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Guerra in Ucraina, i negoziati e la soluzione coreana: è davvero possibile?

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Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky

Guerra in Ucraina:  dopo un mese di scontri con migliaia di morti, e dopo aver evocato Hitler che invade la Polonia, la Conferenza di Monaco del 1938 e un po’ tutta la Seconda guerra mondiale, oggi nelle trattative di pace in Turchia si evoca anche la Corea.

Di che cosa si tratta? Si discute della prospettiva di una divisione dell’Ucraina in due parti. A Vladimir Putin toccherebbe quella sud orientale, che comprende le autoproclamate repubbliche filo russe del Donetsk e del Lugansk, la Crimea e i territori di Mariupol e Melitopol che le collegherebbe tra loro e con la “madre” Russia. Tutto il resto, gran parte del territorio ucraino, con Kiev e Odessa, resterebbe a Volodymyr Zelensky.

Per ora il governo ucraino non ne vuole sapere: si sente forte, spalleggiato e armato com’è dall’Occidente; e tra l’altro ha iniziato a vedere qualche timida vittoria sul campo. Ma non si può dire: il rischio che la guerra, con tutti i suoi orrori che sono sotto gli occhi di tutti, duri diversi mesi per non dire anni potrebbe cambiare la situazione.

Il parere della Unione Europea

Occorre anche precisare che questa prospettiva non sarebbe facilmente attuabile: non tutto il territorio del Donbass, pur essendo russofono, sembra favorevole al grande abbraccio con la Russia. Men che meno la “città martire” di Mariupol che si sta difendendo in modo eroico. Ma la prospettiva potrebbe piacere all’Unione europea, che non vede l’ora che la guerra finisca e non solo per motivi umanitari: circa 4 milioni di profughi, il rischio che i rubinetti del gas russo si fermino, una recessione economica generalizzata sono altrettanti campanelli d’allarme per Bruxelles e per Berlino.

La guerra di Corea

Ma mentre inizia l’ennesima trattativa di pace, facciamo un passo indietro: cos’è stata la guerra di Corea, che ha provocato l’attuale divisione della penisola dell’Estremo oriente in due nazioni?

Siamo nel 1950, a cinque anni dalla fine della Seconda guerra mondiale con l’esplosione delle due bombe nucleari su Hiroshima e Nagasaki. L’esercito comunista della Corea del Nord invade la Corea del Sud. Gli Stati Uniti, con l’imprimatur dell’Onu e alla testa di una coalizione di 18 Stati, interviene per respingere l’invasione. Dopo grandi difficoltà iniziali le truppe occidentali, al comando del generale americano settantenne Douglas MacArthur, comandante in capo delle forze alleate nel Pacifico durante il secondo conflitto, riconquistano quasi tutta la penisola asiatica.

A quel punto intervengono nella guerra Russia e Cina, anche se “sotto mentite spoglie”. I Russi forniscono copertura aerea mentre i Cinesi “consentono” di partecipare alla guerra a gruppi “spontanei” di guerriglieri con gli occhi a mandorla. Tra alterne vicende e un’ecatombe di morti (alla fine dei tre anni di guerra le vittime saranno in tutto circa 2,8 milioni, di cui due milioni di civili) si arriva alla pace, siglata sul fatidico 38° parallelo, esattamente dove era iniziata. Nel frattempo l’unica fortuna era stata che in quegli anni Russia e Cina non avevano ancora l’arma nucleare per cui il conflitto non aveva potuto trascendere in scenari apocalittici.

La cacciata di MacArthur

Occorre rilevarlo, il presidente americano Harry S. Truman, lo stesso che aveva autorizzato i bombardamenti su Hiroshima e Nagasaki, aveva destituito il generale MacArthur che continuava a richiedere bombardamenti nucleari su Corea del Nord e Cina. Ciò nonostante, la guerra di Corea è stata uno dei momenti più caldi della guerra fredda e con grossi rischi di una terza escalation mondiale.

E oggi?

Il risultato della vicenda coreana è sotto gli occhi di tutti: oggi la Cina ha uno Stato cuscinetto, la Corea del Nord, retto da un dittatore sanguinario, Kim Jong-Un, che è alle sue dipendenze. La Corea del Sud, regime democratico parlamentare all’occidentale, è uno dei colossi economici del mondo. Con due territori dalla superficie quasi identica, la Corea del Sud ha 51 milioni di abitanti con un Pil pro capite di oltre 40mila dollari; mentre la Corea del Nord ha la metà di abitanti (25 milioni) con un Pil pro capite di 1.300 dollari. Insomma, la Corea del Sud è l’11° potenza economica mondiale, tra il Canada e la Russia; mentre la Corea del Nord è al 119° posto, tra il Mali e la Bosnia Erzegovina.
Immaginiamo quindi la gioia delle popolazioni del Donbass alla prospettiva di un’unificazione con la Russia.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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