David Rossi e il giallo di Monte Paschi: da Siena il caso si è spostato a Genova da qualche settimana. E dalle indagini dei magistrati liguri potrebbero emergere gli elementi necessari per una clamorosa svolta sul caso del suicidio del capo della comunicazione di Mps. Intanto la Procura di Siena ha aperto due fascicoli modello 45, e cioè quello relativo a fatti non costituenti notizia di reato. Come mai? A seguito di nuovi elementi e testimonianze riportati da stampa e tv, che tirano in ballo anche lo Ior, la banca vaticana. In particolare si tratta delle interviste dell’avvocato della famiglia Rossi, Luca Goracci. D’altra parte la caduta mortale di Rossi da Palazzo Salimbeni, il 6 marzo del 2013, archiviata per due volte come suicidio, ha sempre destato molti dubbi. Soprattutto legati alle indagini effettuate dalla procura senese. Ma andiamo con ordine e vediamo che cosa sta succedendo sull’asse Siena-Genova.
David Rossi: i servizi delle Iene
I dubbi sulla fragilità delle inchieste sulla morte di David Rossi sono stati avvalorati da alcuni servizi delle Iene, che hanno messo in luce una volta di più le sconcertanti carenze investigative sul caso. Tanto da costringere i capi degli uffici giudiziari del capoluogo toscano a una irrituale e maldestra difesa delle due archiviazioni. Con una serie di ammissioni che ha solo peggiorato le cose. E questo tra l’atro ha portato anche alla richiesta dell’apertura di un fascicolo al Consiglio superiore della Magistratura. Ma il coinvolgimento della Procura genovese è arrivato per un’altra rivelazione sulla vicenda, andata sempre in onda nel programma di Italia1.
Le parole di Piccini
I giudici liguri sono scesi in campo per uno dei servizi delle Iene, dove Piccini, ex sindaco di Siena, ha affermato di non credere al suicidio di David Rossi, che l’intera città pensa sia stato un omicidio, e rivela soprattutto di aver sentito parlare di alcuni festini tenuti in un paio di ville tra Siena, Arezzo e il mare. Incontri ai quali avrebbero preso parte anche alcuni giudici. E insinua che le indagini sulla morte del manager di Mps siano state frettolose per evitare che fosse scoperto altro.
Perché si indaga a Genova
Da qui si sono palesate le accuse di rilievo penale per i magistrati senesi. Il che ha portato all’apertura di un fascicolo nella procura competente, che per i giudici di Siena è quella di Genova. In più, si sono aggiunte una denuncia per diffamazione dei magistrati toscani contro il programma Mediaset. E le indagini su una pallottola inviata per posta al sostituto procuratore Aldo Natalini, titolare delle prime indagini sulla morte del manager di Mps.
David Rossi: i big in Liguria
Ma la Procura di Genova non ha sentito solo Piccini in merito alle sue dichiarazioni. Ha stilato una lista di testi che dovranno deporre nel capoluogo ligure. Come spiega il Secolo XIX, nell’elenco figura una lunga serie di personaggi coinvolti nel giallo senese. Prima di tutto coloro che dentro Monte dei Paschi – all’epoca travolto dallo scandalo sull’acquisto di Antonveneta – avevano avuto e avevano ruoli cruciali. Dall’ex presidente Giuseppe Mussari all’ex amministratore delegato Fabrizio Viola.
La segretaria mai sentita
Poi è stata convocata la segretaria di Viola, Lorenza Pieraccini, mai sentita dai magistrati senesi, nonostante fosse stata indicata tra i testi nella seconda archiviazione. Pieraccini alle Iene ha fatto rivelazioni di rilievo soprattutto sulla mail di David Rossi in cui due giorni prima della sua morte dichiarava di volersi suicidare. Convocato anche Valentino Fanti, capo della segreteria dell’ex ad, e tirato in ballo dalla Pieraccini. Così come Bernardo Mingrone all’epoca responsabile dell’area finanza. Senza dimenticare vari testimoni della sera in cui Rossi ha perso la vita. Tra loro, la collega di Rossi Lorenza Bondi, il capo della sua segreteria Gian Carlo Filippone, il portiere di Rocca Salimbeni in servizio, Massimo Riccucci. Ed è molto probabile che a Genova venga sentita anche la moglie di Rossi, Antonella Tognazzi.
David Rossi: il supertestimone
Ma c’è dell’altro. È trapelato che nei giorni scorsi, sia stato sentito a Genova anche Goracci, che ha confermato. Il legale in un’intervista a Repubblica aveva raccontato di aver incontrato un supertestimone. L’uomo, presentatosi un anno e mezzo fa col nome di Antonio Muto, gli avrebbe detto di essere arrivato la sera del 6 marzo 2013 a Palazzo Salimbeni per un appuntamento con Rossi. L’orario previsto era le 18, ma era in ritardo. Così, arrivato nel vicolo di Monte Pio, avrebbe visto a terra David Rossi. Ma non sarebbe potuto intervenire perché assalito da alcuni uomini e costretto alla fuga anche da un colpo di pistola.
L’omonimo di Mantova
Muto poi avrebbe detto al legale di avere interessi economici nel mantovano e di aver intrattenuto con David Rossi rapporti assidui. E il manager in effetti andava spesso a Mantova per conto di Monte Paschi. Questo superteste stranamente sarebbe anche omonimo di un imprenditore calabrese coinvolto in una maxi-inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta nel Nord Italia. E in quel filone un pentito avrebbe riferito di aver saputo che “Antonio Muto” aveva rapporti con un manager del Monte dei Paschi.
Il giallo si complica: entra lo Ior
E qui emergono altri particolari inquietanti. Perché il supertestimone avrebbe raccontato a Goracci che con Rossi era andato spesso allo Ior. Lo scopo dei viaggi romani sarebbe stato incontrare un consulente. Soprannominato Fonzie, nell’ultimo servizio delle Iene, Goracci ha detto di aver saputo che il consulente dello Ior sarebbe stato anche membro del Consiglio di amministrazione di Mps. In più, agli incontri David avrebbe avuto con sé una misteriosa valigetta, vista una volta anche da Ranieri Rossi, fratello del manager di Mps. Insomma, il giallo si complica. Ma non è ancora troppo tardi per scoprire la verità sulla morte di David Rossi.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.