Economia

Telemarketing molesto: in arrivo una riforma all’acqua di rose

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Telemarketing: la montagna rischia di partorire il topolino. E così continueremo a ricevere sempre telefonate moleste e assillanti da chi vuol venderci qualsiasi cosa a tutti i costi. È questa la sintesi sconsolante, della pantomima legislativa sulla riforma di questo settore. Prima di darne conto, però, vediamo cos’è il telemarketing.

Scocciatura e business 

Si tratta della pubblicità telefonica di beni e servizi. Il telemarketing è un’esperienza che tutti abbiamo fatto. Chiamate indesiderate all’ora dei pasti. Specie dopo o durante la cena, magari in una giornata stressante. Raramente la telefonata tra l’operatore e il cliente realizza la vendita. Di solito, quando il colloquio ha esito positivo, viene concordato un appuntamento per concludere l’affare.

Il caso più rilevante è il telemarketing outbound, quando a chiamare è l’operatore. L’Inbound invece è il caso contrario: il consumatore si rivolge al call center, normalmente tramite numero verde. È intuitivo come il principale profilo da disciplinare sia l’accesso di aziende e operatori agli elenchi delle utenze private. Ed è su questo punto, infatti, che la legge da tempo oscilla, o s’incaglia, nonostante le proteste dei consumatori.

Le limitazioni suggerite dal Garante 

Lo scorso agosto è stata approvata la travagliata legge sulla concorrenza. Nell’ambito della sua biblica gestazione, il Garante della Privacy era intervenuto sulla regolamentazione del telemarketing con vigore. Le sue rimostranze, unite alla sensibilità comune per un fenomeno tanto diffuso e assillante, sembravano aver sortito effetto con lo stralcio delle norme più rilevanti, trasferite in un apposito disegno di legge (n.2603)Ecco cosa prevedeva uscendo dal Senato:

  1. L’inserimento anche dei numeri di cellulare nel registro delle opposizioni, e cioè quello di chi ha chiesto che la sua utenza non sia più accessibile agli operatori della pubblicità.
  2. Un prefisso unico per tutti i servizi di promozione commerciale, onde consentirne l’immediata riconoscibilità.
  3. L’azzeramento di tutti i consensi alla chiamata, sottoscritti in precedenza con aziende telefoniche, elettriche, bancarie e televisive. Soprattutto quest’ultima disposizione viene reclamata da consumatori e Garante, per blindare l’inviolabilità del registro delle opposizioni.

Telemarketing: la rivincita di aziende e call center

Approdato alla Camera, il disegno di legge sta per essere approvato in sede deliberante dalle Commissioni congiunte Trasporti e Attività Produttive. Il testo dovrà poi tornare al Senato, che probabilmente adotterà un’analoga procedura per licenziare definitivamente il provvedimento. Il problema è che la norma fa due passi indietro e nessuno avanti, rispetto alla prima lettura di Palazzo Madama. Come mai?

  • Consente il winback, cioè la possibilità per le aziende di ricontattare i propri ex utenti, per convincerli a ripensarci.
  • Quanto ai prefissi, ne introduce due anziché uno, a seconda dello scopo della chiamata: commerciale o ricerca di mercato.
  • In più, legittima una terza via: il ricorso dei call center anche a un numero non verde, identificabile e richiamabile.

Così, paradossalmente, non solo saremo ancora subissati di chiamate, ma incautamente potremmo essere noi a richiamare un numero sconosciuto. Finendo per mettere a nostro carico l’addebito della pubblicità indesiderata.

Equilibri sociali e ritardi politici

Fare le leggi in una società tanto complessa come quella di oggi non è un’impresa facile. Si tratta, infatti, di contemperare i diversi interessi in gioco, che sono sempre più numerosi. La privacy dei cittadini è certo molto importante. Anche dietro le imprese e gli operatori di call center, però, stanno delle parti deboli: i lavoratori.

L’iter della normativa del telemarketing, comunque, segnala un’altra clamorosa criticità nazionale: quella del procedimento legislativo. Il rimpallo delle leggi da una Camera all’altra rallenta i tempi. E, come in questo caso, riporta indietro gli equilibri, anziché farli avanzare.

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Corrado Cavallotti è laureato con lode in Giurisprudenza all’Università Cattolica. Ha vinto il Premio Gemelli 2012 per il miglior laureato 2010 della Facoltà di Giurisprudenza di Piacenza. Ama la storia, la politica ed è appassionato di Chiesa. Scrive brevi saggi e collabora con il periodico Vita Nostra.

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