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Ius soli: braccio di ferro Renzi-Gentiloni

Lo Ius soli torna con prepotenza al centro dell’agenda politica. E toglie il sonno al Partito democratico, in particolare al segretario Renzi e al premier Gentiloni. Come mai?
Partiamo da Renzi. L’ex presidente del Consiglio ha l’assoluta necessità che la legge venga approvata il prima possibile, e comunque entro la legislatura. Deve cercare di recuperare il gap che vede il Pd terzo nei sondaggi dopo i 5 Stelle e la coalizione di centrodestra, rinata per il voto siciliano di novembre. Renzi spera così di intercettare una parte dei consensi che oggi gravitano attorno a Pisapia e ai bersaniani di Articolo 1.
Gentiloni, viste le difficoltà che avrebbe avuto la legge al Senato, già in luglio aveva rinviato la discussione sullo Ius soli all’autunno. E oggi la pensa sempre in modo diametralmente opposto a Renzi. Sa bene che la legge sulla cittadinanza è una mina vagante come quella sui vitalizi e che rischia di far colare a picco il governo prima della fine della legislatura. E questo all’inizio della delicatissima sessione di bilancio. 

In gioco palazzo Chigi

Chi vincerà questo braccio di ferro si avvantaggerà anche da un altro punto di vista. Tra Renzi e Gentiloni è ormai palese che sia in corso una sfida per chi sarà il prossimo candidato premier del centrosinistra. Gentiloni sa bene che, soprattutto se dovesse porre la fiducia sulla legge al Senato, una sconfitta sullo ius soli sarebbe un passo falso irrecuperabile. E non solo per il suo governo, ma anche per le sue velleità personali, proprio adesso che in alcuni sondaggi ha superato Renzi nelle preferenze sul futuro premier del centrosinistra.

Da Zanda a Minniti

Ma come sono gli umori nel Pd sullo Ius Soli? Il capogruppo Pd al Senato Zanda, è schierato con Renzi. E quando gli si chiede se, stante la situazione di incertezza, ci sarebbe l’eventualità di far votare la fiducia sulla legge risponde: “Penso che questa sia la strada”. Anche il ministro della giustizia Orlando, esponente della minoranza dem, in questo caso sta con Renzi. Così come il ministro dell’Interno Minniti: “Un Paese che non costruisce muri ma governa i flussi e crea integrazione deve avere il coraggio di dare nazionalità a chi è nato qui da genitori che soggiornano regolarmente e lavorano nel nostro Paese”.  

Il peso di Alfano 

Sullo Ius soli il Pd però ha un problema: il ministro degli esteri Alfano, capo di Area popolare. Senza i suoi voti al Senato non si va da nessuna parte. Al Meeting di Rimini Alfano ha detto: “Noi abbiamo già votato a favore dello Ius soli alla Camera e non abbiamo una obiezione di merito se non alcuni emendamenti molto importanti che presenteremo. Chiediamo una valutazione di opportunità perché le cose giuste fatte al momento sbagliato rischiano di diventare sbagliate”. Tradotto dal politichese: altolà. Non è il momento.

La lega prepara le salmerie. E Berlusconi?

Nel frattempo, da Cernobbio Salvini ha tuonato: “Lo Ius soli è una follia. Non dobbiamo diventare la sala parto dell’Europa». Calderoli rincara la dose dei leghisti. Dopo aver presentato 50.000 emendamenti alla legge (circostanza che farebbe inevitabilmente scattare il ricorso alla fiducia), commenta: “Insistere sullo Ius soli è veramente il suicidio assistito del Pd”. E Berlusconi? Nettamente contrario: “Introdurre lo Ius soli è un pessimo segnale”. Anche il Movimento 5 Stelle è su questa linea, con qualche malumore al suo interno. 

Ius soli, sondaggi e sindaci

E allora, come andrà a finire? Di certo il Pd è in mezzo al guado. Ancora una volta l’unica cosa che può far cambiare idea a Renzi sono i sondaggi. A luglio dicevano che il centrosinistra perdeva il 2% al mese per lo Ius soli. Così Gentiloni l’ha avuta vinta anche con l’appoggio del Quirinale. Difficile che ci sia un’inversione di tendenza nelle opinioni degli elettori, nonostante il blocco degli sbarchi. E questo soprattuto per i fatti di Rimini, con un gruppo di minorenni extracomunitari accusati di stupro. Proprio coloro che godrebbero della nuova legge sulla cittadinanza. Tra l’altro alcuni sindaci del Pd stanno manifestando perplessità e opinioni contrarie allo Ius soli. Insomma, in queste condizioni Renzi si potrebbe piegare alla Realpolitik, con la rinuncia a un voto molto rischioso in Senato. E Gentiloni segnerà un altro punto a suo favore.   

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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