Totò ci ha fatto ridere, lo fa ancora e continuerà a farlo. Non c’è più da cinquant’anni anni, ma è diventato parte integrante della genetica culturale del nostro Paese. Un artista straordinario, il principe Antonio de Curtis, in arte Totò. E per ricordarlo in occasione della sua scomparsa, avvenuta a Roma il 15 aprile del 1967, Renzo Arbore ha avuto una bella idea. Ha proposto all’Università Federico II di Napoli di conferirgli una laurea honoris causa alla memoria in “Discipline della musica e dello spettacolo. Storia e teoria”. Nonostante qualche mal di pancia patito dai puristi accademici, alla fine l’ateneo ha accettato. E la cerimonia di conferimento del titolo accademico onorifico si terrà mercoledì 5 aprile, alle 12, nell’Aula Magna Storica dell’Università partenopea.
Il Renzo pensiero
In quella sede Arbore dedicherà al principe della risata la sua “Laudatio”. Secondo Arbore merita questo riconoscimento perché “ha cavalcato tutte le sfaccettature della recitazione e dell’umorismo. Un attore davvero completo. Penso, quindi, che non ci sia persona più meritevole a ricevere una laurea alla memoria, quasi unica nel suo genere”.
Una serata su Rai2
Per lui i paragoni si sprecano, a partire da quelli con Charlie Chaplin e Buster Keaton. Totò, sottolinea Arbore, “ha incarnato e portato sullo schermo tutte le ‘articolazioni’ dello spettacolo. Dalla mimica alla comica, che gli riuscivano particolarmente spontanee, a quella teatrale e cinematografica, acquisite da una lunga esperienza personale che ha vissuto e saputo catturare. Una cultura che rispecchia anche una napoletanità nobile. Che nella sua carriera artistica e sociale de Curtis ha sempre rappresentato naturalmente”. E sempre Arbore racconterà il grande artista nel corso di una serata in suo onore il 15 aprile su Rai2.
Tanto teatro e 100 film
Nato a Napoli il 15 febbraio 1898, de Curtis ha avuto una straordinaria carriera teatrale nel varietà e ha preso parte a quasi 100 film, mai troppo apprezzati dalla critica, ma tanto amati dal pubblico. I titoli si sprecano. E tra gli indimenticabili sono da ricordare almeno “I soliti ignoti” di Mario Monicelli, “L’oro di Napoli” di Vittorio De Sica, “Uccellacci e uccellini” di Pierpaolo Pasolini. Ma anche “Totò diabolicus” di Steno, “Guardie e ladri“, sempre di Steno e Mario Monicelli. E poi “La banda degli onesti” di Camillo Mastrocinque, “I due marescialli” di Sergio Corbucci e “Totò contro Maciste” di Fernando Cerchio.
Non solo attore
Gaetano Manfredi, Rettore della Federico II spiega così la scelta dell’Università: “Totò è stato senza dubbio uno dei più straordinari interpreti dello spettacolo comico teatrale e cinematografico italiano. E ha lasciato contributi incisivi anche come drammaturgo, poeta, paroliere e cantante. Il suo impegno come attore, la sua strepitosa, indimenticabile motilità fisica hanno saputo attingere alla grande tradizione della commedia dell’arte. Ma anche sfruttare – come non mancarono di notare prontamente Pier Paolo Pasolini e Carmelo Bene, suoi grandi ammiratori – la relazione strettissima tra marionetta e corpo umano, teorizzata e praticata dalle avanguardie storiche. Nato e cresciuto prima degli anni ’40 del secolo scorso, Totò ha saputo mettere in scena, a teatro, al cinema e in televisione, la tendenza tipicamente italiana del secondo dopoguerra alla fusione tra il ‘popolo’ e la ‘piccola borghesia’, ancora attratta dall’aristocrazia: il principe de Curtis”.
Totò linguista
Ma Totò ha fatto anche altro. “Il contributo forse più decisivo, come già ricordava Tullio De Mauro – ha affermato il Prorettore dell’Università Arturo De Vivo – è quello fornito alla storia e alla coscienza linguistica italiana. La memorabile creatività linguistica di Totò ha infatti consegnato all’italiano neologismi fortunati (si ricordino le ‘pinzillacchere‘), esilaranti giochi linguistici, stranianti motti di spirito, alterazioni e deformazioni lessicali capaci di corrosive parodie dei più triti luoghi comuni”. Battute esilaranti e indimenticabili, entrate nella memoria collettiva come “E io pago! Io pago!”, “Ogni limite ha una pazienza!”, “Sono un uomo di mondo: ho fatto tre anni di militare a Cuneo”, “Porga tante esequie alla sua signora”.
Che risate in Paradiso
Ma queste frasi uscite dalla sua mente geniale ci fanno venire qualche dubbio: come la prenderà Totò? Di certo in vita non era uno che andava a caccia di onorificenze. E quindi? Probabilmente da grande dissacratore del costume italiano, ancora una volta riderà di noi e di tutte queste celebrazioni in suo onore. Peccato però che non potremo vederlo e goderci la sua fantastica risata.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.