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Obbligo vaccinale o green pass: qual è la scelta giusta?

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Obbligo vaccinale o green pass: qual è la scelta giusta? Le polemiche sull’imposizione della profilassi non accennano a fermarsi, nonostante l’ultimo Consiglio dei Ministri abbia impresso una sorta di frenata anche all’allargamento del tanto contestato certificato verde. E allora proviamo a capirci qualcosa di più.

Dove c’è l’obbligo vaccinale

Ha ragione Salvini quando dice che nel mondo solo due Paesi hanno adottato l’obbligo vaccinale contro il Covid? Quasi. Perché i Paesi in effetti sono quattro: Indonesia, Turkmenistan, Micronesia e Tagikistan. In Indonesia (271 milioni di abitanti nel 2020) chi trasgredisce all’obbligo potrebbe pagare multe fino a 5 milioni di rupie, pari a circa 400 euro. Molto poco? Il salario minimo del paese è di circa 250 euro, dunque una sanzione pecuniaria di tutto rispetto. La Micronesia (100mila abitanti dispersi in centinaia di piccole isole perse nell’immensità dell’oceano Pacifico) ha imposto l’obbligo nonostante il Coronavirus non si sia mai propagato nel Paese grazie alle rigide misure adottate.

La parola alla Costituzione

Sarà efficace l’obbligo della profilassi anti-Covid? E avrà ragione il professor Alessandro Barbero quando dice che non sarebbe contrario all’obbligo ma ritiene il green pass una suprema ipocrisia?

Illustri giuristi e costituzionalisti hanno già chiarito che l’eventuale obbligo non sarebbe contrario al dettato della Costituzione. Oltre al già più volte citato articolo 32 (“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”), ci soccorre anche l’articolo 16: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche”. Diciamolo: nella loro preveggenza, i nostri padri costituenti avevano già previsto anche il green pass sanitario che, dunque, non può essere ritenuto contrario alla Costituzione.

No vax e sanzioni

Se fino all’allargamento dell’uso del green pass non sembra ci siano eccessivi problemi, quando si parla dell’obbligo vaccinale gli stessi giuristi però arricciano il naso.

Perché? Il ragionamento che fanno è il seguente: non esiste norma senza sanzione. E nel caso dell’introduzione dell’obbligo vaccinale quale potrebbe essere la sanzione? La più drastica, il trattamento sanitario obbligatorio per i circa 3 milioni di cittadini renitenti sarebbe impossibile da attuare e potrebbe sfociare in disordini di piazza. Denuncia penale per i no vax? Andrebbe ad intasare un sistema giudiziario già vicino al collasso: non possiamo permetterci tre milioni di procedimenti penali.

Allora sanzione amministrativa? Questa, secondo i giuristi, potrebbe essere la strada giusta anche se pone un altro problema: per il ricco no vax risolvere il problema con l’esborso anche di mille euro potrebbe essere una facile scappatoia. Per il povero diventerebbe un fardello a volte insopportabile. Dunque ci troveremmo davanti a due pesi e due misure anche a fronte di una norma all’apparenza “uguale per tutti” e di facile esecuzione. Ma neppure i giuristi trovano una soluzione differente, se non legare la sanzione al patrimonio personale, cosa altrettanto difficile da attuare.

Che fare?

E allora si vede che impedire l’accesso a sempre più strutture a chi non possiede il green pass – di fatto e con buona pace del professor Barbero – è forse la soluzione migliore rispetto ad un obbligo che sembra sempre più controverso e molto difficile da mettere in pratica. Se vediamo il green pass come l’opportunità di lasciare aperti gli esercizi commerciali e le scuole invece che come una odiosa trappola “inventata” dallo Stato per danneggiarci, potremo vivere meglio questo periodo che poteva essere molto peggio e che invece ci consente una quotidianità quasi accettabile.

Gli ultimi dati sul vaccino

Detto questo, resta il fatto che il vaccino sta dando risultati indubbiamente importanti. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornato all’8 settembre, c’è una forte riduzione del rischio di infezione nelle persone completamente vaccinate contro il Covid rispetto a quelle non vaccinate: -77% per la diagnosi; -93% per l’ospedalizzazione; -96% per i ricoveri in terapia intensiva e per i decessi.

Negli ultimi 30 giorni per i non vaccinati Il tasso di ospedalizzazione è di circa 9 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (219,1 rispetto a 24,5 ricoveri per 100.000 abitanti). Nello stesso periodo, guardando agli over 80, il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei vaccinati con ciclo completo è ben 13 volte più basso dei non vaccinati (1,1 contro 14,8 per 100mila abitanti) mentre il tasso di decesso è 15 volte più alto nei non vaccinati rispetto ai vaccinati con ciclo completo (76,2 contro il 5 per 100mila abitanti).

Sul fronte dei contagi

Infine, perché non osservare che stiamo andando bene sul fronte della pandemia? Secondo i dati dell’Oms dal 27 agosto al 9 settembre – quando praticamente tutti sono rientrati in città dalle ferie ed hanno ripreso il lavoro – i nuovi contagi negli Stati Uniti sono stati  2.185mila, nel Regno Unito 503mila, in Francia 184mila e in Italia “solo” 81mila. Sempre nel Regno Unito i nuovi casi viaggiano sui 38mila al giorno contro i nostri 5mila. I nostri ospedali e le nostre terapie intensive sono impegnati quasi al minimo e non si prevedono sbalzi nei prossimi tempi. Ne siamo fuori? Certo che no. Stiamo solo imparando a conviverci, e non ci sembra poco.

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Massimo Solari è avvocato cassazionista e scrittore. Ha pubblicato diversi volumi sulla storia di Piacenza e alcuni romanzi. Ha tenuto conferenze e convegni sulla storia di Piacenza. Ha collaborato con le riviste Panoramamusei, L'Urtiga, e scrive sul quotidiano Italia Oggi.

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