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Casini: Bologna in forse, cercasi collegio lungo la via Emilia

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Silvio Berlusconi e Pier Ferdinando Casini

Casini su Casini. Sarà una battuta, ma di fatto è così. La candidatura a Bologna dell’ex Dc, ex sodale di Berlusconi ed ex presidente della Camera del centrodestra, oggi passato sotto l’egida di Civica popolare alleata del Pd, è ancora in mezzo al guado. I rischi sono troppi, dicono in molti sotto le due torri.

Niente diktat

E ha voglia Franceschini ad alzare la voce e a ricordare gli impegni con gli alleati e la disciplina di partito. Secondo gran parte dei politici bolognesi la sua candidatura per il Pd sarebbe puro masochismo. Da sempre, e non solo 5 anni fa, sotto le due torri il concittadino ed ex presidente della Camera era il nemico da battere. E per dimostrarlo qualcuno ha tirato fuori anche il manifesto delle primarie 2012 con lo slogan “Se vince Renzi no a Casini”.

Grasso che cola

In più, a Liberi e Uguali non aspettano che questo passo falso. E hanno già pronta l’artiglieria pesante che il 4 marzo potrebbe bombardare il Pd bolognese lasciando solo macerie. Con un effetto domino anche a danno degli altri candidati del centrosinistra. I proiettili che stanno caricando gli uomini di Grasso, ma in primis una donna, la coordinatrice Rossella Muroni, portano i nomi di Pier Luigi Bersani e Vasco Errani.

Pezzi da novanta

E sono due nomi sufficienti per spaventare chiunque abbia una storia di sinistra, figuriamoci la candidatura di Casini. Sono due ex presidenti della Regione Emilia-Romagna. Due volti storici che hanno pochi eguali nella memoria degli elettori “rossi” e non solo locali. Quindi, che sia alla Camera o al Senato, il confronto all’uninominale Bersani-Casini o Errani-Casini potrebbe portare a un’altra sconfitta storica, stavolta da sinistra, paragonabile all’elezione di Guazzaloca, primo sindaco non comunista della città felsinea nel 1999.

Soluzione Pizzarotti

E allora? Forzare la mano da Roma potrebbe creare troppi mal di pancia. E togliere spinta alla campagna elettorale sotto le due torri. Renzi ci sta pensando, ma non più di tanto. Così pare stia valutando di spostare Casini in un collegio altrettanto sicuro, ma più tranquillo almeno sotto il profilo del campanilismo. In fondo, si tratterebbe di risalire la via Emilia solo di un’ottantina di chilometri fino a Parma. Lì regna “l’amico” Pizzarotti. E all’elettorato di centrosinistra, così come a qualche ex pentastellato, il nome di Casini potrebbe essere meno indigesto.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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