Kim Jong-un ha dato vita all’ennesima provocazione. Ma stavolta l’ha fatta grossa. La Corea del Nord ha lanciato un missile che ha sorvolato il Giappone. Un’azione senza precedenti, che per le norme internazionali sembra configurarsi come un vero e proprio atto di guerra. Secondo gli esperti della Corea del Sud, il missile, un vettore intercontinentale, ha volato a un’altezza di 550 km e ne ha percorsi 2.700. E per i sudcoreani sarebbe il primo adatto al trasporto di testate nucleari. Anche gli Stati Uniti hanno confermato il lancio nordcoreano. Comunicati di rito dalla Russia, che ha espresso preoccupazione, e dalla Cina, che ha invitato alla moderazione.
Allarme rosso sul Giappone
Partito dalle vicinanze di Pyongyang, il vettore ha creato moltissima preoccupazione in Giappone. E ha fatto scattare i sistemi di allarme alle ore 5.57 (le 22.57 italiane), con sirene e invito alla popolazione di Tohoku, la zona sorvolata, di mettersi al sicuro. I militari nipponici non hanno tentato di abbatterlo. Secondo l’emittente Nhk, il missile si è rotto in tre parti e si è inabissato al largo di Hokkaido, l’isola più a nord dell’arcipelago giapponese. Uno degli spezzoni sarebbe caduto a 1.180 km dal promontorio di Erimo, nelle acque territoriali nipponiche. Se la ricostruzione fosse veritiera, in base alle regole internazionali il lancio formalmente si configurerebbe come un atto di guerra della Corea del Nord contro il Giappone. Finora comunque non sono stati segnalati danni di alcun tipo sul territorio nipponico. Così come non è giunta notizia di incidenti marittimi o lungo le rotte aeree.
Le reazioni di Tokyo
Dalla capitale giapponese intanto sono arrivate le prime reazioni al nuovo lancio ordinato da Kim Jong-un. Prima di iniziare una riunione d’emergenza, il premier Shinzo Abe ha dichiarato: “Il missile ha attraversato il nostro spazio aereo. Faremo ogni sforzo per proteggere la vita delle persone”. Gli ha fatto eco il capo di gabinetto del governo Yoshihide Suga, che ha descritto l’evento come “una grave minaccia senza precedenti alla sicurezza del Giappone”. In più, ha aggiunto che Tokyo continuerà a cooperare con Washington e Seul sulla sicurezza militare, lasciando intendere come sia esclusa una reazione individuale del suo Paese. Nel frattempo, la Corea del Sud ha già dato una prima risposta, sganciando diverse bombe al confine nordcoreano.
Kim Jong-un: la palla passa a Trump
Questo è il quarto lancio deciso da Kim Jong-un nel giro di pochissimo tempo. Gli ultimi risalgono alla fine della settimana scorsa, quando tre missili balistici a corto raggio sono stati sparati nell’arco di mezz’ora con risultati ben meno preoccupanti. Uno era esploso dopo pochi secondi, mentre gli altri due avevano percorso circa 250 km.
A questo punto, dopo qualche piccolo segnale di disgelo, vedremo le reazioni americana e cinese a questa nuova provocazione senza precedenti. Di certo, se va considerata come la risposta di Kim Jong-un all’azione diplomatica incentrata sulla mediazione di Pechino, gli spazi di trattativa si riducono drasticamente. E le minacce di Trump al regime nordcoreano, espresse non più tardi di 20 giorni fa, potrebbero diventare qualcosa di concreto.
Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.
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