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Elezioni provinciali: su “listone” e totocandidati braccio di ferro a Piacenza

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Elezioni provinciali di Piacenza: listone sì o listone no? E nel caso si andasse nella prima direzione, con centrodestra e centrosinistra a braccetto, quali sarebbero i dieci beneficiati da una candidatura blindata alle elezioni del prossimo 29 settembre?

Domande spinose, che nei palazzi del potere piacentino tengono banco e dovranno trovare una risposta a breve. Come spiega una nota della Provincia, le candidature vanno infatti presentate presso l’Ufficio elettorale nella sede di corso Garibaldi domenica 8 settembre (dalle 8 e alle 20) e nella mattinata di lunedì 9 (8-12). Detto dei tempi, ricordiamo che alle urne andranno 580 amministratori dei Comuni del territorio, tra sindaci e consiglieri, con un sistema di voto ponderato, che via via dà maggior peso ai rappresentanti dei Comuni più popolosi.

Dall’accordo allo scontro

Sulla partecipazione al voto si innescano le prime diatribe e cresce la fronda partita da un paio di settimane. Chi è contrario all’ecumenico listone sostiene che il 29 settembre l’astensione tra gli amministratori sarebbe molto alta, della serie non serve andare a votare, tanto è già tutto deciso. Un esempio pessimo dato ai cittadini, soprattutto in vista delle successive elezioni regionali, con il voto del 17 e il 18 novembre. Altra freccia all’arco di chi vuole infilzare il listone: come si fa ad andare prima a braccetto in Provincia e poi allo scontro elettorale per conquistare la Regione? Una contraddizione che a stretto giro diventerebbe difficile da spiegare all’elettorato, con il rischio di allontanarlo ulteriormente dalle urne.

Non basta: siccome per l’una e per l’altra tornata elettorale in alcuni casi circolano gli stessi nomi, la contraddizione diventerebbe ancor più evidente. Prendiamo per esempio due esponenti tra i più gettonati del centrodestra e centrosinistra piacentino. Paola Galvani, sindaco di Rottofreno e consigliera uscente di Forza Italia in Provincia, si è già detta disponibile per un altro mandato. E di lei si parla anche per una candidatura in Regione. Ma dopo la riconferma nell’Ente di corso Garibaldi, che campagna elettorale potrebbe fare contro il centrosinistra alla luce dell’accordo precedente? Stesso discorso sull’altro fronte per l’ex sindaco e attuale vicesindaco di Travo, Lodovico Albasi, esponente del Partito democratico, che pare sarà in corsa anche per un seggio a Bologna.

Sconfitta a priori

Terzo elemento in discussione, stavolta nel solo centrodestra: se passasse l’accordo sul listone, avrebbe sì cinque consiglieri sicuri; ma rispetto ai sette espressi fino ad oggi, incasserebbe una sconfitta in partenza. I voti in Consiglio provinciale sono 11, comprendendo anche quello della presidente di centrosinistra Monica Patelli: così il centrodestra senza colpo ferire accetterebbe di diventare minoranza. Quindi, anche se i numeri per alcuni non sono favorevoli, sarebbe comunque una resa invece di provare ad ottenere almeno sei consiglieri e dunque restare maggioranza. Un altro segnale negativo all’elettorato. E hai voglia a spiegare che magari hai ottenuto in cambio qualche delega di peso nel governo della Provincia. Insomma, si può anche perdere, ma almeno con l’onore delle armi.

Il totonomi

In questi giorni poi avrebbero preso quota le tensioni sulla scelta dei nomi da inserire nel listone in caso di accordo. Con una differenza ben marcata. Nel centrodestra la base di partenza sui cinque candidati blindati sarebbe quella di due esponenti di Fratelli d’Italia, con le riconferme di Franco Albertini e Massimiliano Morganti; si parla del rinnovo dei leghisti Giampaolo Maloberti e Federico Bonini, con Forza Italia che potrebbe essere rappresentata ancora da Paola Galvani. Mancherebbe però un punto di riferimento per i civici di centrodestra, che per esempio nel solo Comune di Piacenza esprimono con la Lista Barbieri-Liberi ben cinque consiglieri comunali. E al momento nessuno tra i partiti sarebbe disposto a un passo indietro per liberare un posto a favore dei civici.

Nel centrosinistra invece l’oggetto del contendere cambia, perché qui c’è un solo dominus che si chiama Pd. Le tensioni sulla composizione del listone blindato però non mancano. E sarebbero focalizzate sulla rappresentanza da spalmare tra il Comune capoluogo e quelli della provincia. Si dice che il sindaco di Piacenza Katia Tarasconi punti a un rinnovo totale dei consiglieri in Provincia e avrebbe chiesto almeno due se non addirittura tre rappresentanti su cinque. Sembra che i rapporti con la presidente Patelli non siano idilliaci, e quindi lo scopo di Tarasconi sarebbe quello di ottenere una sorta di commissariamento dei vertici provinciali. Della rosa farebbero parte i dem di palazzo Mercanti Tiziana Albasi, Andrea Fossati, Salvatore Scafuto, e pare la civica Angela Fugazza. Ma questa proposta di almeno due consiglieri targati Tarasconi non piace a diversi sindaci di centrosinistra della provincia che si sentirebbero penalizzati in corso Garibaldi.

Una porta stretta

La trattativa sul listone dunque si fa difficile, con i margini dell’accordo che paiono sempre più risicati da una parte e dall’altra, al di là del dialogo tra i maggiorenti di centrodestra e centrosinistra favorevoli a questa scelta. Per dirimere la questione il fine settimana potrebbe rivelarsi decisivo. Sono previste infatti alcune riunioni per sedare i mal di pancia di chi boccia l’accordo e vorrebbe invece due liste concorrenti, da dieci candidati l’una, pronte a darsi battaglia sul territorio. Se il listone bipartisan dovesse tramontare all’orizzonte, questa seconda ipotesi allora diventerebbe vincente, aprendo la corsa a nuove candidature contrapposte, anche all’interno dei due schieramenti. Con tanti saluti a chi pensava di blindare a suo piacimento il prossimo Consiglio provinciale di Piacenza.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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