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Po: il grande fiume tra le secche della burocrazia e un rilancio targato Unesco

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Spiaggia sul Po (Calendasco, Piacenza)

Il Po è anche un fiume di storie. E negli ultimi giorni due sono salite agli onori delle cronache, come sempre nel bene e nel male. La prima riguarda Isola Serafini. La conca che “ricuce” il grande fiume tra Piacenza e l’Adriatico, inaugurata in pompa magna il 23 marzo, è ancora chiusa. Cofinanziata dall’Unione europea, è costata 47 milioni di euro e sei anni di lavori. Ed è la più importante opera idraulica mai realizzata in Italia nel suo genere (supera un dislivello tra i 4 e i 13 metri a seconda della portata del fiume), oltre ad essere l’unica presente lungo il Po.

In sintesi, è un’infrastruttura chiave sotto il profilo ambientale e dell’ecosostenibilità. Attesa da decenni, ha l’ambizione di rilanciare logistica e commercio sull’acqua, in alternativa all’inquinante trasporto su gomma. Ma è un’opera molto utile anche per il turismo, e non solo da diporto, in un territorio dalle straordinarie qualità naturalistiche, ricco di storia, arte, tradizioni culturali ed enogastronomiche, per molti ancora tutte da scoprire.

L’intoppo burocratico

Tutto bene dunque? Non proprio. Come dicevamo all’inizio, la conca nuova di zecca è ancora chiusa alla navigazione per motivi burocratici. “C’è stato un intoppo: il collaudo statico non è ancora stato completato”, ha spiegato anche al Corriere della sera nei giorni scorsi Ivano Galvani, dirigente dell’Aipo, l’Agenzia interregionale per il Po. Così bisogna attendere che la commissione tecnica della Regione Emilia Romagna con l’incarico del collaudo trasferisca il verbale dei controlli all’impresa costruttrice. E solo successivamente la conca di Isola Serafini passerà sotto la gestione dell’Aipo e sarà operativa. I tempi? La documentazione dovrebbe essere pronta a fine maggio, primi di giugno, ha assicurato Galvani.

A fare le spese di questo ritardo anche un gruppo di stranieri. Invogliati dalla notizia dell’inaugurazione, riportata a livello internazionale, volevano essere tra i primi ad attraversare la conca di Isola Serafini. Ma niente da fare: canoe in spalla hanno dovuto attraversare lo sbarramento a piedi per poi riprendere il loro viaggio sul fiume. E speriamo che nessuno di loro lavori all’Unesco. Battute a parte, veniamo così all’altra notizia, ben più lieta, che stavolta dà merito anche alla Pubblica Amministrazione.

Po: la candidatura a Parigi

È in dirittura d’arrivo il dossier che candida il Medio Po a riserva della biosfera dell’Unesco (MAB – Man and Biosphere). Il progetto coinvolge un tratto di 250 chilometri del fiume tra Lombardia ed Emilia Romagna nelle province di Cremona, Mantova, Piacenza, Parma e Reggio Emilia e ben 54 Comuni dei territori rivieraschi. Oltre alle due Regioni, parte attiva della candidatura sono l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (Adbpo), l’Università e il Collegio Europeo di Parma, e Legambiente.

Unesco: appuntamento a settembre

L’obiettivo del progetto del Medio Po è conservare paesaggi, ecosistemi e specie. E favorire lo sviluppo economico e umano sostenibile sul piano socio-culturale ed ecologico. La candidatura lombardo-emiliana dovrà essere approvata dal ministero dell’Ambiente entro il prossimo 30 giugno. Poi, tre mesi dopo, il 30 settembre, arriverà il giudizio finale nella sede parigina dell’Unesco.

Po: una nuova identità

“Il fiume deve ritrovare una nuova identità e faticosamente lo sta facendo”, ha spiegato Meuccio Berselli, Segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, come riporta anche Il Giorno. “Alcuni dati lo confermano, come la scala di risalita dei pesci ad Isola Serafini, dove in un anno sono passati 100mila esemplari. O la qualità dell’acqua, con i 6.500 depuratori presenti. Ora bisogna alzare l’asticella con nuovi investimenti, anche di idee”.
Ma senza dimenticare gli investimenti necessari per garantire più sicurezza lungo il fiume. Un aspetto altrettanto fondamentale per far crescere l’economia e per fruire del Po e delle sue bellezze con piacere e tranquillità.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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