Economia

Quota 100, i conti non tornano: ecco il valzer delle pensioni

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Quota 100: i conti non tornano ed è ancora difficile capire a chi converrà anticipare l’uscita dal lavoro. Partiamo da quello che è certo. Per tre anni (2019-2021) in via “sperimentale” si potrà andare in pensione anticipata a 62 anni di età con almeno 38 anni di contributi. Chi sceglie quota 100 però percepirà un assegno ridotto, perché ha versato meno contributi rispetto a quelli previsti dalla legge Fornero con l’uscita dal lavoro a 67 anni. E ci sarà il divieto di cumulo tra la pensione e un reddito da lavoro che supera i 5.000 euro, sempre fino a 67 anni.

Veniamo alla platea degli interessati e ai tempi di uscita. Il governo ha calcolato che nel meccanismo di quota 100 rientreranno potenzialmente 430mila lavoratori. E tra loro almeno 315mila, di cui 130mila statali, potrebbero decidere di utilizzarla. La prima finestra dell’anno sarà nel mese di aprile per dipendenti privati che hanno maturato il diritto nel 2018, mentre i dipendenti pubblici dovranno aspettare fino a luglio.

Statali e liquidazione

Qui però cominciano i problemi, soprattutto per gli statali. Chi lascerà in anticipo il lavoro grazie allo scivolo di quota 100 potrebbe incassare la liquidazione con anni di ritardo. Si parla di un vincolo di 67 anni o dell’età anagrafica in cui si matureranno i 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva (uno in meno per le donne). Come mai quest’attesa? Semplice, non ci sono i soldi per pagare subito, visto che servirebbero almeno altri 7 miliardi.

Oltretutto per gli statali di quota 100 verrebbe confermata l’attuale rateizzazione sulle liquidazioni. Un dipendente pubblico che va in pensione, come ricorda anche Il Messaggero, riceve subito i trattamenti di fine rapporto e di fine servizio fino a 50mila euro, in due rate annuali se l’importo è tra i 50 e i 100mila, e in tre se supera i 100mila euro. Una tempistica che potrebbe comportare ritardi anche di 8 anni per i pensionati di quota 100. Sul problema il governo è al lavoro. E sembra che siano allo studio misure per coinvolgere il sistema bancario in modo da ridurre i tempi di incasso delle liquidazioni.

I conti su quota 100

Arriviamo così alla domanda finale, quella che tutti si stanno facendo: di quanto si ridurrà la pensione di quota 100 rispetto al calcolo con i coefficienti della Fornero? Secondo l’Ufficio parlamentare di Bilancio chi anticipa l’uscita di un anno perderà il 5% dell’assegno. Un taglio che potrà arrivare fino al 30% per chi pensa a un anticipo dai 4 anni in poi.

Per il leghista Claudio Durigon, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali invece non è così. “Abbiamo fatto uno studio con l’Inps. Su una busta paga media di pensione di 1.500 euro, il non percepito per i minori anni contributivi è pari al 16% netto massimo, fino al 2% iniziale di un anno”, ha dichiarato ai microfoni di Sky Tg24.
Non c’è che dire, una bella differenza da quanto ha calcolato l’Ufficio parlamentare di Bilancio. Ma tranquilli, su quota 100 siamo solo ai primi giri di valzer.

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Giovanni Volpi, giornalista professionista, è il direttore del Mio Giornale.net. Ha iniziato al Sole-24 Ore nel 1993. Dieci anni dopo è passato in Mondadori, a Tv Sorrisi e Canzoni, dove ha ricoperto anche il ruolo di vicedirettore. Ha diretto Guida Tv, TelePiù e 2Tv; sempre in Mondadori è stato vicedirettore di Grazia. Ha collaborato con il Gruppo Espresso come consulente editoriale e giornalistico dei quotidiani locali Finegil.

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