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Salvini: un altro Matteo si prenderà l’Italia?

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Salvini: da un Matteo all’altro, questo sembra il destino dell’Italia. Scende dal palco il malconcio Renzi e a prendersi la scena è arrivato lui. Sembra di rivedere i tempi d’oro dell’altro Matteo: tutti lo cercano, tutti pendono dalle sue labbra, tutti provano a salire sul carroccio della Lega guidato da Salvini.

Fazio, Elisa e la Rai

E lui? Si toglie anche qualche soddisfazione. Come la porta in faccia a Fabio Fazio che lo aveva invitato a “Che tempo che fa”. Grazie, ma non mi hanno mai voluto prima del voto e adesso no lo dico io, ha risposto in sostanza il Matteo del momento. Un messaggio chiaro anche ai vertici di Viale Mazzini. Della serie le lusinghe non mi interessano, in attesa di fare i conti sul futuro della Rai. Intanto, sui periodici di costume è partita la corsa alle copertine e al conosciamolo meglio. Su Oggi, per esempio, lo racconta e ne tesse le lodi la sua compagna, l’Elisa Isoardi noto volto della Rai, che naturalmente si dice pronta a lasciargli l’intero proscenio (e come potrebbe essere altrimenti?).

Da Bruxelles alla Meloni

Ma torniamo alla politica. A Bruxelles, dov’è ancora parlamentare europeo, solo a sentirlo nominare viene l’orticaria ai vari Juncker e Moscovici davanti alle bordate sul rapporto deficit/Pil da mandare in soffitta. Berlusconi? Con il sorpasso su Forza Italia dicono che Salvini gli abbia tolto il sonno. E hai voglia a provare ad ingabbiarlo in accordi vari sulla compattezza del centrodestra e sui parlamentari leghisti eletti all’uninominale anche con i voti degli altri partiti della coalizione, come ha ricordato Tajani. Nemmeno la proposta della Meloni, che lo vorrebbe presidente del Senato, pare averlo scalfito. E non dimentichiamolo, “ingessata” che sia, stiamo sempre parlando della seconda carica dello Stato.

Salvini e l’Opa sul centrodestra

Dove vuole arrivare Salvini? È chiaro, vuol provare a prendersi il Paese. Ma come può pensarlo se il 4 marzo ha preso solo il 17 e rotti per cento dei voti degli italiani? Beh, intanto partendo dal 4% della Lega nel 2013, adesso il centrodestra senza di lui non va da nessuna parte. E vedremo se come dice qualcuno l’Opa su Forza Italia è solo una fantasia. Qualche pontiere come Giovanni Toti, governatore della Liguria, sembra già al lavoro per convincere i neoeletti a traghettare verso “Lega Italia” davanti alla prospettiva di un Governo che eviti un repentino ritorno alle urne.

La partita con Di Maio

Ma non basta. Il Matteo di via Bellerio dal punto di vista mediatico si sta mangiando l’altro vincitore del 4 marzo. E cioè quel Luigi di Maio che guida il primo partito italiano che ha raccolto all’incirca il doppio dei suoi voti. Adesso, come in una partita di poker, sono cominciati i rilanci. Berlusconi apre al Pd? Salvini dice no, guarda ai 5 Stelle e non solo per le presidenze delle Camere. Della serie, vi piaccia o no, bastano i miei parlamentari per fare un Governo con Di Maio. I leader di Lega e 5 Stelle troveranno un accordo? C’è tempo e sono molte le cose da discutere, dal reddito di cittadinanza alla flat tax. Ma se così fosse, anche il Quirinale avrebbe poco da dire e da fare. Con i numeri in Parlamento per fare un Governo, Mattarella non potrebbe opporsi anche se il programma gli fosse politicamente indigesto.

Salvini: gli errori in agguato

L’unico problema sulla strada di Salvini (e a questo punto anche di Di Maio) sembra essere il personalismo, la sindrome dell’uomo solo al comando. Quello che potrebbe fregare Salvini in sostanza sarebbe ripetere gli errori dell’altro Matteo. In una parola, la bulimia di protagonismo, di potere e la costruzione di un nuovo cerchio/giglio magico di bossiana/renziana memoria, ancora caldi nel ricordo degli italiani. Ecco, se Salvini eviterà tutto questo e con trasparenza proverà a fare quanto potrebbe mettere in un programma comune con Di Maio, nel 2019 andremo sì a votare, ma come previsto solo per le Europee.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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