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Kajashi (Comunità islamica): il sindaco di Piacenza sapeva della moschea

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Moschea della Caorsana: colpo di scena dopo mille polemiche. Secondo Arian Kajashi, presidente del Collegio dei Garanti ed ex presidente della Comunità islamica di Piacenza, il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri sapeva della richiesta sulla trasformazione in luogo di culto prima dell’inizio dell’iter formale della pratica urbanistica presso l’Ufficio tecnico comunale.

In un’intervista rilasciata al sito laluce.news, Kajashi, senza citare Barbieri per nome afferma: “Sinceramente non ci aspettavamo tutto questo polverone, anche perché prima di presentare la richiesta formale all’ufficio tecnico, avevamo già preventivamente informato il sindaco, chiarendo anche l’iter che avevamo intenzione di seguire. Ma, a quanto pare, i partiti della maggioranza hanno trovato l’occasione di scontrarsi tra loro, forse per vecchie questioni irrisolte”.

Poi l’ex presidente della Comunità islamica di Piacenza aggiunge: “È veramente paradossale; fino a ieri nella campagne elettorali si diceva che ‘è una moschea mascherata’, adesso che abbiamo ottenuto il riconoscimento ufficiale in base alla legge, non va bene lo stesso. Sta di fatto che sono in corso ‘verifiche’ per trovare un appiglio per tentare la revoca del cambio di destinazione d’uso in luogo di culto”.

E qui Kajashi ostenta una certa sicurezza sui controlli dei tecnici comunali richiesti dall’assessore all’Urbanistica Erika Opizzi: “Non ho dubbi, stanno facendo un buco nell’acqua, il nostro locale è compatibile col luogo di culto e la prassi che abbiamo seguito rispetta tutte le regole urbanistiche”. Sottolineando che “un assessore all’Urbanistica che chiede all’ufficio tecnico di effettuare controlli dopo che l’iter si è concluso, è un fatto senza precedenti, qualsiasi sia l’esito delle verifiche, noi siamo intenzionati a difendere i nostri diritti costituzionali”.

Moschea: anni di cammino

In precedenza, l’ex presidente della Comunità islamica di Piacenza, sempre nella lunga intervista a firma di Hamza Roberto Piccardo, si era soffermato sul cammino per ottenere il riconoscimento della moschea sulla strada Caorsana. Spiegando che “il percorso ovviamente non ha inizio con la presentazione della documentazione ma molto prima. La comunità già dalla sua costituzione è sempre stata una realtà attiva e dialogante con tutta cittadinanza piacentina, promuovendo e organizzando diverse attività rivolte alla città. Siamo stati presenti ovunque fosse necessario e opportuno, instaurando relazioni sia con i rappresentati della società civile che con tutte le istituzioni locali. Questo è stato l’atteggiamento di fondo che abbiamo sempre avuto e su cui si è innescato il percorso”.

Tra il 2015 e 2017, prosegue Kajashi, “l’amministrazione comunale stava preparando il nuovo Piano Regolatore e noi abbiamo presentato una richiesta che prevedesse una soluzione per i luoghi di culto (non si trattava solo problemi delle moschee, ma anche altre confessioni presenti nel territorio che erano in situazioni analoghe alla nostra).
L’amministrazione nel nuovo documento urbanistico ha inserito una parte delle zone classificate ‘produttive’, compresa quella dove si trova il nostro Centro islamico come ‘compatibile con i luoghi di culto’”.

Un iter da mille euro

Così, specifica l’ex presidente della Comunità islamica di Piacenza, “dopo l’approvazione del PSC, (Piano Strutturale Comunale) abbiamo potuto presentare la richiesta per il cambio della destinazione d’uso in luogo di culto. Tramite un nostro tecnico di fiducia, nel 2020 abbiamo presentato una SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività), dopo alcune richieste di integrazioni, l’iter si è concluso correttamente. I costi sono stati abbastanza bassi, tra i compensi del tecnico, i diritti di segreteria, e l’aggiornamento catastale, non hanno superato i 1000 euro”.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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