Opinioni

Tutti i treni che Piacenza potrebbe perdere…

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Piacenza paragonata a un treno non è un bel vedere. Due flash: la vecchia locomotiva a vapore che se ne andrà a Castel di Sangro. Tutti si stracciano le vesti ma nessuno fino a ieri se la ricordava più. Così adesso fioriscono le raccolte di firme e le idee su dove si potrebbe collocarla. Poi ecco il Frecciarossa per Roma delle 6.35 che nonostante le rassicurazioni potrebbe essere soppresso… Ma sempre sfruttando le suggestioni ferroviarie, oggi i treni da non perdere forse sono altri.

Il caso fiera

La Fivi, la fiera dei vignaioli indipendenti, saluta i padiglioni di Piacenza Expo e approda in quelli di Bologna. Una mossa chiave per i felsinei che da tempo erano in trattativa per entrare in Ieg (Italian Exhibition Group), società che gestisce le fiere di Vicenza e Rimini. E prendersi la Fivi, che anche Rimini voleva in cartellone, probabilmente dà a Bologna una carta in più sull’eventuale tavolo negoziale.

Intanto, mentre gli altri fanno affari, a Piacenza fioccano le polemiche. E di certo le falle che hanno portato all’addio della Fivi (pochi spazi, pochi parcheggi e poca accoglienza) non si sono aperte nei sette mesi di governo della Giunta di centrosinistra guidata dal sindaco Katia Tarasconi.

Del futuro di Piacenza Expo, abbiamo già scritto e continuiamo a pensarla così. Senza alleanze di peso, collocata in un circuito che ne possa valorizzare le caratteristiche con gli investimenti necessari, l’ente di Le Mose rischia di restare schiacciato anche sull’asse Milano-Parma. Poli fieristici che stanno trattando una prima alleanza in campo agroalimentare per unire le attività di Cibus e Tuttofood.

Sanità e dintorni

Sfogliando il quaderno delle opportunità in stand by o da realizzare, la lista è lunga e variegata. Ecco qualche esempio fior da fiore. Vogliamo parlare del nuovo ospedale su cui tutto tace in attesa della valutazione su una sua collocazione nell’Area 5 al posto dell’Area 6, fuori dal perimetro della tangenziale, come voleva la precedente amministrazione di centrodestra? E allora: con la crisi in corso della sanità regionale non è meglio prendere velocemente una decisione per non rischiare di restare a bocca asciutta, visto che in ballo ci sono oltre 250 milioni di euro?

Nel frattempo s’inaugurano gli ambulatori di Diabetologia e di Geriatria territoriale alla Casa della salute di piazzale Milano. Toppe volenterose di una sanità che però a Piacenza necessita di ben altri interventi al servizio dei cittadini. Senza dimenticare che la sede di piazzale Milano è molto discussa per la cronica mancanza di parcheggi nella zona, che di sicuro non potranno essere risolti dal posteggio interrato di piazza Cittadella, se mai si farà.

 Vista università

Che dire poi di un’altra grande incompiuta su cui da tempo è calato il silenzio, e cioè l’ex ospedale militare? Doveva diventare la sede della nuova facoltà di medicina in lingua inglese dell’Università di Parma. Anche qui annunci in pompa magna con ministeri vari e Regione, e poi più nulla. Certo, magari ci vorranno anni; ma è un tema non di poco conto, guardando a una progettualità che intanto metta al centro i giovani non solo di Piacenza che qui vengono per studiare anche alla Cattolica, al Politecnico e al Conservatorio Nicolini.

Bella l’idea di creare un’Opera universitaria per dare agli studenti alloggi e servizi, dallo sport alle altre attività ricreative, che li agevolino nei loro anni universitari legandoli piacevolmente alla città. Ma le idee, come questa proposta dal consigliere comunale Filiberto Putzu dei Liberali-Terzo Polo, poi vanno messe a terra. E qui, se non si perde tempo, per Piacenza si potrebbero aprire opportunità interessanti per vivacizzare tutto il centro storico e le sue attività.

Dolori verdiani

Dopo lo smacco verdiano la cultura tiene banco tra mille malumori. Niente concerto a Piacenza (e nemmeno a Parma, perché i due teatri non rientrano tra quelli lirici) nel cartellone dei 14 appuntamenti nazionali del ministero della Cultura per raccogliere i fondi necessari all’acquisto della casa-museo del Maestro a Sant’Agata. E allora? Piacenza non può creare eventi unici come una grande mostra dedicata al Verdi protagonista dell’Ottocento e del Risorgimento italiano? È un evento che potrebbe avere il motore nella Galleria d’arte moderna Ricci Oddi, tra le prime in Italia su quel periodo.

Chi fa da se…

Per fare da sola però Piacenza forse ha bisogno di altro. E l’esempio culturale è illuminante. Oggi su questo piano si viaggia in ordine sparso e non si fa un adeguato e coeso marketing territoriale per portare visitatori in città come nelle sue vallate. Certo, bisogna avere qualcosa da offrire. E allora non è il momento di pensare seriamente a un’unica grande fondazione culturale, che diventi la regista di un’offerta integrata e di grande respiro dalle mostre, ai musei, ai teatri della città?

Sono opportunità lampanti. Ma forse qualcuno non le vuol vedere, perché minerebbero il suo piccolo o grande giardino. Fiorito per lui, ma non per la città. Intanto i treni passano. E invece dei piacentini li prendono gli altri.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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