Sul centrodestra di Piacenza è calato il buio. Si è fatta notte sul palcoscenico della maggioranza che governa la città. Quello da dove Patrizia Barbieri avrebbe dovuto annunciare la sua ricandidatura alla guida di palazzo Mercanti. Un buio calato improvvisamente con l’inchiesta della Procura che ha coinvolto anche il king maker della coalizione (Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia) e la sua più stretta collaboratrice nell’Amministrazione cittadina. E cioè il deputato di Fratelli d’Italia Tommaso Foti e l’assessore del suo partito, l’avvocato Erika Opizzi che si è dimessa dall’incarico all’Urbanistica. Assessorato che pare il sindaco terrà per sé fino alla scadenza del suo mandato, con FdI per ora fuori dalla Giunta.
Politica alla sbarra
Ferma restando la presunzione di innocenza per Foti e Opizzi, come per tutte le altre persone accusate nell’inchiesta, a caldo il sindaco Patrizia Barbieri ha parlato di un “pugno nello stomaco” ricevuto da questa vicenda. E da avvocato qual è magari avrà passato una notte spulciando le 700 pagine dell’ordinanza della magistratura, che ormai a Piacenza nei palazzi che contano tutti hanno già visto, con i media locali che via via ne stanno pubblicando ampi stralci.
Ma se si parte dal punto di vista giuridico per valutare il peso delle accuse a Foti e Opizzi, l’analisi ha altri obiettivi. Perché, diciamolo con chiarezza, a Piacenza adesso è la politica ad essere alla sbarra. E Patrizia Barbieri, da sindaco della città e presidente della Provincia, visto che una parte dell’inchiesta riguarda direttamente anche gli uffici di via Garibaldi, è la prima ad essere sulla graticola. A maggior ragione con le elezioni Comunali alle porte.
Rischi e opportunità
Il momento quindi è difficilissimo. Tanto che negli ambienti del centrodestra si dice che Patrizia Barbieri in queste ore stia valutando seriamente l’ipotesi di non ricandidarsi, evitando una campagna elettorale che potrebbe portarla a una cocente sconfitta. Insomma, soprattutto con altri 13 filoni d’inchiesta aperti, come ha rivelato il procuratore capo Grazia Pradella, c’è chi si domanda se non sarebbe meglio fare un passo indietro. Troppo rischioso scoprire magari in piena campagna elettorale che il prosieguo delle indagini coinvolge ancora il Comune o la Provincia in altri settori e sempre negli anni dell’Amministrazione Barbieri. Così subire l’onta del tutti a casa dopo aver messo la faccia sui manifesti elettorali, probabilmente per il sindaco uscente significherebbe la fine della sua carriera politica.
A queste indiscrezioni però l’entourage di Patrizia Barbieri risponde con un perentorio “non se ne parla”. Lei non c’entra e solo lei può far vincere ancora il centrodestra. Non se ne parla perché “a maggior ragione nei momenti di confusione serve una guida determinata, specchiata e certa”, sostengono fonti vicinissime a palazzo Mercanti. Adesso vanno serrati i ranghi. “In questa bufera chi ha un ruolo deve esercitarlo, cercando di esserne all’altezza, garantendo un riferimento saldo, anche se è dura perché i commenti della gente li sentiamo tutti”.
Le alternative
In questa notte così buia per il centrodestra piacentino, intanto qualcuno guarda a Massimo Trespidi. In vista delle Comunali, dopo anni di opposizione con Liberi, la sua lista civica, il professore è ritornato nella scuderia del centrodestra per sostenere Patrizia Barbieri. Un rientro che si dice gli ha garantito, anche se decidesse di non mettersi in lista, il ruolo di prossimo vicesindaco. Trespidi e Barbieri si conoscono benissimo. E con Foti fuorigioco, il sindaco si potrebbe appoggiare di più a Trespidi per decidere le future strategie elettorali; naturalmente tutte da rielaborare, insieme con Mauro Ferrari, il guru ingaggiato a suo tempo dal centrodestra per portare il sindaco al bis.
Ma la vera domanda è un’altra: Trespidi potrebbe rappresentare il candidato sindaco a cui affidarsi nel caso Patrizia Barbieri decidesse di fare un passo indietro o per spingerla in questa direzione? Difficile a dirsi. Da un lato Trespidi potrebbe rassicurare i partiti della maggioranza, Lega in primis, dall’alto della sua esperienza politico-amministrativa. Dall’altro però sarebbe difficile spiegare agli elettori del centrodestra perché dovrebbero affidarsi a un “usato sicuro”, quando la voglia di cambiamento dopo le notizie dirompenti arrivate dalla Procura fa crescere quella di un candidato tutto nuovo.
Così nel centrodestra piacentino sembra che qualcuno stia ragionando anche su una rosa di nomi civici per una candidatura a sindaco. Nomi di vaglia, come per esempio quello dell’ex presidente di Confapi Cristian Camisa. Una rosa che all’occorrenza potrebbe diventare molto utile, nel caso ci fosse anche da stoppare l’idea di una lista indipendente che guardi al mondo dei moderati.
Aprire alla città
E i Liberali piacentini? Fonti vicine all’Associazione di via Cittadella sostengono che siano fermi sulle loro posizioni. E aspettino sempre dal sindaco e dai partiti del centrodestra le risposte alle richieste programmatiche inviate mesi fa, prima di fare mosse in direzioni diverse. Ben consci però che a queste risposte, dopo il terremoto giudiziario dell’altro giorno, si deve aggiungere una proposta di più ampio respiro, che apra i partiti della maggioranza alla città.
Calma e gesso
In questo quadro, l’unico vero rischio per i pretoriani di Patrizia Barbieri è che dal buio spunti “qualcuno che possa dire siamo nuovi, siamo fuori dai giochi, siamo puliti. Un film già visto però dagli elettori, con i grillini e prima ancora con i dipietristi di Italia dei valori… E non si può certo dire che la cosa sia stata una garanzia”. Quindi calma e gesso, tutti ai posti di combattimento. Ma senza negare la necessità di forti rinnovamenti nella compagine da presentare agli elettori piacentini. Perché solo da lì, per Patrizia Barbieri e il centrodestra, potrebbe tornare un po’ di luce a illuminare il cammino verso le Comunali di primavera.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.