

Stefano Bonaccini double face: presidente della Regione Emilia-Romagna ed esponente di punta del Partito democratico. Niente di male, per carità. Così, alle soglie del voto del 12 giugno per le Comunali nel Piacentino, il potentissimo governatore è molto presente. E non solo nel capoluogo. Per esempio, oggi pomeriggio alle 18 sarà a Carpaneto per sostenere la candidata sindaco Patrizia De Micheli (sorella di Paola, deputata Pd e capolista a Piacenza per Katia Tarasconi).
Al cronista naturalmente è capitato di seguire con attenzione i suoi interventi a Piacenza, dove Bonaccini non ha mancato di rivendicare le sue mosse in campo sanitario per offrire un assistenza medica dignitosa a tutti i cittadini, senza differenze di reddito. Cosa buona e giusta, da sposare in pieno.
Se non fosse che a Piacenza le cose non vanno proprio così. E magari Bonaccini non lo sa. Basti citare l’ultimo caso salito agli onori delle prime pagine dei media. Stiamo parlando dei famosi 20 milioni di euro per gli ospedali della provincia (Fiorenzuola, Castel San Giovanni e Bobbio), annunciati da Roberto Speranza nel 2020. I piccoli ospedali sono la testa d’ariete della santità territoriale, aveva detto il ministro, e per questo il Governo aveva deciso l’investimento.
Applausi calorosi in piena tempesta Covid. Ma poi i 20 milioni stanziati da Roma, invece di arrivare subito sul territorio ed essere investiti al più presto, si sono fermati a Bologna per essere inseriti nel piano di finanziamento del nuovo ospedale di Piacenza. Dopo le proteste dei sindaci del territorio, nell’ottobre scorso arrivano le rassicurazioni dell’assessore Raffaele Donini: la Regione troverà i 20 milioni nelle pieghe del suo bilancio. E siamo a giugno 2022, ma dei 20 milioni non c’è traccia, tra le nuove proteste dei sindaci.
Un po’ di caos…
Il tutto succede in una situazione che anche chi si diletta nella teoria del caos avrebbe problemi a capire. Per di più dopo l’arrivo del Decreto ministeriale 71 sulle Cure territoriali, tra investimenti in Case della salute (pardon, hanno già cambiato nome, adesso si chiamano Case della comunità); ospedali di comunità (e gli altri?); infermieri di famiglia (ma non bastano i medici?); e nuove sigle come Cot (Centrali operative territoriali), che dovrebbero affiancare gli attuali Distretti sanitari sul piano organizzativo.
Insomma, chi ci capisce è bravo, molto bravo. E in tutto questo bel daffare, oggi a Piacenza la sanità è in ginocchio. Con i pazienti che scontano bibliche liste d’attesa e per curarsi ormai se ne vanno a Milano, Pavia, Parma, Fidenza e Cremona, naturalmente se hanno i soldi per farlo. I vertici dell’Ausl di Piacenza parlano di carenza di medici, che non si trovano. Ma resta il fatto che se i piacentini trovano posto in altri ospedali e si curano prima, vuol dire che là i medici ci sono eccome.
Qualche domanda
Dov’è il problema? Non sarà che a Piacenza i medici si trovano male e se ne vanno (vedi il caso anestesisti), mentre quelli che potrebbero venire preferiscono non farlo, scegliendo altri lidi? Forse nel bilancio dell’Ausl piacentina non converrebbe spendere meno in muri e investire invece per migliorare la voce trattamenti economici, così come finanziare la voce organizzazione, magari assumendo qualcuno per competenze e merito, e cioè, tanto per chiarire, che ha fatto molto bene da altre parti sotto questo profilo?
Ecco, presidente Bonaccini, i piacentini hanno bisogno anche di queste risposte. Finisca pure la sua campagna elettorale. Porti pure le sue candidate e i suoi candidati alla vittoria. Ma poi, svestiti i panni del leader politico, rimetta subito quelli del governatore volitivo e torni a Piacenza, per spiegarci quello che sta succedendo dalle parti dell’Ausl. Per dare davvero ai cittadini la sanità che meritano. E per cui, non dimentichiamolo mai, anche i piacentini pagano fior di tasse.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.