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Nazionale, la lunga notte del calcio italiano: basterà un Ancelotti per il risveglio?

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Nazionale: inizia uno dei weekend più lunghi della storia del calcio italiano. Dopo la vergognosa eliminazione degli Azzurri e l’esonero di Ventura, Carlo Tavecchio prova a resistere. Il presidente federale per restare a galla deve trovare gli appoggi giusti in vista del consiglio di lunedì prossimo. A parte l’associazione calciatori, che a gran voce chiede le sue dimissioni, tutte le altre componenti dell’organismo che governa il calcio italiano paiono schierate al suo fianco. E naturalmente nel retrobottega, sembra siano incorso febbrili trattative per ottenere posizioni di rilievo in Federazione, in cambio dell’appoggio al programma di rilancio della Nazionale che Tavecchio sta mettendo a punto.

La retorica del condottiero

Questa lunga notte in cui è sprofondato il nostro calcio, tramortito dalla mancata qualificazione ai Mondiali di Russia 2018, potrebbe finire lunedì. Ma a una condizione, e Tavecchio lo sa benissimo. Offrire all’opinione pubblica, che vuole la sua testa, un nome che spinga tutti a guardare al futuro con speranza, dimenticando la ferita ancora fresca della Svezia. Una manovra semplice e diretta: un nuovo commissario tecnico che metta d’accordo tutti. Un nuovo “condottiero” che guidi la Nazionale verso i traguardi che merita.

I dubbi di Ancelotti

Retorica? Forse sì, ma lo sport si presta ancora a queste letture un po’ romantiche. E forse è quello che preoccupa di più il concreto Carlo Ancelotti, indicato come il salvatore della patria calcistica. Ma l’allenatore emiliano, libero da impegni dopo il burrascoso addio al Bayern Monaco, probabilmente ha altri dubbi. Non è certo che lunedì li abbia già risolti, però di sicuro sono gli stessi anche cambiando cognome del papabile commissario tecnico (Mancini, Ranieri e così via). Il primo è di natura personale e cioè la voglia di fare questo mestiere, ben diverso da quello dell’allenatore di club. Oltretutto per un ingaggio di certo inferiore a quelli cui Ancelotti è abituato (si parla di 4 milioni di euro annui, come per Conte).

L’orto della Nazionale

Il secondo dubbio è sulla pochezza dell’orto da coltivare. Tanti giovani interessanti, ma è finito il tempo dei Buffon, dei Totti, dei Pirlo e via dicendo. Quindi, se non puoi appoggiarti a campioni di specchiata virtù tecnica, per vincere devi puntare tutto sulla costruzione di un gruppo. Sugli schemi di gioco e sull’amalgama dell’undici che va in campo. Ma per costruire un percorso del genere ci vuole tempo. Bisogna avere i calciatori a disposizione spesso. E come ricorderete, il programma di stage proposto all’epoca da Conte trovò l’opposizione delle squadre di club, poco disponibili a cedere i giocatori alla Nazionale più dello stretto necessario.

Obiettivo Europa 2020

Tavecchio quindi dovrà garantire la possibilità di lavorare in fretta per avere una squadra competitiva, in grado di qualificarsi agli Europei 2020. Un evento tra l’altro più suggestivo del solito. Celebrerà infatti il 60º anno di vita del torneo continentale con la formula città (13 quelle coinvolte con semifinali e finale al Wembley Stadium di Londra). Quale migliore rentrée per una Nazionale italiana di nuovo agguerrita e competitiva?

Carta bianca o addio

Ma Ancelotti come gli altri papabili, al di là delle suggestioni, chiederà giustamente carta bianca a 360 gradi per lui e i suoi collaboratori. Libero dai veti di questo o quel burocrate federale. E dai vincoli che cammin facendo potrebbero mettere sulla sua strada i club di serie A. Un programma da libro dei sogni? Forse sì. Tuttavia o Tavecchio sarà in grado di garantirlo, non solo ad Ancelotti o a chi per lui, ma a tutti i tifosi della Nazionale, o il suo tempo sarà davvero finito.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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