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Brescia: spara al ladro e subisce una condanna peggiore di lui. È giusto?

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Brescia: spara dalla finestra di casa ai ladri del bancomat e ne ferisce uno. Oggi, a quasi due anni di distanza, patteggia una pena superiore a quella del ladro che ha colpito. La notizia fa il giro del web ed è subito polemica. “Non mi stupisco, questa è l’Italia”, ha commentato il 40enne bresciano Giuseppe Chiarini. “Ho sentito rumori, mi sono affacciato e ho visto gente incappucciata e armata che mi diceva di rientrare in casa. Cosa dovevo fare? Ho sparato. Lo Stato non mi ha tutelato, ma ormai funziona così. E ora rischio anche di dover risarcire quel ladro che ho ferito. Perché se dirà che non potrà più lavorare, lo dovrò mantenere per tutta la vita”, si è sfogato il Chiarini.

Il Codice Rocco e il giudice di Brescia

Facciamo un po’ di chiarezza sul caso di Calcinatello in provincia di Brescia? In Italia esiste un codice penale, in vigore, nella sua ultima versione, dal 1930 e chiamato codice Rocco dal nome del guardasigilli dell’epoca. Prima di lui, dal 1889, vigeva il codice Zanardelli. Il sistema penale è in continua evoluzione, perché ogni anno il Parlamento modifica, abroga, ridetermina i singoli reati. Però questo codice, simbolo della civiltà giuridica di una Nazione, identifica e regola i singoli reati e collega ad ognuno una pena, col suo minimo e massimo.

Mettiamoci nei panni del giudice di Brescia che ha dovuto valutare i due comportamenti: la banda di rumeni stava sradicando un bancomat. Reato? Furto con violenza sulle cose. Dunque furto aggravato. Che ha la sua pena prevista dal codice. E il Chiarini cosa ha commesso? Un tentato omicidio, perché ha sparato dalla finestra di casa sua, col suo fucile, sulla banda di malviventi, colpendone uno.

Brescia: una mezza fake news?

Tra l’altro, alcuni non hanno evidenziato le altre condanne decise dal giudice. Il capo della banda di rumeni e moldavi che per mesi hanno preso di mira i bancomat di mezza provincia di Brescia ha subito una pena di 4 anni e 8 mesi. Altri quattro malviventi hanno subito 3 anni. E uno, col patteggiamento, 4 anni. Il ferito della sera di Calcinatello ha patteggiato una condanna a 2 anni e 4 mesi. Per cui diversi componenti della banda hanno subito condanne superiori a quella dell’italiano sparatore che ha patteggiato 2 anni e 8 mesi.

Legittima difesa e dintorni

Poteva andare assolto l’italiano Chiarini? E se sì, con quale motivazione? L’unico caso previsto dal nostro codice, piaccia o no, per il quale tu puoi sparare contro una persona e “farla franca” è  invocare la legittima difesa. E cioè l’aver commesso il fatto per evitare che qualcuno commetta un danno ingiusto verso una persona e, recentemente, verso le (tue) cose.

Se spari perché qualcuno è entrato in casa tua e temi che usi violenza verso qualcuno dei tuoi cari, ne esci indenne. Se temi che rubi qualcosa di tuo, anche. Ma se il ladro è già in giardino e fugge con la refurtiva sulle spalle, non puoi sparargli. Se – come in questo caso – uno o più ladri scardinano il bancomat della casa di fronte non puoi sparargli. Puoi far rumore e cercare di spaventarli, puoi sparare in alto, puoi (e noi questo consiglieremmo) chiamare il 113. Non altro. Perché l’offesa deve essere commisurata alla difesa, sennò diventiamo il Far West, provincia di Brescia compresa.

A meno che non si introduca una nuova normativa, per la quale l’italiano ha sempre ragione e lo straniero sempre torto. Ma questo, con buona pace di chi grida allo scandalo nel centrodestra, ci sembra proprio un altro film.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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