo Ius soli. E se due più due fa quattro, gli italiani sarebbero pronti a votare in massa un referendum abrogativo che facilmente, rebus sic stantibus, farebbe carta straccia della nuova legge.

Ius soli: una scelta dolorosa

Il motivo non è così becero e “di pancia” come sembra. In un momento storico come questo, con l’Europa intera che si sfila dal drammatico problema dei migranti, l’approvazione di questa legge meriterebbe ben altro dibattito e non un voto a colpi di fiducia. Meglio aspettare? Forse sì, perché un’approvazione affrettata dello Ius soli potrebbe sembrare un cedimento agli scafisti che ingrassano sulla pelle di questi disperati. E potrebbe far ritenere, ancora di più, che l’Italia è un Paese fin troppo”accogliente”. Con le drammatiche conseguenze che sono già sotto gli occhi di tutti.

Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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